Anche i vecchi sbagliano.
(14-201)
Tornavo a casa in
bicicletta. Nella pista ciclabile. A un certo punto la pista
ciclabile sfocia nell'area di una fermata di autobus. Sul percorso
della pista vi era un tale, fermo, che parlava con altre persone,
fuori della pista. Suono il campanello, ma devo rallentare e frenare,
perchè solo all'ultimo quel tale si sposta. Riprendo, senza proferir
parola. Solo allora sento un'altra persona che, ad alta voce, mi
rimprovera dicendo che in quel tratto devo andar piano, perchè ci
sono pedoni: era uno degli interlocutori di quel tale.
Mi fermo. Inverto la
marcia. Torno indietro per chieder conto di quel rimprovero. Gli
chiedo se è un dipendente del comune e gli chiedo nome e cognome. Mi
sento dalla parte della ragione e voglio vincere. E uso tutte le armi
per vincere. Lo colgo in fallo in due questioni.
Non importa com'è
finita.
Importa che io ho sbagliato. E in più sensi.
Ho sbagliato perchè in
quel punto prudenza vuole che si vada piano.
Un vecchio deve capirlo.
Ho sbagliato perchè sono
stato inutilmente aggressivo e minaccioso, nel rivendicare le mie
ragioni.
Un vecchio ormai non deve
più farlo.
Ho sbagliato perchè ho
voluto vincere anche quando avevo (almeno un po') torto.
Un vecchio dovrebbe
essersi pacificato sul vincere o perdere, nella vita.
Ho perso una occasione.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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