Altri timori.
(433)
Ieri mattina
sono andato in centro città. Era piovuto, così la strada era
bagnata. Nel centro della mia città le strade sono in porfido. I
marciapiedi, a volte, di marmo. Risultato: si può scivolare. Ebbene,
ho avuto timore che mi accadesse. Così ho camminato in modo
guardingo, stando bene attento a non sbilanciarmi troppo e scivolare.
Quante volte mi
sarà capitato di camminare su una superficie bagnata. La differenza
colle esperienze passate è stata il timore. Timore di cadere, di
farmi male. Perchè so che, adesso, da vecchio, mi ri-aggiusto con
difficoltà.
Un maggior
timore fa capolino nella vita dei vecchi. Man mano che il corpo si
indebolisce, il vecchio teme sempre più (vedi n. 397).
Un pò di timore
ce l'ho anche quando scendo le scale. Non lo faccio più in fretta,
senza pensarci. Lo faccio stando bene attento a dove metto i piedi.
E non soltanto
quando sono con i cani al guinzaglio o quando ho in braccio il mio nipotino.
Anche se
scendo le scale da solo. Non è che senta le gambe più fragili. O che non sia sicuro del mio equilibrio. No, è un pensiero che genera il timore.
Mi viene in
mente che potrei cadere.
E sto più
attento.
(L’indice per
argomenti delle prime 300 pagine del diario si trova a pagina 300.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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