Il termine. (14-249)
Se ripenso agli ultimi
miei anni, mi accorgo che quasi ogni anno è morto un parente.
Nel 2008 è morta mia
madre. L'anno dopo mio suocero. Dopo due anni mia zia Rita. Poi
l'ultimo mio zio maschio. Quest'anno, mia zia Emma. Per non parlare
del fratello di mio padre e di sua moglie morti in anni intermedi.
E' rimasta viva soltanto
una vecchia zia, sorella di mia madre, ultranovantenne.
Tutti gli altri sono
morti fra gli 87 e i 92 anni.
Mi colpisce che tutta una
generazione di parenti sia scomparsa in un lasso relativamente breve
di tempo.
Pensandoci bene, è
naturale, si tratta di parenti nati tutti in un decennio, fra il 1916
e il 1924.
Però colpisce che nella
mia famiglia si giunga a scadenza in maniera inesorabile a un'età
compresa fra 87 e 92.
Sembra il termine inscritto in
un gruppo di umani, quelli del mio sangue o del enturage.
Inevitabilmente è il
mio termine.
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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