21 dicembre 2014

Timori (14-241)

Timori. (14-241)
L'altra sera, cena coi colleghi di lavoro. Fuori città, a una trentina di chilometri. 
Ho dovuto prendere l'automobile.
Ritorno.
Era notte, ci vedevo poco. A volte non vedevo bene la direzione. Mi figuravo percorsi che non esistevano.
Poi è subentrata la nebbia. Visibilità ancora più ridotta.
Sono entrato in autostrada. Auto e camion sfrecciavano, nonostante la scarsa visibilità.
Io procedevo lentamente.
Ho avuto paura.

Quando scendo le scale con un pacco ingombrante e pesante, che mi nasconde la vista degli scalini, mi tengo a stretto contatto col muro. Sfrego sul muro col corpo, per darmi un appoggio (illusorio) in caso di caduta.
Ho il timore di cadere.

Vi sono situazioni, oggi, che mi producono insicurezza. 
Le stesse che per tutta la mia vita ho vissuto con baldanza, quasi automaticamente, senza pensarci.
Oggi ho più paura di un tempo.
Coscienza che il corpo, l'attenzione, i riflessi non mi sostengono più.
Vivo in un mondo che pretende sempre più energia, prontezza, conoscenze.
E io ho un corpo che risponde sempre meno.


(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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