La fragilità. (14-243)
Sto leggendo un romanzo
di Vittorino Andreoli. Il corpo segreto è il titolo.
Lo leggo per tre motivi.
Prima di tutto Andreoli è un bravo psichiatra, che nei suoi libri
trasmette intuizioni sulla vita. Poi è vecchio, sui 75 anni. Infine
il romanzo (autobiografico) tratta delle disavventure dell'autore con
la sua ... prostata.
Una storia di prostata,
dunque, che arricchisce la mia esperienza sul tema, in un momento in
cui, sono in difficoltà proprio con la mia, di prostata.
Ebbene a un certo punto
l'autore arriva a scrivere di fragilità umana, quella che tutti
i vecchi sperimentano, prima o poi. E se ne lamentano. Me compreso.
Ne ho scritto molte volte, ma le idee di Andreoli sono originali, cambiano la
prospettiva. Riporto sotto un passaggio del libro, che mi pare significativo.
"Ecco la fragilità,
il senso della nostra impotenza, che ci spinge ad andare verso un
altro, a stabilire dei legami per diminuire almeno un poco la paura.
E così un essere umano si unisce a un altro essere umano. Si
costituisce una coppia e poi una piccola comunità e l'insieme sembra
aiutare la fragilità di ciascun suo componente, fino a convincersi
che quella dell'altro è una forza per la tua fragilità. Ed è
questo circolo della fragilità che porta all'amore e poichè è
indicato fra le esperienze più straordinarie della vicenda umana,
bisogna ammettere che la chiave, la sostanza dell'amore, è la
fragilità."
"... questa storia
[cioè la storia dell'autore descritta nel romanzo, fatta di
prostata, ospedali, operazioni] ... esprime la volontà di
oppormi alla pulsione interna che vorrebbe rivestirmi di potere e non
di fragilità. Io desidero mostrare a tutti la mia vecchiaia, un'età
considerata di poco conto e che invece, valutata col parametro della
fragilità, è forse la più bella dell'esistenza, perchè la più
umana.
Voglio che la mia
vecchiaia si rappresenti in un teatro della verità, [...] perchè è
crudele nascondere i vecchi che faticano a camminare o che stanno
perdendo la memoria del presente e del passato, sentendosi
abbandonati e senza alcun significato sociale. Io sogno un umanesimo
della fragilità, dove la vecchiaia non sarà più una vergogna, ma
la rappresentazione della condizione umana, del significato stesso
dell'uomo nel mondo."
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)