13 gennaio 2014

Un risultato (14-11)

Un risultato. (14-11)
All'improvviso, una scoperta. Ho trovato un buon effetto di questo diario.
Su di me, almeno.
Ho cominciato a scrivere i miei pensieri sulla vecchiaia quando ho compiuto sessanta cinque anni. Suggestionato dall'età fatidica (l'ingresso formale nella vecchiaia) e da qualche accadimento tipico della terza età (come qualcuno che ti cede il posto in tram), ho cominciato a veder tutte le magagne della vecchiaia, come se mi stessero precipitando addosso a valanga.
Mi sono spaventato.
Scrivendo giorno per giorno questo diario, pian piano ho cominciato a capire, a distinguere. Ho compreso la gradualità delle trasformazioni. Al punto che capisco (solo ora) di non aver nulla a che vedere con un anziano estremo, un novantenne, per esempio. Tutti e due vecchi, ma che differenza!
È un pò quello che succede quando si esce dalla giovinezza e si entra nella maturità, diciamo a trent'anni. Un trentenne non sente nessuna vicinanza con un sessantenne, pur essendo entrambi classificabili come persone mature. L'arco di età ha un inizio che è diversissimo dalla fine.
Mi viene in mente un altro paragone. È come quando sali su un monte. Da distante la cima è netta e non ti puoi sbagliare. Ma quando arrivi sotto alla vetta, ti accorgi che spesso è preceduta da una specie di falso piano. Continui a salire, ma c'è un'ampia zona che precede la sommità.
Ti devi sforzare per individuare la vera cima.
Che comunque è ancora lontana.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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