19 ottobre 2014

Il meglio per un vecchio (14-203)

Il meglio per un vecchio. (14-203)
Sono stato a trovare l'ultima vecchia zia che mi è rimasta. Novantenne.
La vedo raramente. Due o tre volte all'anno.
Sono nella condizione ideale per accorgermi di cambiamenti, fisici o psichici.
Infatti i suoi familiari, dopo il commiato da lei, mi hanno chiesto come l'avevo trovata.
Bene – ho risposto – non è cambiata dall'ultima mia visita. Ho visto che fisicamente riesce ancora a scendere le scale. Psichicamente è abbastanza lucida. Ha perso memoria, ma non di più dell'ultimo nostro incontro.”

Quando si tratta di persone molto anziane, è già un'ottimo risultato la mancanza di cambiamenti. Perchè, se vi sono cambiamenti, non può che essere in peggio.
Buona condizione, per i grandi vecchi, è la stasi. Restare nelle condizioni di uno, due anni prima. Anche se questo significa non uscire più di casa, essere dipendenti da altri per gran parte delle azioni che li riguardano, faticare a leggere un libro.
Anche i giovani non hanno speranze di miglioramento del loro caro molto anziano. Danno per scontato che la situazione è destinata a peggiorare. Sono lieti se il peggioramento è ritardato.
Sanno che la fine è prossima.
Una stasi nelle condizioni generali sposta di qualche tempo la fine.
Ma solo di un pò di tempo.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

Nessun commento:

Posta un commento