29 agosto 2015

I mesi che restano (15-131)

I mesi che restano. (15-131)
Inutile farsi illusioni.
Se la speranza media di vita, in Italia, è di 81 anni, io (che ho quasi settant'anni) realisticamente non posso attendermi di vivere più di altri 140 mesi.
Tanti. Come ho scritto in altri anni.
Pochi, se penso agli ultimi miei mesi passati.
Ho la memoria netta degli ultimi tre mesi. Di cosa ho fatto, della stagione, del caldo.
Del fluire della mia vita, insomma.
Gli ultimi tre mesi fanno ancora parte del mio presente. Non sono sepolti nel passato, non hanno perduto i contorni netti del momento attuale.
Ebbene, sono passati in fretta. Sono volati.
È inquietante come il tempo si consumi in fretta, alla mia età.
Così in fretta.

Intanto, di mesi, me ne restano 137.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 agosto 2015

L'ultimo (15-130)

L'ultimo. (15-130)
Guardando le locandine degli annunci mortuari (che si trovano appese per la strada, secondo un'abitudine del mio paese), mi colpisce sempre l'età delle morti, soprattutto quando chi muore è più giovane di me.
A guardare le locandine, chi supera i 60 anni dovrebbe sapere che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo.
Infarti, incidenti, ictus sono mine vaganti lungo la strada della vecchiaia.
Dobbiamo finire tutti.
Più ci avviciniamo agli ultimi anni, meno tempo resta.
Più probabile diventa che il giorno che viviamo sia l'ultimo.
E' statistica.

Me lo devo ricordare, io che sono italiano e (come dice Diamanti, vedi ieri) ho la percezione della mia vecchiaia solo dopo gli 83 anni.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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27 agosto 2015

Percezioni* (15-129)

Percezioni.* (15-129)
Ho letto un articolo, di alcuni anni fa, su un saggio di Ilvo Diamanti, un bravo sociologo della mia regione.
L'aricolo riguardava un'indagine sulla percezione delle varie età della vita da parte degli italiani.
Risultati sorprendenti.
Gli italiani si sentono giovani ben oltre i quarant'anni, quando ormai si è nel pieno della vita professionale e delle responsabilità di famiglia. Cioè nel pieno dell'età matura. 
Altro che gioventù!
Ciò che più sorprende è che si sentono vecchi soltanto dopo gli ottantatre anni.
Dato che le statistiche attestano che la speranza di vita media in Italia è di 81 anni, praticamente gli italiani si sentono vecchi due anni dopo la loro morte!

Chissà se vale lo stesso anche per altri popoli (europei e non).

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26 agosto 2015

La visita (15-128)

La visita. (15-128)
Sono andato a far visita all'unica zia che mi è rimasta. Molto anziana, 92 anni.
La vado a trovare un paio di volte all'anno.
Generalmente il nostro incontro avviene così: io le parlo, le chiedo come sta, rispondo alle domande sulla mia vita che puntualmente mi fa. La comunicazione non è molto ricca, perchè lei dimentica facilmente ciò che le dico e così devo ripetere più volte le cose. 
Però è uno scambio sufficiente fra due parenti stretti. Uno scambio d'affetti.

Quest'anno non sono andato da solo. Mio figlio all'ultimo momento mi ha proposto di andare insieme, anche con Pietro, il nuovo suo figlio, che la zia non aveva ancora visto.
L'incontro è stato più movimentato, perchè si sono aggiunti, mentre eravamo dalla zia, anche suo figlio e la moglie, che abitano nella casa attigua.
Inevitabilmente l'attenzione si è concentrata sul bambino. E, come avviene sovente, quando dei vecchi molto in là con gli anni partecipano a incontri con altre generazioni, la zia è rimasta un po' ai margini dei discorsi. 
Osservava il bambino, ascoltava le nostre conversazioni, ma è rimasta sostanzialmente in silenzio.

Avviene così coi molto-vecchi.
Partecipano sì agli incontri, ma in modo defilato, in punta di piedi.
Non disturbano.
È un modo per anticipare il distacco che vi sarà con la loro morte.
Ci si abitua da prima alla loro assenza.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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24 agosto 2015

Raffaele La Capria (15-127)

Raffaele La Capria. (15-127)
E' uno scrittore napoletano. Ha più di 90 anni.
L'ho visto in TV in una intervista. Perfettamente lucido.
L'intervistatore, intelligente, ha capito che che non poteva lasciarsi scappare l'occasione di chiedergli com'era la vecchiaia.
La Capria ha risposto:”Se non ci sono malattie, la vecchiaia inoltrata è piacevole. Gli ultimi dieci anni, fra gli 80 e i 90, sono stati fra i più sereni della mia vita. A quest'età si può guardare alla vita passata da un punto privilegiato.”
In una frase ha risposto alle domande che mi faccio sull'ultima età.
Una risposta simile l'avevo trovata anche in un articolo di Oliver Sacks (vedi n. 299).

Nella stessa trasmissione, un'intervista simile era stata fatta a un altro grande vecchio, Elio Pandolfi, attore teatrale, quasi coetaneo di La Capria.
Alla domanda: che cos'è la vecchiaia, aveva risposto: “La vecchiaia è un malattia”.
Due modi diversi di vivere la vecchiaia avanzata.
Entrambi sono presenti, anche se la seconda risposta mi sembra la più comune.

Se si può vivere la vecchiaia senza malattie, penso che lo stile di vita (cibo e movimento) abbia il suo forte peso.

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21 agosto 2015

Ecco perchè* (15-126)

Ecco perchè.* (15-126)
Leggo spesso libri sull'alimentazione. È il mio campo di studio preferito.
Quest'anno è uscito Il cibo dell'uomo, di Franco Berrino ed. FrancoAngeli.
L'autore (medico, patologo, epidemiologo) ha diretto il dipartimento di medicina preventiva dell'Istituto Tumori di Milano. Ha svolto numerose ricerche sull'influenza della dieta nello sviluppo del cancro.
Il libro, che tratta prevalentemente proprio il rapporto fra cibo e cancro, è ricchissimo di citazioni di ricerche. Non le ho contate, ma saranno almeno un migliaio.
Libro imperdibile.
In uno degli ultimi capitoli l'autore apre uno squarcio su un tema nuovissimo e in rapida crescita: quello della flora batterica intestinale.

Il nostro organismo è costituito da circa 50.000 miliardi di cellule.
E ospita circa 100.000 miliardi di batteri!
Siamo dunque il risultato della simbiosi di organismi diversi.
Stupido ignorare l'influenza di questi batteri sulla nostra salute.
Leggendo il libro ho capito, a posteriori, il successo dei miei cambiamenti di dieta.
A ogni nuova dieta è cambiata la composizione della mia flora batterica.
E se ho avuto risultati positivi, ciò significa che la nuova flora era migliore della precedente. Senza saperlo con certezza, ma solo guidato da un'oscura intuizione, sto dando un contributo positivo alla mia salute.
Le attuali ricerche testimoniano proprio che la prevalenza di un tipo di batteri a scapito di altri induce una malattia o viceversa la fa regredire.
E non parlo solo di malattie dell'apparato digerente. Ma di tutte.
E la dieta favorisce questa o quella classe di batteri.
Chi vivrà vedrà.

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20 agosto 2015

Altri vantaggi (15-125)

Altri vantaggi. (15-125)
La dieta che sto seguendo (vegetariana alcalina crudista) mi ha dato numerosi vantaggi, che ho descritto in altre pagine (vedi 15-098 -099 -102, e da 15-104 a 15-110).
Ve ne sono altri.

Ho smesso di assumere quei cibi particolari contenenti antiossidanti (polifenoli), perchè, nutrendomi sostanzialmente di verdura cruda (e poca frutta) e di semi (mandorle, nocciole ecc.), assumo tutti gli antiossidanti che questi contengono. E i vegetali crudi ne hanno tanti (li hanno inventati loro, si potrebbe dire). Non ho più bisogno di supplementi.
Quindi niente più bacche Gogji, semi di chia, curcuma eccetera che vanno bene nella dieta normale, ma diventano inutili nella mia nuova dieta.

Ho smesso di bere tanta acqua. Perchè la verdura cruda ne contiene già il 90%.

Non devo limitarmi nella quantità di cibo. Perchè si tratta di cibo diluito.
Il mio stomaco dopo i pasti è sempre pieno.
Ma non è mai appesantito, come mi succedeva sempre assumendo cibo concentrato (tipo cereali, pesce o carne, formaggi).

Di quel che mangio sono soddisfatto. Perchè a ogni dieta ci si abitua.
Apprezzo di più quel po' di cibo concentrato che talvolta mangio.

Anche i denti ne hanno tratto giovamento. Non ho più depositi di tartaro tipici di chi mangia molti cereali (così mi disse il mio dentista). Del resto pare che l'uomo del paleolitico avesse denti migliori di quelli dell'uomo del neolitico (è stato nel neolitico che si sono cominciati a coltivare i cereali).

Che dire?
Mi sembra di aver scoperto la dieta perfetta. Quella adatta alla nostra genetica.
Mi sembra di aver fatto una scoperta importante.
Mi piacerebbe che altri provassero.
Soprattutto i vecchi, perchè è in vecchiaia che si scontano le scelte alimentari sbagliate. 
Ma va bene se anche riguarda me soltanto. 

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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18 agosto 2015

Leggerezza (15-124)

Leggerezza. (15-124)
Dovevo incontrarmi con mio figlio. Mi veniva a prendere a casa con la sua auto.
Per anticipare i tempi, sono sceso in strada. Poi, siccome non arrivava ancora, mi sono incamminato verso la direzione dalla quale sarebbe venuto. Quando è sopraggiunto non mi ha visto e ha continuato verso casa mia, una cinquantina di metri più avanti. Così sono tornato indietro e ho fatto di corsa il tratto che mi separava da lui.
Sorpresa!
Mi sono sentito leggero leggero.
La corsetta non mi ha pesato, anzi l'ho fatta con disinvoltura.
Quando ero più giovane amavo correre. Distanze lunghe, 5-10 km.
Non avevo velleità agonistiche. Correvo per me. E mi riusciva benino.
Anche allora mi sentivo leggero.
Ho smesso quando sono arrivato a sessant'anni.

Un'altra pausa della vecchiaia, mi son detto.
Oppure è l'effetto del chilo e mezzo di peso che ho perso nell'ultimo mese.
Quasi quasi ricomincio a correre.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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16 agosto 2015

Due lezioni (15-123)

Due lezioni. (15-123)
Una coppia di conoscenti, con una figlia adolescente.
La figlia alla madre: “Non capisco certe donne, che si vestono come giovani, si atteggiano da teenager, vogliono essere seduttive come fossero ragazzine. E sono vecchie come te. Anzi, fisicamente sono peggio di te.”
E la madre non ha ancora cinquant'anni.

Colpisce come, fin da giovanssimi, i ragazzi abbiano idee chiare e nette su come ci si dovrebbe comportare.
Ogni età ha i suoi codici. Un'età non deve assumere comportamenti di altre.
Ogni età stia al suo posto.
Le età successive non hanno questa chiarezza (caso tipico le coppie con età molto differenti: sia il vecchio che si accompagna con una ventenne, sia l'anziana che fa coppia con un partner che potrebbe essere suo figlio).

Seconda lezione. Il concetto di vecchiaia è relativo. 
Per un'adolescente è vecchio chi ha cinquant'anni (forse anche chi ne ha quaranta). 
Per i suoi genitori sono vecchio io (settanta). 
Per me è vecchio il mio vicino ottantasettenne.
Denominatore comune sono i decenni aggiuntivi di vita che si sono vissuti.
Vecchiaia è vita in più.

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14 agosto 2015

Sonno (15-122)

Sonno. (15-122)
Ho preso l'abitudine di andare a letto di pomeriggio.
Non mi limito a una breve sosta ristoratrice.
Dormo quasi due ore.
Poi mi rialzo, perfettamente riposato e pronto per l'ultima parte del giorno.
Sommando queste ore di sonno con quelle della notte arrivo a nove ore.
Non poco.
Ho pensato al mio cane vecchio. In questi ultimi due anni dorme molto di più.

Le persone molto anziane spesso dormono molto, anche di giorno. Fanno dei riposini di tanto in tanto durante la giornata. Se stanno insieme ad altri, in compagnia, non sono rari i momenti in cui non seguono più la conversazione. E chiudono gli occhi.
Nell'età anziana, progressivamente si riducono i tempi di veglia.
Il tempo del sonno guadagna sempre più terreno a quello di veglia.
Come se si cominciasse ad allenarsi a non svegliarsi più.
Per un passaggio graduale al sonno ultimo.

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13 agosto 2015

Nonne* (15-121)

Nonne.* (15-121)
La mia compagna dice che sono un nonno speciale.
Lo ammetto: nella categoria dei nonni maschi, appartengo alla fascia superiore.
Mi prendo cura dei miei nipoti. Ecco tutto. 
Non li considero un fastidio, anche se accudirli è faticoso. Li tratto da persone.
Ma se mi confronto con quello che fanno le nonne …
Non c'è paragone.
Lo vedo proprio in ciò che fa la mia compagna per la nipotina che è nata venti giorni fa.
Non parlo tanto di tenerezza, delicatezza, amore verso quel nuovo essere.
Parlo invece della capacità di sacrificio, di abnegazione, di tenuta psichica nella situazione attuale, che si presenta difficile per la coppia mamma-neonata.
Lei si trasferisce da nostra figlia ogni volta che suo marito è assente di notte per lavoro (anche tre giorni consecutivi alla settimana).
Capisco che sia normale, che nei primi mesi di vita la neo-mamma abbia bisogno d'aiuto.
Ma questo aiuto è tutto sulle spalle della nonna. 
Che tra parentesi è vecchia. 
E che lavora ancora.
La nonna è stanca, dolorante, insonne. 
Ma c'è sempre. Stringe i denti e non cede.
Le nonne sono di più.
Forse perchè le donne sono di più.

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12 agosto 2015

Severità (15-120)

Severità. (15-120)
C'è stato un tempo in cui la mia condotta morale non era buona.
Nonostante le sofferenze che ho causato a chi mi stava vicino, allora avevo sempre una riserva di giustificazione per le mie azioni.
Mi dicevo che comunque bisognava capirmi. Che la mia vita fino ad allora era stata ineccepibile. Se mi permettevo qualche scappatella, poco male. Rivendicavo che la vita era mia e che io mi sarei assolto o condannato. 
E mi assolvevo.

Sono passati vent'anni dal quel periodo.
La penso in modo totalmente diverso.
Posso aver avuto mille giustificazioni, mille ragioni a favore, ma alla fine bisogna decidere sul valore di quel che si fa. 
O è bene o è male. Non esistono stati intermedi.
Ora so che era male.
E la mia condanna è severa.

Sono felice di aver vissuto abbastanza per cambiare idea.
Benedetta vecchiaia!

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11 agosto 2015

Soggetto a rischio (15-119)

Soggetto a rischio. (15-119) (11/08/15)
Al mio primo nipote è nata una sorellina. Momento difficile per la famiglia.
E così mi hanno chiesto di occuparmi un poco del grande (4 anni).
Lo porto al parco giochi, in giro per la città, all'orto botanico e così via.
Data la mia passione per la montagna e la vicinanza di alcune colline alla città, ho proposto al bimbo di fare una “scalata”: arrivare in cima a un colle vicino.
Grande entusiasmo, zainetto, scarponcini e via per i sentieri. Sempre alla mano del nonno, per evitare scivolate, abrasioni da rovi e per sicurezza.
Anche i genitori sono stati contenti.
Ma prima di partire ho notato qualche indecisione. Me ne hanno parlato.
E se ti viene un infarto? Un ictus? Anche solo un malore? Che ne è del bimbo?”
Li ho rassicurati, abbiamo concordato la via, promesso telefonate di tanto in tanto, munito il bimbo di fascetta di riconoscimento al polso.
È andato tutto liscio.

I timori dei genitori erano più che legittimi.
Come vecchio sono un soggetto a rischio.
Più fragile delle altre età.
Più incline agli incidenti.
È più probabile che un vecchio possa morire, così, da un momento all'altro.
Ho settant'anni: questa è la mia condizione.
Gli altri lo sanno, anche se io non ci penso.

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09 agosto 2015

Tutti (15-118)

Tutti. (15-118)
Tutti i vecchi devono occuparsi della vecchiaia (la propria).
È un'età risolutiva.
Non solo perchè è l'ultima.
La vita si completa con la vecchiaia. La vecchiaia ne è il coronamento.
Anche perchè si risolvono (letteralmente) degli enigmi. Quelli della vita. Si comprendono meglio le cose. Si possono avere piccole illuminazioni. Si può dire (talvolta):
Adesso finalmente ho capito”.
E invece, quando si giunge alla vecchiaia, ci si arrocca sulla lamentela di ciò che si è perso. Si attende pigramente la fine. Ci si butta spesso su alcol e cibo.
Che peccato!
Si perde la gioia di scoprire il meglio della vita.
La vecchiaia ha dei valori (nascosti) altamente positivi. Ci si ripiega su quelli negativi.
È come salire verso la cima di una vetta e fermarsi a un centinaio di metri dalla meta, occupati dalla stanchezza e dallo sforzo. 
Ci si ferma a girovagare qua e là, perdendo di vista l'obiettivo.
Si perde quanto vi è di bello quando si arriva in cima.

Hai fatto un grande sforzo per arrivare prossimo alla vetta (hai vissuto tanto): perchè rinunci a goderti la cima (la vecchiaia)?
 
È assurdo, ma i più fanno proprio così.

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08 agosto 2015

Pometti lazzarini: 4° anno* (15-117)

Pometti lazzarini: 4° anno.* (15-117)
Stamattina alcuni pometti lazzarini del parco, che frequento, erano già rossicci.
Quasi maturi. Ho provato ad assaggiarli. È ancora presto.
Ogni anno ho scritto della loro maturazione e di alcuni aspetti della vecchiaia che queste bacche evocano (curiosamente sono le pagine più lette del diario).
Anche quest'anno.
Ogni anno la loro maturazione mi ricorda che è passato un altro anno. Però non mi viene in mente che, dunque, sono agli sgoccioli della mia vita.
Mi richiama invece la circolarità della vita.
L'andamento delle stagioni riporta al concetto di ciclo.
Sempre uguale, ripetitivo, quasi statico, piuttosto che consumazione di tempo.
La circolarità è il frutto dell'abitudine che abbiamo accumulato sulle stagioni.
A ben pensare è un'indicazione di come si dovrebbe vivere.
Praticamente senza il tempo.
Non un anno dopo l'altro. Ma un anno e poi un anno e poi un anno ...
Cicli che si chiudono e si riaprono.
Poi un ciclo si interrompe.
Si muore.

È un altro modo di intendere la vita.


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07 agosto 2015

Lo zaino (15-116)

Lo zaino. (15-116)
Quando cammino in montagna, il mio bagaglio lo infilo tutto in uno zaino.
Perchè le strade sono solo sentieri (non ci passano le automobili!) e quindi per spostarrmi da un rifugio all'altro, l'unico modo è andare a piedi. 
E, a piedi, il modo migliore per trasportare cose è lo zaino.
Quando ero più giovane il mio zaino è arrivato a pesare fino a 12 kg. Adesso che sono vecchio lo ho ridotto: pesa solo 8-9 kg. Tre kg di meno si sentono, eccome.

Quando si termina di crescere, circa a vent'anni, si raggiunge un determinato peso corporeo. 
Il peso genetico, l'ho chiamato (vedi 15-109). Poi tutti (o quasi) lentamente crescono di peso, fino ad arrivare alla maturità o alla vecchiaia con 10 o 20 kg in più.
È evidente che si sbaglia qualcosa, nella nostra società. Il cibo che consumiamo non è adatto, se si perde il peso ideale.
Ma non di questo voglio scrivere (vedi eventualmente 15-107).

I chili in più non si sentono perchè la crescita è lenta e ci si abitua.
Poi quando si arriva alla vecchiaia si comincia a incespicare, a non aver un perfetto equilibrio, a sentirsi affaticati.
Risposta: è la vecchiaia.
Non è affatto vero!
Sono i chili in più che abbiamo accumulato, che a un certo punto si cominciano a sentire. La struttura ossea e muscolare che ci è propria, comincia a non tollerare quei chili in più che ci siamo accollati con tanta leggerezza, in decenni di cibo sbagliato.
È come se ci fossimo caricati sulle spalle uno zaino pesante, e che pretendessimo di camminare come se non l'avessimo.
Liberatevi dallo zaino! (Almeno provate, vedi 15-102 e 15-104)
È tutta un'altra vita.

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02 agosto 2015

Preferisce le pastiglie (15-115)

Preferisce le pastiglie. (15-115)
Ho un parente quarantenne. Attento alla salute e ai prodotti alimentari di qualità.
Nei suoi giri all'estero porta sempre a casa qualche novità salutista.
Recentemente ha cominciato a soffrire di acidità di stomaco, così forte che ha dovuto recarsi dal medico e fare una gastroscopia. Diagnosi: eccesso di produzione di acido.
E così si è piegato ad assumere un farmaco che agisce sulla cosiddetta pompa protonica.
Adesso sta meglio. Ma non può smettere di prendere il farmaco, perchè torna a star male.
Quindi per tutta la vita assumerà pastiglie!
La cosa mi ha sconvolto.
Conosceva molto bene il mio disturbo, quasi identico al suo. Conosceva che non mi ero piegato ai farmaci. Sapeva che ero stato meglio con la dieta vegetariana alcalina.
Poteva seguire la mia strada.
Non l'ha fatto. Ha preferito le pasticche.
Più facile, più semplice, senza rinunce gastronomiche.
Il fatto è che un farmaco non risolve il problema (dato dal cibo ), semplicemente lo tampona. Ma è accompagnato (il farmaco) da effetti collaterali. Si trattasse di qualche mese di assunzione, poco male.
Ma si tratta di tutta la vita.
Nessuno può pensare che ciò sia innocuo.
(Dimenticavo: il mio parente adora la carne e gli alcolici).

Com'è difficile trasmettere informazioni, modelli e valori dai vecchi ai giovani!

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01 agosto 2015

Autonomia* (15-114)

Autonomia.* (15-114)
La discriminante fra vecchiaia normale e vecchiaia estrema è l'autonomia. 
Di movimento, di pensiero, di gestione della propria vita.
Fin che il vecchio conserva un margine di autonomia, anche se ha 90 anni, appartiene alla vecchiaia normale.
Dopo è tutto diverso.
Si può perdere autonomia anche a settant'anni. E passare di colpo nella vecchiaia estrema. 
E permanerci a lungo.
Quando d'estate vado a camminare in montagna, anche se, anno dopo anno, gli sforzi che programmo sono sempre minori, provo ebbrezza.
Con lo zaino in spalla, a camminare per sentieri, a raggiungere una meta, a perdermi nel verde, nella solitudine, su pendii isolati, provo un enorme senso di pienezza, di libertà, di vitalità.
L'autonomia per i vecchi è tutto.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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