Il meglio per un vecchio.
(14-203)
Sono stato a trovare
l'ultima vecchia zia che mi è rimasta. Novantenne.
La vedo raramente. Due o
tre volte all'anno.
Sono nella condizione
ideale per accorgermi di cambiamenti, fisici o psichici.
Infatti i suoi familiari,
dopo il commiato da lei, mi hanno chiesto come l'avevo trovata.
“Bene – ho risposto –
non è cambiata dall'ultima mia visita. Ho visto che fisicamente
riesce ancora a scendere le scale. Psichicamente è abbastanza
lucida. Ha perso memoria, ma non di più dell'ultimo nostro
incontro.”
Quando si tratta di
persone molto anziane, è già un'ottimo risultato la mancanza di
cambiamenti. Perchè, se vi sono cambiamenti, non può che essere in
peggio.
Buona condizione, per i
grandi vecchi, è la stasi. Restare nelle condizioni di uno, due anni
prima. Anche se questo significa non uscire più di casa, essere
dipendenti da altri per gran parte delle azioni che li riguardano,
faticare a leggere un libro.
Anche i giovani non hanno
speranze di miglioramento del loro caro molto anziano. Danno per
scontato che la situazione è destinata a peggiorare. Sono lieti se
il peggioramento è ritardato.
Sanno che la fine è
prossima.
Una stasi nelle
condizioni generali sposta di qualche tempo la fine.
Ma solo di un pò di tempo.
(L’indice per argomenti
del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La
sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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