31 dicembre 2013

Indice (442)*


Indice. (442)*
Ho scritto tanto, in questi sedici mesi. Ecco allora un indice per argomento del 2013. Le voci sono una quarantina. Chi è interessato può scorrerle e trovare quella che più interessa. Accanto trova i numeri delle pagine che trattano l'argomento.
E' semplice. Può essere utile ("v." sta per vecchiaia).
(aggiornato fino al 31/12/2013)
L'indice dell'anno 2012 si trova alla pagina 107 del 31/12/2012.

Aiuti alla v. : 108,214,234,286,305,377
Alimentazione: 123,178,379
Arrivo della v. : 125, 176
Bilanci: 427,431,438
Blog (questo):  132, 200,202,273,300,338
Cani: 166,174,193,226,230,232,271,283,285,296,301,303
Coppia: 373,381,414
Corpo: 114,119,120,131,149,159,161,175,177,199,274,277,279,290,301,303,306,313,314,
             322,323,346,362
Coscienza: 368,370,406,420
Cose moderne: 399,408
Cultura della v. : 434
Denaro: 252,396
Difetti: 364,383,412
Distacco: 355,387,409
Donne: 148
Esempi di vecchi: 109,116,146,153,167,168,171,181,189,190,228,248,249,265,354,
                                359,389,391,407,411,426,440
Età della v. : 136,220,363,410,416,428
Film, libri, articoli, blog: 145,147,151,152,188,229,233,250,299,339,348,350,388,390
Giovani: 196,315,392,413,432
Indicatori di v.: 266
Immagine: 198,203
Inizio della v.:125,176,269,281
Interviste: 289
Lavoro: 154,197,247,395,402
Lentezza: 351
Malattie e rimedi:184,185,186,187,205,217,236,238,267,284,297,310,324,374,375,378,
                              418,421,422
Manie da vecchi:133,198,282
Modi di vivere la v.: 118,121,134,146,183,191,192,210,212,218,261,263,275,276,278,293,294,302,304,307,319, 325,326,327,332,333,335,336,341,345,357,360,365,366,367,372,404,405,417,419,423,436
Morte: 109,113,117,124,145,147,151,152,188,195,201,206,207,221,222,225,237,251,
            309,328,386,400,403,415,435
Motivazioni: 380
Oggetti: 227,231,257,291,394,441
Paure: 239,253
Perdite: 110,115,122,130,137,138,157,162,172,180,182,208,245,246,254,270,272,287,312,
            317,328,330,331,356,361
Positività: 111,126,128,135,150,169,170,194,219,243,288,308,329,337
Politica: 156,163,164,165
Progetti: 371,401
Prudenza: 358,397,433
Quel che resta di noi: 292
Relazioni: 112,127,129,139,140,141,158,179,211,242,268,280,295,311,
                  316,318,334,340,343,344,385,398,425
Religione: 209,
Ricordi: 353
Rifiuto della v. : 429
Significati della v.: 223,224,235,240,241,298,320,321,349
Stanchezza: 255,259,262,306
Tempo: 121,143,173,204,215,216,244,256,258,260347,352,376,382,384,393,437
Valori: 142,144,155,156,160,213,264,424
Vecchiaia degli altri: 369,430


30 dicembre 2013

Debolezze (441)

Altre debolezze. (441)
Ho fatto il secondo trasloco dell'anno. Naturalmente ho incamerato dei mobili e altro di nostro figlio. Il nostro appartamento era già pieno. Ho dovuto fare spazio, eliminando qualcosa. Mobili, libri, cassette-video e altro. A un certo punto ho preso in mano anche i dischi di musica. Mi sono limitato a spostarli. Non ne ho eliminato nessuno. 
Sono legato a quei cerchi neri. La musica mi piace. E poi molti dischi li ho ereditati da uno zio, proprio quello che mi ha iniziato all'amore per la musica classica.
Spesso predico che i vecchi devono distaccarsi dagli oggetti, eppure di fronte all'eliminazione dei dischi, ho fatto retromarcia. Me li sono tenuti tutti. Anche se so bene che non li ascolterò.
Sono attaccato a questi oggetti.
Sono attaccato alla vita.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

29 dicembre 2013

Fine d'anno (440)

Fine d'anno. (440)
A fine anno capita di risentire persone che vediamo poco. Parenti o conoscenti.
Un conoscente ha l'abitudine di telefonarmi una o due volte all'anno. Mi chiama sempre lui, ma mi fa piacere sentirlo. L'ho conosciuto a metà degli anni novanta, già vecchio. Abbiamo condiviso una passione. Poi ci siamo visti poco.
Mi è tornato in mente più volte in quest'anno che sta per finire. In questi ultimi dodici mesi non l'ho più sentito. Ricordo anzi molto bene che l'ultima telefonata è stata nell'estate 2012. Temo che sia morto, perchè era molto vecchio. Ma non l'ho saputo.
Per la sua morte avrei il dispiacere di non averlo potuto salutare per l'ultima volta. 
Ha vissuto molto. Quando le persone hanno vissuto molto, non proviamo dolore per la loro dipartita. Anzi ce ne rallegriamo, quasi. 
Perchè gli ultimi anni di vita sono i più faticosi. Perchè la morte è inevitabile. Perchè un vecchio ha concluso la sua vita.
Lo chiamerò io, questa volta. Con un pò di tremore.
Quando si hanno amici molto vecchi è bene non lasciar passare troppo tempo, fra una telefonata e l'altra.
Perchè i troppo vecchi possono mancare da un momento all'altro.
Per loro, la vita è proprio appesa a un filo.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 dicembre 2013

Un altro trasloco (439)

Un altro trasloco. (439)
Un altro dei nostri figli si trasferisce. All'estero. Bisogna far posto in casa nostra alle sue cose. Devo eliminare qualcosa. Per esempio, libri.
Non possiedo molti libri, eppure è incredibile la quantità di volumi che ormai non esercitano più alcun fascino su di me. Ancora più incredibile è scoprire libri che non ricordavo più d'avere. Acquistati non vent'anni fa. Solo da due o tre anni.
Qualche tempo fa dicevo che avevo troppi vestiti da gestire. Non ci riuscivo più. Mi metto sempre gli stessi e gli altri mi dimentico di averli. Lo stesso per i libri. Ho scoperto che in casa abbiamo dei classici che avevo in mente di acquistare. Ce li avevo già!
Da vecchi bisogna ridurre. Anche i libri, oltre che gli oggetti. Per semplificare la vita. Per fare pulizia nella mente, oltre che nella casa.
I libri, poi, vanno letti. E noi vecchi di tempo ne abbiamo meno. Sono di meno gli anni che ci aspettiamo di vivere. Dobbiamo selezionare le passioni. Non abbiamo più il tempo eterno che hanno i giovani (si illudono di avere ...). 
Poco tempo, pochi libri.
Ho deciso di dar via tutti i libri che non leggerò più.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

27 dicembre 2013

Bilanci 3 (438)

Bilanci 3. (438)
Ho cominciato a rileggere le prime pagine di questo diario (vedi n. 431). Ne ho letto un altro gruppo. Provo a sintetizzare.
Anche nel mese di ottobre 2012 (questo ho riletto) ho raccontato delle perdite della vecchiaia. Ma sono emersi altri temi centrali della mia riflessione.
Per esempio le malattie.
Più di un anno fa, l'idea era che le malattie fossero necessarie alla vecchiaia. Servissero a morire. Contemporaneamente però sostenevo la necessità di affidarsi a un buon medico geriatra. Come il mio, che mi ha dato tanti buoni consigli, utilissimi.
Contraddizioni.
Poi avevo cominciato a raccogliere i miei pensieri in pause di riflessione. Punti fermi, li chiamavo. I primi erano che la vita è una parabola, e che in vecchiaia siamo sul ramo discendente. In declino. E ancora che la vecchiaia ci chiama ad aumentare la prudenza e l'attenzione.
Due consigli, da quelle pagine. Vivere in coppia aiuta (non ci si fossilizza). E poi è meglio continuare a lavorare, sia pur a ritmi ridotti. Ci fa sentire più vivi. Ci impedisce il torpore.
Anche due crucci: il nostro sapere (se non si continua a lavorare) viene perduto, nessuno ne usufruisce più. E si perde ruolo sociale. Cioè un posto attivo nella società.
Nonostante questo sostenevo che rottamare i vecchi fosse positivo, così sono costretti a pensare alla loro vecchiaia.
Contraddizioni.
Come contraddittoria è la vecchiaia.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

26 dicembre 2013

Il passato (437)

Il passato. (437) (26/12/13)
Ho proposto a un mio cugino di scrivere la storia della nostra comune famiglia. Dei nostri nonni, soprattutto. Perchè la memoria svanisce e noi non lasciamo nessun ricordo ai discendenti.
Mi piacerebbe conoscere la storia dei miei avi. Bisnonni, trisavoli. Ma non ne so nulla. Vorrei invece che mio figlio (ed eventuali nipoti) sapessero.
La risposta di mio cugino è stata tiepida (non è ancora vecchio). "Mi interesso poco del passato. Guardo soprattutto al futuro." Comunque mi darà una mano. Sua madre, ormai novantenne, è l'unica sopravvissuta di quella famiglia. Fonte diretta di informazioni.

In garage conservo ancora la bicicletta di un mio zio, morto alcuni anni fa. Me ne devo disfare. Mi dispiace. Allora ho telefonato a un altro cugino, dell'altro ramo familiare. Gli ho chiesto se la voleva. Risposta calorosa. "Certo, è un ricordo, mi piacerebbe tenerla."
Ne sono felice. Domani gliela porto.

Non ho fratelli o sorelle. Attraverso i miei cugini ho accesso a brandelli della mia storia, che ho dimenticato. O che non ho mai conosciuto.
È comune fra i vecchi, interessarsi del proprio passato.
È vita di cui hanno memoria. Anzi, il ricordare diventa vita.
I miei cugini sono il mio passato.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

25 dicembre 2013

Vivere di più (436)

Vivere di più. (436)
Si può. Basta mangiare meno.
Da quasi cinquant'anni sono stati fatti esperimenti su animali, riducendo le calorie fornite con gli alimenti. Si è sempre riscontrato che la vita degli animali si allungava. Diminuivano anche le malattie. Qualche esperimento fatto su anziani, ha ottenuto gli stessi risultati.
Altri esperimenti hanno verificato il miglioramento delle condizioni di salute, con una dieta a restrizione calorica (meno calorie, ma i nutrienti fondamentali ci devono essere. Cioè in queste diete si riducono le calorie, ma non i macro-nutrienti essenziali).
I benefici fisiologici della sotto-nutrizione (non mal-nutrizione!) derivano dal fatto che il processo digestivo e il deposito di calorie in eccesso, richiedono molta energia e producono radicali liberi.
La riduzione di calorie (soprattutto la riduzione dei carboidrati) deprime l'insulina. Ciò incide a livello di ormoni e determina buona salute e longevità.
Tutto ciò è naturale se si pensa che l'organismo umano si è evoluto in milioni d'anni, durante i quali la condizione fondamentale era la fame. É come se la fame fosse iscritta nel nostro patrimonio genetico. Fosse la condizione naturale per l'organismo vivente.
Da cinquant'anni, in alcune zone del mondo (paesi più ricchi) non è più così. La fame è scomparsa. Di cibo ce n'è sempre.
Naturale che aumentino le malattie e si muoia prima. Perchè non è la condizione in cui il genere umano si è formato.
Che appunto era una condizione di restrizione calorica.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

24 dicembre 2013

Immortali (435)

Immortali. (435)
Ho ritrovato in cantina un vecchio libro, acquistato vent'anni fa. Together forever, il titolo (Insieme per sempre), autori Brown, Bernadeane, Strole (Usa). Il sottotitolo è significativo: 
Un invito alla immortalità fisica.
L'ho acquistato, e forse anche letto, dopo uno dei miei innumerevoli corsi, frequentati attorno ai 45/50 anni. Sostiene una tesi incredibile: la morte è un fatto culturale!
Sembra la negazione più grossolana della realtà. Vi sono però una serie di idee originali sulla vita che val la pena di conoscere.
Ho ricominciato a leggerlo, perchè voglio confrontarlo con le mie idee attuali. In questo momento la mia morte per me è assolutamente certa e questa certezza modella tutta l'ultima parte della vita. Anzi l'esistenza della morte è necessaria per dare significato alla vita. Quindi chi nega la morte nega le mie idee sullla vita.
In uno dei corsi che feci, i conduttori appartenevano a un gruppo che si autoproclamava Gli immortali.
Da quel che ricordo, sostenevano che l'idea che dobbiamo morire ci condiziona a tal punto che moriamo. Sostenevano anche che il tipo di vita che si vive ci può modificare a livello cellulare, al punto da eliminare la morte, fisicamente.
Il tipo di vita che proponevano era un'adesione totale alla vita e a chi ci sta vicino. Essere totalmente con l'altro e per l'altro. Questa era la frase che ricordo.
Voglio rileggere quel libro, vedi mai ...

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
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23 dicembre 2013

Morte (434)

Morte. (434)
Dopo i quarant'anni, si è formata in me l'idea della morte. Prima non c'era.
Fra i quaranta e i cinquanta volevo fare molte esperienze. Facevo corsi di ogni tipo. Da quelli sulla musica, sulla danza, a quelli sull'alimentazione, fino a quelli su varie tecniche di guarigione. Fu allora che, parlando con uno degli organizzatori di corsi, lanciai l'idea di un corso sulla morte. "Quando diventeremo più vecchi, bisogna che prepariamo un corso per prepararsi alla morte!"
Lo feci. Qualche anno dopo. Con molta soddisfazione. Ma era un corso rivolto a giovani. Si trattava di introdurre nella vita l'idea che si deve morire. E che nessuno garantisce che ciò accada fra decenni, piuttosto che entro pochi mesi. Era un corso sulla vita, anche se usava l'idea della morte.
Adesso che sono vecchio, mi è tornato il desiderio di organizzare un corso sulla morte. Anzi, sull'età che ci conduce alla morte. La vecchiaia. Morte e vecchiaia sono intrecciati. Parlando di vecchiaia non si può tacere della morte.
Ma, un corso sulla vecchiaia e sulla morte, dedicato a vecchi, sarebbe molto diverso da quello che ho organizzato vent'anni fa.
Che si chiamava (guarda un pò) Morire da vivi.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
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22 dicembre 2013

Altri timori (433)

Altri timori. (433)
Ieri mattina sono andato in centro città. Era piovuto, così la strada era bagnata. Nel centro della mia città le strade sono in porfido. I marciapiedi, a volte, di marmo. Risultato: si può scivolare. Ebbene, ho avuto timore che mi accadesse. Così ho camminato in modo guardingo, stando bene attento a non sbilanciarmi troppo e scivolare.
Quante volte mi sarà capitato di camminare su una superficie bagnata. La differenza colle esperienze passate è stata il timore. Timore di cadere, di farmi male. Perchè so che, adesso, da vecchio, mi ri-aggiusto con difficoltà.
Un maggior timore fa capolino nella vita dei vecchi. Man mano che il corpo si indebolisce, il vecchio teme sempre più (vedi n. 397).
Un pò di timore ce l'ho anche quando scendo le scale. Non lo faccio più in fretta, senza pensarci. Lo faccio stando bene attento a dove metto i piedi.
E non soltanto quando sono con i cani al guinzaglio o quando ho in braccio il mio nipotino.
Anche se scendo le scale da solo. Non è che senta le gambe più fragili. O che non sia sicuro del mio equilibrio. No, è un pensiero che genera il timore.
Mi viene in mente che potrei cadere.
E sto più attento.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
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20 dicembre 2013

Esclusione (432)

Esclusione. (432)
Ieri sera mi sono sentito escluso. Dal mondo moderno, dalle relazioni. Mi sono sentito vecchio.
Dovevo andare a pranzo con i colleghi di lavoro, fuori città. Ho imboccato l'autostrada. Negli ultimi anni viaggio sempre meno, soprattutto con l'auto. Al casello d'uscita ho notato che ormai le casse automatiche sono la norma. Non sono abituato a questa modalità. Perfino quelle del supermercato mi mettono in difficoltà. La novità mi ha prodotto apprensione.
Imboccando la strada statale in una località che avrò attraversato centinaia di volte nella mia vita (ma non recentemente) ho sbagliato strada. Era sera. Lungo la strada parecchi cambiamenti. La riconoscevo poco. Ero incerto.
Finalmente arrivo al ristorante dei colleghi, buon ultimo.
Serata piacevole.
Ero il più vecchio. Nessuno mi ha escluso, per questo. Anzi. Ma provavo un pò di disagio. Mi sono chiesto che cosa avevo in comune con quella gente più giovane.
Non era questione di età, nè di esperienza, nè di poca comunanza. Eppure mi sono sentito estraneo. Come fuori luogo.
Ero poco interessato a loro.
Vecchio.

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18 dicembre 2013

Bilanci 2 (431)

Bilanci 2. (431)
Ho riletto le pagine del mio primo mese di blog (in realtà il diario l'avevo cominciato alcuni mesi prima).
È passato circa un anno e mezzo. Poco. Eppure cambiamenti ce ne sono stati (n. 427).
In quei primi mesi mi guardavo. Mi guardavo invecchiare. Facevo confronti fra quello che ero stato e quello che stavo diventando. Cercavo segnali di vecchiaia.
E così mi soffermavo su ciò che non potevo più fare, perchè le mie capacità stavano diminuendo. A esempio la memoria.
Oppure ero colpito da fatti che mi capitavano per la prima volta, come l'offerta di un posto a sedere sul tram, perchè riconosciuto come anziano (diversamente abile).
I segnali erano anche più profondi. Il sentimento di paura per il futuro, la sensazione che il tempo mi sta fuggendo.
Raccontare la vecchiaia attraverso i fatti quotidiani di un vecchio, questo era il mio intento iniziale. Accorgermi di ciò che significa vecchiaia.
La lentezza nelle azioni, nei pensieri, nelle parole. Il bisogno di riposare (requiescant in pacem). Ma anche fatti positivi, come la necessità di essere più attenti, più vigili.
Sotto sotto comparvero interrogativi che tutti si fanno: per che cosa vivere? che cosa imparare dalla vecchiaia? che significato ha la morte?
Un'altra esigenza comparve fin dall'inizio: confrontarmi con altri, informarmi sulle altre vecchiaie. Guardare la mia vecchiaia negli altri.
Perfino nel mio cane, vecchio anche lui.


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17 dicembre 2013

Festicciola di natale (430)

Festicciola di Natale. (430)
Ieri, festa di Natale all'asilo di mio nipote. Tutti lavoravano. Sono andato io.
Bello vedere lo stupore dei bimbi all'arrivo di un babbo Natale e di una Befana in carne e ossa!
All'uscita incontro un vecchio conoscente dei miei anni giovanili. Anche lui nonno.
Che strana sensazione. Una conoscenza che ti fa ritornare alla gioventù, che è arrivata a essere nonno, cioè vecchio. Non malessere. Stupore.
Gli ho lanciato una mezza frase: "La prossima volta che ci vedremo, sarà in una tappa ancora successiva. Ci vedremo ai giardinetti con un bastone in mano."
Osservare la tua vecchiaia in un'altra persona ti scombussola sempre un poco.
Mi sarebbe piaciuto fermarmi a parlare di vecchiaia con lui.
Parlare di vecchiaia con i tuoi coetanei, che hai perso di vista.
Mi pare una bella idea.

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16 dicembre 2013

Il rifiuto della vecchiaia (429)

Il rifiuto della vecchiaia. (429)
Tante volte, in questo diario, ho mal giudicato i vecchi che rifiutano la vecchiaia. Che non si adattano a diventare vecchi. Che rimpiangono gli anni della gioventù.
Adesso mi accorgo che lo faccio anch'io. In un senso un pò diverso, il mio, sempre rifiuto è. Come valutare altrimenti il mio tentativo di allontanarla? Di posticiparla, attraverso integratori, dieta, attività fisica?
Poi, lo devo confessare: quando mi vien detto che qualche dato della mia salute corrisponde a un cinquantenne, io ne godo. O quando vedo qualche coetaneo conciato malamente, sono soddisfatto per me.
Dunque è vero. Io rifiuto la vecchiaia. Tanto vale che me lo dica.
Rifiuto la vecchiaia anzitempo, che compare a sessant'anni, con perdite e limiti precoci.
Rifiuto la vecchiaia come una lunga malattia, che sempre più si aggrava, con esito mortale.
Rifiuto la vecchiaia che impedisce di perseguire progetti, passioni, fantasie sul futuro.
Mi sta bene la vecchiaia in cui le forze diminuiscono gradualmente, ma senza compromettere una normale autonomia.
Mi sta bene la vecchiaia che lascia il posto ai giovani. Che mi fa occupare dei nipotini.
Mi sta bene la vecchiaia che, dopo i novant'anni, mi fa ritrarre dalla vita e prepararmi al distacco.
Rifiuto la vecchiaia, per tutto questo?

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15 dicembre 2013

Il ginkgo (428)

Il ginkgo. (428)
Il viale, dietro casa mia, è alberato. Alberi comuni, come aceri e frassini. Tranne uno: un bel ginkgo biloba. Pianta resistentissima e antichissima. Vero fossile vivente (originaria della Cina).
In questi giorni ha perso tutte le foglie. Sotto la pianta c'è un autentico tappeto. Di un bellissimo giallo, intenso e uniforme.
Ormai l'autunno è finito. Sta per cominciare l'inverno. Mi sembra che sia l'ultima pianta ad aver perso le foglie. Tutte le altre lo hanno già fatto prima. Alcune hanno addirittura cominciato in agosto.
Mi corre un paragone con la vecchiaia.
Tante sono le forme della vecchiaia. Tantissime. C'è anche la vecchiaia che comincia molto tardi. Come il ginkgo, che perde le foglie per ultimo.
Forzando un poco la somiglianza, si tratta di una pianta forte. Non attaccata dalle malattie.
Mi sembra che faccia il paio con la mia idea che le malattie non sono l'esito normale della vecchiaia.
E con l'idea che la vera vecchiaia è l'ultimissima parte della vita. Che dura poco.
Il gingko vicino a casa ha perso tutte le foglie in due o tre giorni.
Ricordo ancora quell'aborigeno australiano: la nostra società occidentale lo stupiva soprattutto per la lunghezza della vecchiaia.

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14 dicembre 2013

Bilanci (427)

Bilanci. (427)
Ho incontrato il mio amico. Ci vediamo raramente. Abita in un'altra città.
Mi ha chiesto un bilancio dei miei pensieri sulla vecchiaia. Lo farò in modo sistematico alla fine dell'anno. Intanto gli ho detto alcune idee.
All'nizio, un anno e mezzo fa, ero colpito dalle perdite, che si susseguivano una dopo l'altra, dopo il mio ingresso nella vecchiaia. Adesso, un altro pensiero occupa la mia mente.
È più importante continuare a perseguire le passioni che abbiamo coltivato nella nostra vita. 
È più importante vivere, piuttosto che piangere per la perdita di vita.
Non è piccolo come cambiamento.
In realtà i due pensieri convivono. La vecchiaia è questa convivenza.
Il mutamento è avvenuto dopo aver letto l'articolo di Oliver Sacks, che inneggiava agli anni fra gli ottanta e i novanta, come i più belli della vita di suo padre.
Un altro pensiero, per questo primo bilancio.
Si associa quasi sempre la vecchiaia alle malattie, ai dolori, alle affezioni croniche.
Niente di più sbagliato.
La vecchiaia è un conto (sì, anche con le sue costanti perdite!), le malattie sono altra cosa. 
Le malattie ci sarebbero anche se non ci fosse la vecchiaia. 
Se per ipotesi la vecchiaia cominciasse a ottant'anni (invece che a sessantacinque), ebbene le malattie comparirebbero a sessanta o a settanta, come avviene adesso, anche senza essere entrati nella vecchiaia.
Molte delle cosiddette malattie della vecchiaia sono il risultato di stili di vita errati, che si trasformano in malattia dopo dieci, quindici anni di latenza.
In vecchiaia si manifestano di più perchè il corpo è più debole. Reagisce meno agli errori.
Le malattie sono il risultato degli errori dell'età matura, che si manifestano dopo, quando si raggiunge l'età della vecchiaia. 

Tempo di bilanci, questo.

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12 dicembre 2013

Il freddo di sera (426)

Il freddo di sera. (426)
L'altra sera. Ultima uscita coi cani, verso le 22. Faceva freddo, ero assonnato. Ero a disagio. Il freddo mi entrava nelle ossa. Mi sono chiesto: "Somiglia a questo freddo l'ultima parte della vecchiaia?"
Dell'ultima vecchiaia non so niente.
Quando era in vita mia madre (aveva quasi novantanni) ero poco interessato. Non le ho mai chiesto nulla.
Di vecchi avanzati ce ne sono, in giro. Si potrebbe chiederglielo. Ma spesso non rispondono in modo soddisfacente. Comunicano poco. Oppure sono troppo generici.
Qualche idea me la sono fatta un paio d'anni fa, quando diventavo preda della stanchezza nel tardo pomeriggio. E alla sera non vedevo l'ora di andare a sdraiarmi. 
Un'altra idea l'ho ricavata dal senso di impotenza di fronte a nuove malattie, che non riuscivo a contrastare.
Freddo, stanchezza, impotenza. 
È tutto quello che so.
Ci vorrebbe qualche grande vecchio, che mi facesse da insegnante.

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11 dicembre 2013

Somiglianze (425)

Somiglianze. (425)
Mi sono tagliato la barba (avevo una barba lunga, quasi da babbo natale). L'ho tagliata un pò troppo. Mi sono quasi rasato. Guardandomi allo specchio, dopo la rasatura, mi ha colpito la somiglianza con mia madre. Da giovane non le somigliavo molto, avendo preso equamente da lei e da mio padre. Ma da vecchio ...
La cosa curiosa è che da vecchio assomiglio a lei da vecchia. Come se da vecchi sia lei che io avessimo eliminato il di più e avessimo conservato la sostanza.
E la sostanza è uguale.
Ma c'è di più.
Scopro che da vecchio manifesto anche i difetti di mia madre. Pigrizia, arroganza, scaricare su altri le responsabilità delle nostre azioni ...
Per tutta la vita ho disprezzato questi difetti e ho cercato di essere diverso.
Da vecchio scopro che sono anche i miei.
Ereditarietà, modelli acquisiti? Non saprei. È che da vecchi si scoprono molte cose.
Si scopre che siamo fortemente legati alla nostra famiglia d'origine.
Non ho il coraggio di dirmelo, ma anche mio padre aveva un pò la mania di stare attento a quello che mangiava.
Proprio come me.

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10 dicembre 2013

Rispetto (424)

Rispetto. (424)
Quando scambio qualche parola con immigrati arabi, a volte mi salutano chiamandomi "zio". All'inizio non capivo. Poi mi hanno spiegato che è una forma di rispetto.
Ultimamente mi accorgo di essere salutato da persone poco conosciute. Forse sono riconoscibile perchè ho tre cani. Ma forse no.
Mi danno un cenno di saluto perchè sono anziano. Per rispetto.
Nel passato si dava il saluto a chi aveva un ruolo sociale importante e riconosciuto. Il medico, il farmacista, il prete ... Era un'espressione di rispetto, verso chi sapeva di più, o aveva più potere o più soldi.
Rispetto. Parola caduta in disuso. Eppure noi anziani siamo meritevoli di rispetto. Di attenzione, almeno.
Quelli più giovani sarebbe bene che rispettassero i più vecchi. Per interesse.
Sì, perchè noi vecchi la sappiamo lunga. Possiamo raccontar loro molte cose.
Se solo fossero intelligenti guarderebbero a noi come si guarda una cartomante, un astrologo, un oracolo.
Possiamo letteralmente predire loro il futuro.
Perchè conosciamo il loro futuro.

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09 dicembre 2013

Stupore (423)

Stupore. (423)
Stamattina, in pasticceria. Una signora anziana stava finendo la brioche, anzi l'aveva appena finita, quando la barista le porse il caffè. La signora manifestò la sua sorpresa e ammirazione, per il tempismo del servizio. Un pò fuori luogo, perchè il fatto era senz'altro casuale, vista la gran quantità di clienti presenti. Ma la signora era sinceramente stupita dall'efficenza.
Mi ha ricordato mia madre, ormai novantenne che a volte mi manifestava ammirazione per cose di poco conto. Come per esempio riuscire a far stare in una scatola una serie di oggetti. Oppure regolare l'orologio  a pendolo. Oppure piegare per bene il giornale.
I grandi vecchi hanno di questi atteggiamenti. Riacquistano la capacità di stupirsi. Anche per fatti modesti. Per cose normali della vita, alle quali non facciamo più caso, perchè le ripetiamo da decenni.
Come i bambini. Che si stupiscono per gli oggetti minuti che trovano magari in giardino. O per gesti consueti che noi facciamo. Per loro sono inconsueti e ne ridono.
Vecchi come bambini. Detto da tutti, in tanti momenti. Ce lo ripetiamo spesso come luogo comune. Ma forse non ne comprendiamo la realtà profonda.
Ne sorridiamo, ma non l'apprezziamo.
E invece è ricco di significati, questo tornar bambini.
Come se alla fine della vita gettassimo via tutte le sovrastrutture che ci siamo costruiti negli anni. E ritornassimo ingenui.
Per questo è facile truffare gli anziani.
Come imbrogliare i bambini.

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08 dicembre 2013

I semi di chia (422)

I semi di chia. (422)
Entrato nella vecchiaia, ho cercato alimenti che migliorassero la mia vita. Che contrastassero la perdita di energia. Ne ho provati alcuni, stando molto attento a come mi sentivo. Se il miglioramento era netto, li ho introdotti nella mia dieta. Così è stato per la curcuma e le bacche gogji.
Avevo sentito parlare anche dei semi di chia, come buon alimento energizzante. Ma nei negozi li trovavo a prezzi esorbitanti. Finchè, dieci giorni fa, sono comparsi nel magazzino dal quale mi rifornisco. Comprati subito (26€ al kg), li ho introdotti nella mia dieta da qualche giorno. Risultati spettacolari. Il giorno della prima assunzione, letteralmente volavo, in bicicletta. Senza sentire la fatica. In sudamerica si dice che venissero consumati dai guerrieri prima di una battaglia.
Oggi, dopo quattro-cinque giorni, sento che mi fanno nettamente bene. Non sento la stanchezza (quella da vecchiaia, non quella normale di fine giornata). Mi sembra perfino che siano diminuiti i dolori cervicali. Certo, può essere autosuggestione. Cosa che mi capita di frequente. Ma anche se fosse così, in questi giorni sto meglio della media dell'ultimo mese. E l'ultimo mese sono stato decisamente bene.
Costano cari, ma ne basta un cucchiaio al giorno, per cui, con un chilogrammo, si va avanti a lungo. Non hanno sapore. Li metto a bagno la sera in poca acqua e al mattino li aggiungo al minestrone, o allo yogourt, o ad altro (un'insalata, un succo di frutta o di verdura).
Da provare.
Buona chia!

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07 dicembre 2013

Fortune (421)

Fortune. (421)
Prima ancora di diventare vecchio in senso formale (più di 65 anni), il mio medico mi suggerì di assumere polifenoli (antiossidanti) con la dieta: curcuma, tè verde, mirtilli, ciliegie eccetera. Da quel momento, le stanchezze che mi prendevano a metà pomeriggio scomparvero. E la mia vecchiaia migliorò di colpo.
Dopo un paio d'anni partecipai, quasi casualmente, a un seminario sulla dieta acido-base. 
Mi convinse. Cambiai dieta e il più grosso disturbo di quegli anni (il mal di stomaco) si ridusse di molto. Il cambio di dieta eliminò il reflusso e altri disturbi che credevo diventati cronici.
Più recentemente (un anno fa) ho introdotto nella dieta bacche gogji, olio di canapa e sali alcalinizzanti. Anche con questi prodotti la mia vecchiaia è migliorata.
Infine qualche giorno fa ho cominciato a mangiare i semi di chia, una pianta sudamericana tradizionale. L'energia che mi dà è forte. Quasi non sento più il corpo. Il mio corpo non mi pesa.
Stento a crederci. Ma da cinque anni in qua sono nettamente migliorato come energia e salute.
Fortuna, mi vien da dire. O frutto di una appassionata ricerca?
Mi sembra di aver riacquistato la salute, proprio alle soglie della vecchiaia, quando forse tutti i nostri mali si cronicizzano e non c'è più nulla da fare.
Appena in tempo.

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06 dicembre 2013

Lo sciacquone del bagno (420)

Lo sciacquone del bagno. (420)
Da qualche tempo quello del mio bagno non funziona bene. Si incanta. Scarica regolarmente l'acqua, ma al momento di richiudersi, per trattenere l'acqua che lo sta riempiendo, spesso non chiude bene. Continua a uscire acqua nel water. Dovrei chiamare l'idraulico. O sistemarlo io stesso. Ma non so come fare. Per pigrizia mi sono adattato alla nuova situazione. Ogni volta che tiro l'acqua, mi soffermo a controllare se lo scarico funziona o no.
Un gesto, che più automatico non si potrebbe, è diventato un gesto che faccio con attenzione. Altrimento, se me ne dimentico ed esco dal bagno, l'acqua continua a scorrere per ore.
Nella vecchiaia alcune azioni perdono la prerogativa di essere automatiche. Richiedono attenzione. Ne ho già parlato più volte, un anno fa. La conclusione fu: la vecchiaia è un'età in cui si diventa più consapevoli. È richiesto ai vecchi di essere più vigili. Mi pareva che ciò fosse una qualità positiva della vecchiaia.
Anche oggi lo penso. La nostra vita significa miglioramento, evoluzione. Diventare più consapevoli ci fa evolvere positivamente.
Il giovane agisce spesso sconsideratamente. Senza coscienza.
Il vecchio non può.

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