15 dicembre 2013

Il ginkgo (428)

Il ginkgo. (428)
Il viale, dietro casa mia, è alberato. Alberi comuni, come aceri e frassini. Tranne uno: un bel ginkgo biloba. Pianta resistentissima e antichissima. Vero fossile vivente (originaria della Cina).
In questi giorni ha perso tutte le foglie. Sotto la pianta c'è un autentico tappeto. Di un bellissimo giallo, intenso e uniforme.
Ormai l'autunno è finito. Sta per cominciare l'inverno. Mi sembra che sia l'ultima pianta ad aver perso le foglie. Tutte le altre lo hanno già fatto prima. Alcune hanno addirittura cominciato in agosto.
Mi corre un paragone con la vecchiaia.
Tante sono le forme della vecchiaia. Tantissime. C'è anche la vecchiaia che comincia molto tardi. Come il ginkgo, che perde le foglie per ultimo.
Forzando un poco la somiglianza, si tratta di una pianta forte. Non attaccata dalle malattie.
Mi sembra che faccia il paio con la mia idea che le malattie non sono l'esito normale della vecchiaia.
E con l'idea che la vera vecchiaia è l'ultimissima parte della vita. Che dura poco.
Il gingko vicino a casa ha perso tutte le foglie in due o tre giorni.
Ricordo ancora quell'aborigeno australiano: la nostra società occidentale lo stupiva soprattutto per la lunghezza della vecchiaia.

(L’indice per argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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