Bilanci 4.
(14-12)*
Continuo la
rilettura delle pagine del diario di un anno fa. Del mese di novembre
2012. Per vedere che cosa è cambiato, rispetto ad adesso.
Mi sono un po'
sorpreso: un anno fa avevo più paure. Di perdere le abilità delle
mani, di perdere la memoria, la concentrazione. Avevo un
atteggiamento più dolente di oggi. Usavo parole come perdere,
diminuire, la prima volta che capita una mancanza. Ero rassegnato
alla vecchiaia, più che vederne gli aspetti positivi. Sui quali
comunque riflettevo. Fra questi annoveravo la prudenza, l'esperienza
(soprattutto), la capacità di dire basta.
Ma il leit
motiv di fondo era che la vita è una parabola e che la vecchiaia
è il ramo discendente di quella curva.
In alcune pagine
ho ritrovato pensieri che ho oggi. Per esempio quando dicevo che
la vecchiaia
è ancora vita piena (e non anticamera della morte). O quando
intravedevo che la vecchiaia è duale: attesa della morte, ma anche
immersione totale nel presente.
In quel novembre
ho cominciato a parlare di coadiuvanti della vecchiaia, come gli
antiossidanti (la curcuma, per essere esplicito, che permette di
superare la stanchezza fisica che compare nella vecchiaia), e ho
citato il libro Invertire l'invecchiamento, che già nel
titolo esprime un'idea forte, oggi presente fra le mie idee.
La solidarietà
fra vecchi di diversa fascia e la socializzazione della vecchiaia
erano due programmi positivi, che davano uno sbocco diverso al solito
vivere la vecchiaia isolatamente.
Infine un anno
fa ho cominciato a dire che le donne vivono meglio la vecchiaia degli
uomini.
Bisogna imparare
da loro.
Insomma mi pare
che oggi sia meglio di un anno fa. Ho idee migliori. Mi sembra anche
di star meglio: per esempio non ho più avuto evidenti perdite di
memoria.
Che succede?
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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