31 ottobre 2014

Telomeri (14-211)

Telomeri. (14-211)
Una ricerca scientifica, citata da Adnkronos Salute (19 marzo 2012 o 2013), ha scoperto che la morte è inevitabile. Perchè? Provo a spiegare in due righe quello che ho capito.
Nei cromosomi (Dna) vi sono delle parti terminali che li proteggono, i telomeri. Dopo ogni duplicazione cellulare, i telomeri perdono un pezzetto. Quando i telomeri finiscono, non proteggono più i cromosomi e perciò tutto va a rotoli.
Dunque la morte è iscritta nella lunghezza di questi telomeri.
Ma vi è un altro aspetto dei telomeri che comporta la morte.
Tutti i danni al Dna sono riparati con meccanismi biologici naturali.
Tutti, tranne i danni alle parti terminali dei cromosomi. I telomeri appunto.
Allora quando un telomero subisce un danno, non viene riparato. È facile capire che quando i danni sono molteplici, il telomero cessa la sua protezione dei cromosomi.
Di nuovo tutto va a rotoli.
Morte cellulare prima; morte dell'intero organismo poi.
Non c'è scampo.
 
(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

30 ottobre 2014

Invecchiamento (14-210)

Invecchiamento. (14-210)
Stavo cercando una voce su una piccola enciclopedia scientifica, alla lettera “i”, quando mi è caduto l'occhio sulla voce succesiva: invecchiamento.
Meraviglia. Possibile che vi sia questa voce in un'opera scientifica? Possibile.
Ho così scoperto che vi sono varie teorie biologiche sull'invecchiamento. Da un punto di vista biologico l'invecchiamento è così definito: progressivo declino delle funzioni biologiche dell'organismo, legato alle alterazioni delle strutture cellulari, sub-cellulari e molecolari.

Vi sono ben quattro teorie sulle cause dell'invecchiamento.
Teoria dell'auto-intossicazione: spiega l'invecchiamento con la cronica esposizione alle sostanze tossiche prodotte dall'organismo.
Teoria delle mutazioni: l'invecchiamento sarebbe dovuto principalmente alle mutazioni genetiche indotte da agenti mutageni in un numero sempre maggiore di cellule; ciò modificherebbe le proprietà biologiche delle cellule.
Teoria auto-immune: uno sfasamento del sistema immunitario determinerebbe auto-aggresione nei confronti delle cellule del proprio organismo.
Teoria dell'orologio molecolare: spiega l'invecchiamento ipotizzando un programma prestabilito di differenziazione cellulare che ha inizio con lo sviluppo embrionale e termina con la morte.

Ma queste sono teorie piuttosto vecchie (la mia piccola enciclopedia è degli anni '80).
Ve ne sono altre più moderne. Più accredidate, per esempio quella sui telomeri.
Farò altre ricerche.
La cosa mi interessa.

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29 ottobre 2014

Incidenti (14-209)

Incidenti. (14-209)
Domenica sono stato al cinema. All'uscita ho rivisto un conoscente, dopo almeno due anni. Apparentemente in forma. In realtà, molto rigido.
Due anni fa, faceva una passeggiata in montagna con la moglie, su un sentiero da trekking che portava a un rifugio (proprio come faccio io ogni anno). Era quasi giunto al rifugio, quando è caduto. Non è rotolato lungo una scarpata. Non stava seguendo un'aspra via ferrata.
È semplicemente scivolato e caduto su un normale sentiero per escursionisti. Cadute di questo tipo ne faccio anch'io, ogni volta che vado a camminare in montagna.
A lui è successo l'imprevedibile: nella caduta ha sbattuto il collo su una roccia. Frattura di una vertebra. La moglie è corsa al rifugio a dare l'allarme. È giunto l'elicottero di soccorso. Lo hanno trasportato nell'ospedale provinciale. La frattura era molto pericolosa, poteva ledere il midollo spinale, con conseguente paralisi. Doveva essere operato. Con le sue conoscenze è riuscito a farsi portare nell'ospedale di una grande città, per essere operato da un chirurgo molto esperto.
Se l'è cavata, ma è rimasto rigido. Una protesi in titanio tiene insieme la sua vertebra.

Anche questo può succedere. L'incidente banale.
La moglie mi diceva: ”Di colpo è invecchiato di dieci anni.”
In questo diario ho spesso scritto di prudenza. Ma qui non c'entra.
Gli incidenti capitano a giovani e vecchi.
Se capitano a vecchi, possono accelerare la vecchiaia.
Cambiano la qualità della vecchiaia.


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28 ottobre 2014

Non mi rassegno (14-208)

Non mi rassegno. (14-208)
Era presidente del mio quartiere. Cinque anni fa. Uomo politico, dunque. 
Di basso rango, ma pur sempre significativo. Rivestiva un ruolo importante (il mio quartiere conta circa cinquantamila abitanti). Lo ricordo, nel suo ruolo formale di presidente, in un consiglio di quartiere al quale avevo partecipato come pubblico. Abile nel gestire le situazioni.
Aveva più o meno la mia età.
L'ho rivisto un paio d'anni dopo, ormai decaduto dalla sua carica. L'ho rivisto al supermercato. Si muoveva lentamente, impacciato nei movimenti, e come spaesato.
L'ho rivisto tempo dopo, in carrozzella. Non era più in grado di camminare.
Infine l'ho rivisto ieri. In carrozzella, con un'accompagnatrice. Sembrava le stesse parlando. Ma lei non gli dava retta. Pareva che parlasse a vanvera. Anzi mi è parso che a un certo punto perfino piangesse.
Una parabola devastante, nel giro di quattro-cinque anni.
Evidente una malattia cerebrale, tipo Alzheimer.
Vecchiaia è questo? Senza dubbio è anche questo.
Per tutti? Per alcuni?
Perchè?
Non mi rassegno a pensare che non si possa evitare.


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27 ottobre 2014

La benzina (14-207)

La benzina. (14-207)
Ero a un distributore automatico di benzina. Non lo conoscevo. E ho sbagliato nell'impostare il numero della pompa di erogazione. Col risultato che dovevo cambiare posizione dell'auto. Mi sono innervosito e ho preso a imprecare per la poca chiarezza della macchinetta automatica (semplicemente: non avevo capito bene!). Avrei dovuto chiedere il rimborso. Trafila noiosa e lunga. Intanto erano giunti due altri automobilisti, giovani, sui quaranta, in attesa che io facessi benzina. Gentilmente, mi hanno consigliato di spostare subito l'auto sull'altra pompa. Reggendomi, nell'attesa la pompa ormai estratta. Così ho fatto e ho potuto far benzina. 
Li ho ringraziati di cuore.
Sono stupito della rapida soluzione che hanno dato al mio problema. Del fatto che non si siano innervositi. Per carattere e per vecchiaia, io mi ero perso d'animo.

Sono incline a pensare che i più giovani conservino delle capacità che noi vecchi abbiamo perso o stiamo perdendo. Vent'anni di meno significano sì, meno esperienza. Ma anche più flessibilità. Forse più ingegno.
Ho subito fatto il parallelo con la vita politica, fino a poco tempo fa dominio di settantenni e ottantenni ( almeno in Italia).
La freschezza, l'intelligenza vivace, la fantasia di donne e uomini politici giovani probabilmente risolverebbero molti dei problemi attuali.
Odio i vecchi che non si fanno da parte.


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26 ottobre 2014

Preoccupazioni (14-206)

Preoccupazioni. (14-206)
La mia compagna mi dice che non presto attenzione alle sue parole.
Non per disinteresse. O per ripicca.
Ma per meccanismi cerebrali inceppati. 
Insomma ho cominciato a fraintendere le parole che mi si dicono. Conseguentemente posso anche arrabbiarmi per parole male comprese.
Ciò rientrerebbe nella disfunzione cognitiva lieve, tipica degli anziani.
Non si tratta di demenza senile, ma la strada è quella.

Purtroppo non me ne accorgo.
Mi pare di capire come sempre. Che non ci siano vistosi cali, su questo versante.
E quando lei mi fa toccare con mano certi fraintendimenti, ho la tendenza a minimizzare, ad attribuire ad altro quelle mancate comprensioni.
Non rendersi conto.
È tipico degli anziani. Ed è ciò che li distacca dalle altre generazioni.
Se il vecchio non capisce bene, diventa penoso (e inutile) dialogare.

La mia compagna è preoccupata.
Sono preoccupato anch'io.
Prenderò un prodotto a base di gingko biloba.
Almeno tampono.

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24 ottobre 2014

Ci si abitua rapidamente (14-205)

Ci si abitua rapidamente. (14-205)
Ho scoperto che alle perdite ci si abitua in fretta. Le perdite della vecchiaia, intendo.
Tre anni fa mi ero infortunato a un ginocchio. Conseguenza: provavo dolore nel piegare le gambe e così quando mi alzavo dalla tazza del gabinetto mi dovevo appoggiare per mettermi in piedi. Ora non ho più male al ginocchio. Ciononostante continuo l'abitudine di appoggiarmi, quando mi alzo. I primi mesi in cui lo facevo, dopo che era cessato il dolore, ero stupito di aiutarmi per fare un movimento tanto semplice.  Mi sforzavo per evitarlo. 
Oggi lo faccio e non mi stupisco più. 
È un evidente segno che le forze sono diminuite.  
Eppure lo prendo come un fatto naturale: come se lo avessi sempre fatto.
Lo stesso mi è capitato per l'udito. Ne ho perso un po'. Mi ci sono abituato e quando non sento bene, non mi preoccupo più. Semplicemente non me ne curo.
Anche per la memoria, eccetera, eccetera.
Anche chi mi sta vicino dà per scontate queste perdite e si adegua.
Insomma dopo qualche tempo le perdite della vecchiaia non fanno più soffrire.
Nè noi né gli altri.
Ci si comporta come se il nuovo limite ci fosse sempre stato.
Un bel vantaggio.

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20 ottobre 2014

Eccessi (14-204)

Eccessi. (14-204)
Ho scritto che le malattie della vecchiaia spesso sono la conseguenza di cattive abitudini contratte nell'età di mezzo. 
Però non è che stili di vita dannosi durante la vecchiaia siano privi di conseguenze. Anzi.
Una sbornia presa da giovani, si riesce a recuperarla. Da vecchi è più difficile.
Il corpo ha meno capacità di reagire. I tempi di recupero sono più lunghi (molto).
Gli eccessi, parlo soprattutto di alcol tabacco e cibo, sono da evitare.
Perchè da vecchi lasciano un segno profondo.

I vecchi di solito non inclinano agli eccessi. Con l'età ci si comporta in modo più prudente. Ci si accorge infatti che non si funziona più come da giovani.
Non c'è da temere che un individuo da vecchio si dedichi a stravizi, se in gioventù non erano il suo stile di vita.
Piuttosto chi da giovane eccedeva, e ha continuato a farlo nell'età di mezzo, anche da vecchio si comporta nello stesso modo.
Con conseguenze disastrose.

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19 ottobre 2014

Il meglio per un vecchio (14-203)

Il meglio per un vecchio. (14-203)
Sono stato a trovare l'ultima vecchia zia che mi è rimasta. Novantenne.
La vedo raramente. Due o tre volte all'anno.
Sono nella condizione ideale per accorgermi di cambiamenti, fisici o psichici.
Infatti i suoi familiari, dopo il commiato da lei, mi hanno chiesto come l'avevo trovata.
Bene – ho risposto – non è cambiata dall'ultima mia visita. Ho visto che fisicamente riesce ancora a scendere le scale. Psichicamente è abbastanza lucida. Ha perso memoria, ma non di più dell'ultimo nostro incontro.”

Quando si tratta di persone molto anziane, è già un'ottimo risultato la mancanza di cambiamenti. Perchè, se vi sono cambiamenti, non può che essere in peggio.
Buona condizione, per i grandi vecchi, è la stasi. Restare nelle condizioni di uno, due anni prima. Anche se questo significa non uscire più di casa, essere dipendenti da altri per gran parte delle azioni che li riguardano, faticare a leggere un libro.
Anche i giovani non hanno speranze di miglioramento del loro caro molto anziano. Danno per scontato che la situazione è destinata a peggiorare. Sono lieti se il peggioramento è ritardato.
Sanno che la fine è prossima.
Una stasi nelle condizioni generali sposta di qualche tempo la fine.
Ma solo di un pò di tempo.

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18 ottobre 2014

Nervosismo (14-202)

Nervosismo. (14-202)
Sono una persona nervosa. Non solo me lo dice la mia compagna. Ne ho le prove.
Da quando ho superato i sessant'anni lo sono diventato di più. 
Mi è capitato più volte di perdere la calma, per esempio, per questioni di traffico. Mi è capitato di inveire e di cercar la lite. Mi sembra che sia più forte di me.
Forse invecchiando si diventa più intolleranti?
Ma da vecchi si dovrebbero avere più strumenti per comportarsi con equilibrio anche in situazioni conflittuali.
Ne ho già scritto (vedi n. 66, 115, 261), ma ci devo ritornare su. E' questione non risolta.
Per ora posso solo dirmi di vigilare di più.
Quando mi accorgo che sono vicino a perdere la calma, devo lasciar perdere. 
Non è solo questione di incolumità fisica (ad attaccar lite un vecchio rischia sempre). 
È questione di stile di vita. Di equilibrio raggiunto. Di dare esempio.
Devo lasciare ai giovani le reazioni impulsive.
Ai giovani si può perdonare.
Ai vecchi, no.

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17 ottobre 2014

Anche i vecchi sbagliano (14-201)

Anche i vecchi sbagliano. (14-201)
Tornavo a casa in bicicletta. Nella pista ciclabile. A un certo punto la pista ciclabile sfocia nell'area di una fermata di autobus. Sul percorso della pista vi era un tale, fermo, che parlava con altre persone, fuori della pista. Suono il campanello, ma devo rallentare e frenare, perchè solo all'ultimo quel tale si sposta. Riprendo, senza proferir parola. Solo allora sento un'altra persona che, ad alta voce, mi rimprovera dicendo che in quel tratto devo andar piano, perchè ci sono pedoni: era uno degli interlocutori di quel tale.
Mi fermo. Inverto la marcia. Torno indietro per chieder conto di quel rimprovero. Gli chiedo se è un dipendente del comune e gli chiedo nome e cognome. Mi sento dalla parte della ragione e voglio vincere. E uso tutte le armi per vincere. Lo colgo in fallo in due questioni.

Non importa com'è finita. 
Importa che io ho sbagliato. E in più sensi.
Ho sbagliato perchè in quel punto prudenza vuole che si vada piano.
Un vecchio deve capirlo.
Ho sbagliato perchè sono stato inutilmente aggressivo e minaccioso, nel rivendicare le mie ragioni.
Un vecchio ormai non deve più farlo.
Ho sbagliato perchè ho voluto vincere anche quando avevo (almeno un po') torto.
Un vecchio dovrebbe essersi pacificato sul vincere o perdere, nella vita.
Ho perso una occasione.

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15 ottobre 2014

La bicicletta (14-200)

La bicicletta. (14-200)
Il mio vicino, ottantaseienne, va ancora in bicicletta.
Ne ho già scritto in termini severamente negativi (vedi n. 14-186).
Ieri l'ho incontrato in garage, mentre inforcava ancora la bici. Non ho potuto fare a meno di invitarlo alla prudenza (un paio di mesi fa è caduto ).
Mi ha spiegato che camminare gli procura dolori alle gambe. Non riesce più a percorrere neppure tratti brevi, come recarsi al vicino supermercato.
Se non uso la bicicletta non mi muovo più.” Ha aggiunto sconsolato.
Pur comprendendone i rischi, ha scelto di usare la bicicletta come ultima scelta di libertà.
L'avevo giudicato imprudente. 
Invece si trattava della lotta per conservare un po' di autonomia.
Ho dato un giudizio superficiale, su quel vecchio.
L'ho dato dal punto di vista di un vecchio giovane: il mio.
Non ho tenuto conto di cosa può succedere con vent'anni di più.
Dell'ultima vecchiaia non so niente.
Nessuno ne sa niente.

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14 ottobre 2014

Rimproveri (14-199)

Rimproveri. (14-199)
Da giovane (e anche da uomo maturo) mi arrabbiavo molto per certi rimproveri o giudizi su di me. Anche (e soprattutto) per cose di poco conto. In famiglia, per esempio. 
Con l'andar del tempo ci ho fatto l'abitudine e così mi sono progressivamente arrabbiato sempre meno.
Ci ho fatto il callo, si usa dire. Cioè sentivo il colpo, ma il callo attutiva il dolore.
Diventato vecchio, non sento neppure il colpo. 
Il rimprovero scivola via. Come se non mi riguardasse.
È diverso dall'essersi fatti il callo.
Dipende tutto dal senso di relatività per i fatti della vita che si acquisisce da vecchi.
I vecchi vedono tutto nell'ottica dei pochi anni che restano loro da vivere.
Che valore può avere un rimprovero a tre cinque anni dalla fine della nostra vita?
Soprattutto: che senso può avere essere ancora legati all'amor proprio a ottant'anni?
Un maestro indiano, molto anziano, diceva: “Se mi dicono: il maestro si è comportato come uno stupido, non mi offendo. Se penso che non sia vero, la cosa non mi riguarda. Se penso che sia vero, ringrazio la persona che mi ha aperto gli occhi!”

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13 ottobre 2014

L'ultimo libro (14-198)

L'ultimo libro. (14-198)
E' appena uscito (in Italia) l'ultimo libro di Colin Campbell.
Gioia.
È intitolato: Whole-Vegetale e integrale. Macroedizioni, 2014.
L'autore è lo stesso di The China Study, di cui ho scritto più volte (n. 14-34, 14-42). Lo leggerò al più presto.
Il mio entusiasmo per quel libro dipende dal seguente fatto: l'autore ha dato veste scientifica a un'idea che ho sempre avuto e sempre sperimentato valida: una dieta vegetariana migliora la vita, diminuisce la possibilità di molte malattie.

Diventare vecchi ha anche questo vantaggio. Vivendo a lungo, si può assistere al realizzarsi di alcuni nostri ideali. Oppure alla legittimazione di nostre idee.
È una soddisfazione non da poco, soprattutto per chi le riteneva valide, ma non riusciva a sostenerle con evidenze scientifiche certe.
Occorrono molti anni perchè un'idea trovi il suo giusto riconoscimento.
Solo chi vive a lungo può avere di queste fortune.

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12 ottobre 2014

Intatto (14-197)

Intatto. (14-197)
Ero al supermercato. Molta gente. Discreta confusione.
A un tratto una voce più alta lancia un richiamo. Un signore anziano si gira e riconosce chi l'ha chiamato. Gli va incontro. Si abbracciano. 
Due conoscenti, probabilmente, che non si vedevano da tempo.
Entrambi erano vecchi.
Mi ha colpito il gesto affettuoso. La gioia di rivedersi. Il ricordo di una amicizia.
Mi ha colpito che fossero vecchi.
Fatto da giovani, sarebbe parso normale.
Da vecchi, no. Sorprende.
Eppure da vecchi il potenziale affettivo resta intatto. Anzi a me pare che aumenti. Depurato da incrostazioni dovute a interessi, gelosie, recriminazioni.
L'affettività non invecchia.
Anzi, invecchia, ma migliora.

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09 ottobre 2014

La chiusura del cerchio (14-196)

La chiusura del cerchio. (14-196)
Ho scritto molto sulle malattie della vecchiaia, in questo diario.
Ho anche raccomandato di rifornire l'organismo di antiossidanti (per esempio polifenoli contenuti in alcuni alimenti), per combattere i radicali liberi, fonte di malanni (tumori, cardiopatie, forse anche Parkinson e Alzheimer). (Vedi 14-192)
Poi ho letto The China Study di Colin Campbell. Sulla base delle sue ricerche mi sono del tutto convinto che l'alimentazione vegetariana è l'optimum, specialmente per gli anziani, perchè rifornisce l'organismo di molti anti-ossidanti. È la tipica alimentazione anti-malattie. (Vedi 14-71 e 14-73.)

C'è un punto oscuro in tutto ciò.
Che cosa c'è nella carne di dannoso? Che c'entra la carne coi radicali liberi?
In maniera del tutto casuale ho trovato una risposta plausibile. In un libro che avevo da anni, ma che non avevo mai letto.
Anche le vitamine uccidono, questo il libro, di F. Francini Pesenti, ed. GB (Padova)-1998.
La tesi (documentata da ricerche numerose) è la seguente.
La carne è una buona fonte di ferro, nella forma detta ferro-eme.
Il ruolo del ferro nella produzione di radicali liberi è determinante. Ma il ferro nell'organismo è sempre legato a proteine che fungono da protettori. Quando si svincola produce danni. Cioè radicali liberi. E si svincola di più se ce n'è troppo.
In più: quando le riserve di ferro dell'organismo sono adeguate c'è un altro meccanismo protettivo che impedisce l'assorbimento di troppo ferro per via intestinale.
Purchè si tratti di ferro di origine vegetale. Se è ferro animale, la protezione non funziona.
Insomma il ferro serve, ma è pericoloso.
Quando ce n'è abbastanza il corpo non ne prende più.
Ma se la fonte di ferro è la carne (ferro-eme) questo meccanismo protettivo non funziona più. Chi mangia carne impedisce all'organismo di difendersi dall'eccesso di ferro.
L'intestino lascia passare il ferro-eme, che si accumula, oltre il necessario.
Più ferro accumulato rende più probabile lo svincolo del ferro dalle proteine.
Più ferro svincolato, più radicali liberi. Più malattie.

Dunque più carne, più malattie.
Il cerchio si chiude.

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08 ottobre 2014

Sorprese (14-195)

Sorprese. (14-195)
Solito giro tardo-pomeridiano coi cani.
Le giornate sono più corte, metà del giro la faccio all'imbrunire.
Sono su una strada residenziale. Piccoli condomini. Sull'altro lato intravedo (è quasi buio) una signora anziana che procede lungo il muro di casa. Equilibrio instabile. Per camminare si aggrappa letteralmente a dei mattoni sporgenti, afferrandoli con entrambe le mani. Attraverso la strada per vedere meglio. Non troppo vicino però. Pavento gli incontri con questi vecchi malandati. Al degrado del corpo si accompagna quello psichico. Non desidero fare conversazione.
L'anziana vede me coi cani. Mi fissa. Sto uscendo dal suo raggio quando se ne esce dicendo, con un largo sorriso: “Che bella compagnia!”
La sua voce è chiara, vivace, piena di empatia.
Sorpreso non posso fare a meno di risponderle: “Grazie!”
Un piccolo miracolo.
Talvolta al degrado del corpo non si accompagna quello psichico.
Solo a volte, però.

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07 ottobre 2014

Morte e vita (14-194)

Morte e vita. (14-194)
Un mese fa è morta una mia zia. L'ultima superstite da parte di mio padre.
L'ultima col mio cognome.
Adesso il più vecchio della famiglia sono io. Depositario di ricordi, memorie, eventi.
Per di più ho scoperto che i miei cugini poco ne sanno. Sono io che devo informarli (come ho fatto recentemente).
Ora alle mie spalle c'è il vuoto. Nessuno più vecchio su cui appoggiarsi. O condividere.
Devo sbrigarmi a scrivere qualcosa su mio padre. Gli anni passano. Ci si dimentica.

Fra un mese nascerà il figlio di mio figlio. È il primo della quinta generazione, a partire da mio nonno. L'ultima che incontrerò.
La morte di mia zia era attesa. Non ne sono stato turbato.
Non mi ha neppure dato la sensazione del trascorrere inesorabile del tempo.
Invece l'annuncio della nascita di mio nipote mi ha fortemente emozionato.
Un regalo di tempo. Tempo in aggiunta. Un di più di tempo concesso.
Alla mia famiglia.
E a me.

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06 ottobre 2014

Vitamina B-12 (14-193)

Vitamina B-12. (14-193)
Quando mia madre era in vita, il medico di base le prescrisse la vitamina B-12.
Tutti gli anziani ne sono carenti, meglio prevenire.” Così si giustificò. 
Non osservai nessun effetto, ma forse prevenne dei danni. Del resto non aveva fatto delle analisi per conoscere il tasso di B-12 nel sangue.

Negli ultimi due anni la mia dieta si è molto orientata verso cibi vegetali. Non sono un vegano, cioè mangio un po' di cibi di origine animale, ma ne mangio proprio pochi.
Tre quattro uova, un etto e mezzo di formaggio, una o due porzioni di pesce. Al mese.
Dei vegani si dice che siano carenti di vitamina B-12. 
Così, per prudenza, ho chiesto al mio medico di prescrivermi l'analisi del tasso di B-12.
Ho scoperto di averne la metà del minimo vitale. Ho deciso di assumerne. Ma non mi pareva di avere sintomi di carenza (anemia, scoordinazione motoria, depressione, confusione, agitazione, diminuzione della memoria).

Quando avevo otto-dieci anni ero affetto da un disturbo doloroso: le afte, ulcere sulla lingua e in bocca. Il mio medico d'allora mi prescrisse vitamine del gruppo B, che presi ma senza controllare se avevano o no effetto.
Le afte mi hanno tormentato per molto tempo, talvolta più, a volte meno. Mi sono tornate insistenti da quando sono diventato vecchio. Non sono mai riuscito a debellarle né a scoprirne la causa.

Dunque, la settimana scorsa, ho cominciato a prendere vitamina B-12 (intendo farlo per due o tre mesi; due volte l'anno).
Fortuna ha voluto che proprio in quei giorni avessi delle afte.
Ho fatto bingo!
Le afte mi sono passate in 24 ore.
Altra fortuna: anche la mia compagna soffre di afte da un paio di anni. Anche a lei sono passate con l'assunzione di B-12.
Morale: da vecchi forse è un bene assumere B-12 (magari dopo aver fatto delle analisi).

Ho aggiunto un altro prodotto al mio pacchetto di sostanze per star bene in vecchiaia!

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

05 ottobre 2014

Sonnolenza (14-192)

Sonnolenza. (14-192)
Ho ascoltato un brandello di conversazione fra due vecchi per strada.
Di mattina, dopo che mi sono alzato e fatto colazione, mi viene una sonnolenza, tanto che tornerei volentieri a letto!” Diceva il primo, un vecchio sugli ottanta.
Qualche volta capita lo stesso anche a me.” Ribatteva il secondo, un vecchio più giovane.
La sonnolenza dei vecchi è argomento di battute e barzellette. Un recente presidente del consiglio italiano, settantacinquenne, veniva sorpreso spesso con gli occhi chiusi, durante cerimonie e manifestazioni pubbliche.

Anche a me all'inizio della mia vecchiaia prendeva una certa sonnolenza durante il giorno oppure una stanchezza infinita verso sera.
Il mio geriatra mi ha spiegato che invecchiando i meccanismi fisiologici per neutralizzare i radicali liberi diventano meno efficienti. Questi ultimi si accumulano. Il sistema migliore per neutralizzarli è il sonno. Ecco allora che, anche se ci siamo svegliati da poco, ci viene sonno di nuovo, se si sono formati altri radicali o non si sono smaltiti completamente col sonno quelli del giorno prima.
I radicali liberi sono pericolosi perchè sono degli ossidanti e possono modificare il Dna.
E indurre il cancro. E l'organismo cerca di combatterli.

Contro i radicali liberi ci sono dei rimedi.
Ne ho scritto diffusamente nel 2012 (vedi n. 42, 69, 87). Li richiamo qui.
Si tratta di assumere alimenti che contengano polifenoli. Che sono potenti antiossidanti. 
E i polifenoli sono contenuti in alcuni cibi. La curcuma, spezia indiana; i mirtilli, la spremuta d'arancia, il tè verde, le ciliegie.
Soprattutto la curcuma è miracolosa per evitare quella fastidiosa sonnolenza.
Oggi vi sono altri cibi un po' speciali che contengono potenti antiossidanti. 
Le bacche tibetane gogji, i semi di chia, i frutti brasiliani di aç, la farina di maquì.
Insomma di armi ne abbiamo.
Per ritardare questo effetto della vecchiaia. 
Non per vincere, però.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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