Stanchezze. (14-248)
Nei primi mesi di questo
diario ho scritto più volte di stanchezza del vecchio (vedi n. 79 e
90). Mi riferivo soprattutto a quella fisica.
In questi giorni sto
sperimentando un altro tipo di stanchezza.
Sono giorni di feste,
pranzi, incontri, parenti da visitare. Concentrati in pochi giorni.
Mi accorgo che è troppo.
Non reggo più con facilità l'incontro con molte persone, siano pure
parenti o conoscenti.
Non è questione di noia,
o di senso di inutilità che lasciano questi incontri.
Anzi, devo dire che mi
fanno piacere. Li vivo bene.
Ma lasciano addosso una
stanchezza. Una stanchezza psichica.
Le relazioni mi stancano.
Da giovane le cercavo con ansia. Ora
le vorrei centellinare.
Oggi comprendo la
risposta che mi diede una vecchia zia, prossima ai novanta, alcuni
anni fa. Avevo organizzato un incontro presso la sua casa di riposo,
fra una sua sorella che non vedeva da anni e alcuni suoi nipoti. Ci
eravamo trattenuti con lei per un'ora, un'ora e mezza, portandole
regali, vecchie fotografie da rivedere, stando in sua compagnia. Ero certo di avrle fatto piacere.
A un certo punto le
chiesi se desiderava qualcosa. L'avrei fatto volentieri.
Con molta semplicità mi
rispose: "Adesso vorrei che andaste via, sono stanca."
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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