Cibo. (14-26)
Ho sempre
mangiato molto. A dieci anni, durante una cena in trattoria, degli
zii mi chiesero se avessi preferito mangiare un cibo prelibatissimo,
ma in piccola quantità, o i fagioli con la polenta (abbondanti è
dir poco), che stavo mangiando a quattro palmenti.
La mia risposta
fu perentoria: i fagioli, in gran quantità, senza alcun dubbio.
Anche in
quest'ultimo anno in cui ho cambiato dieta, diventando vegetariano
quasi del tutto, mangio grandi quantità di verdura.
Mangio in
continuazione, si lamenta mia moglie.
Ora sto
scoprendo che per una buona vecchiaia è bene mangiar poco.
È un segreto
che mi ha rivelato il mio farmacista novantenne (vedi 14-18).
E' una scoperta.
È anche una sfida. Ma è logica. In tarda età c'è meno bisogno di
energie. Per di più il sistema digerente, invecchiato, funziona meno
bene. Sarebbe naturale affaticarlo di meno.
É una sfida che
mi stimola. Vorrei provare a mangiar meno. Per vedere che succede.
Per fare una nuova esperienza, che alla mia età sarebbe molto utile.
Con meno cibo,
cervello più sgombro, stomaco più riposato.
Sembra che
migliori la vita.
Sembra che
allunghi la vita.
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107)
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