Timori, ancora. (14-242)
Mi piace l'olio d'oliva.
Ne acquisto lattine da cinque litri per volta. Poi lo travaso nelle
bottiglie. A volte da bottiglia a bottiglia. Lo faccio sul lavandino,
con l'imbuto e con attenzione.
Talvolta ho fretta e lo faccio
direttamente sulla tavola, senza precauzioni, impugnando una
bottiglia e versando il suo olio nell'altra. Non è difficile, ma
occorre mano ferma e precisione.
Negli ultimi tempi mi
coglie il timore che la bottiglia mi sfugga di mano.
Non che faccia
uno sforzo per tenerla ferma.
Ma sono meno sicuro che
vada tutto bene.
Quando scendo normalmente
le scale, presto attenzione a dove metto i piedi.
Non le scendo più di
corsa come facevo da giovane, sicuro che andasse tutto bene.
Mi prende il timore di
poter scivolare e cadere. Però i muscoli delle gambe mi reggono
bene. Cammino agevolmente per i sentieri di montagna.
È che non sono più
certo che fili tutto liscio.
Questo mi capita in altre
situazioni: il timore che il corpo non risponda.
Potrebbe essere solo una
faccenda psicologica. Cioè ho fatto abbastanza esperienze che anche
le azioni più comuni possano sfuggir di mano e causare un incidente.
Temo invece che sia una faccenda
di vecchiaia.
Da qualche anno ho
verificato che il corpo si indebolisce. E ciò mi causa incertezza.
Un tempo potevo correre
sul filo del rasoio senza alcun timore, anzi con la sicurezza che
controllavo la situazione e che tutto sarebbe andato bene.
Oggi ho coscienza di
essere sul filo del rasoio.
Ho perso la baldanza.
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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