Ogni giorno.* (14-238)
Quando ho cominciato a
scrivere questo diario, cioè appena entrato nella vecchiaia
ufficiale, scrivevo una pagina al giorno, talvolta due.
Oggi, dopo tre anni
circa, ne scrivo una ogni due giorni.
L'entusiasmo è
diminuito, i temi si esauriscono, ho altri pensieri.
Alla vecchiaia penso di
meno. Questo l'aspetto più
significativo.
Sono rientrato nella
vita.
Mi ero fermato, un poco
spaventato, sulla soglia della terza età.
Pensavo che a
sessantacinque anni sarebbe cambiato tutto.
Cambiano sì molte cose,
ma con gradualità. Non te ne accorgi.
È evidente: di vecchiaie
ce ne sono due se non tre. Molto differenti.
Nella prima vale ancora
il dono di Prometeo,
cioè l'illusione di essere eterni
(vedi n. 145,151,152 del febbraio 2013). Anche perchè la vita ti
coinvolge molto (nascita di nipoti, per esempio).
Nella seconda vecchiaia
(o terza) sei più distaccato, più stanco. La vita ti entusiasma di
meno, il corpo non lo controlli più.
Ma non ci sono ancora
arrivato.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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