Immortali. (435)
Ho ritrovato in
cantina un vecchio libro, acquistato vent'anni fa. Together
forever, il titolo (Insieme per sempre), autori Brown,
Bernadeane, Strole (Usa). Il sottotitolo è significativo:
Un invito
alla immortalità fisica.
L'ho acquistato,
e forse anche letto, dopo uno dei miei innumerevoli corsi,
frequentati attorno ai 45/50 anni. Sostiene una tesi incredibile: la
morte è un fatto culturale!
Sembra la
negazione più grossolana della realtà. Vi sono però una serie di
idee originali sulla vita che val la pena di conoscere.
Ho ricominciato
a leggerlo, perchè voglio confrontarlo con le mie idee attuali. In
questo momento la mia morte per me è assolutamente certa e questa
certezza modella tutta l'ultima parte della vita. Anzi l'esistenza
della morte è necessaria per dare significato alla vita. Quindi chi
nega la morte nega le mie idee sullla vita.
In uno dei corsi
che feci, i conduttori appartenevano a un gruppo che si
autoproclamava Gli immortali.
Da quel che
ricordo, sostenevano che l'idea che dobbiamo morire ci condiziona a
tal punto che moriamo. Sostenevano anche che il tipo di vita che si
vive ci può modificare a livello cellulare, al punto da eliminare la
morte, fisicamente.
Il tipo di vita
che proponevano era un'adesione totale alla vita e a chi ci sta
vicino. Essere totalmente con l'altro e per l'altro. Questa era la
frase che ricordo.
Voglio rileggere
quel libro, vedi mai ...
(L’indice per
argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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