Bilanci 5.
(14-13)*
Ultimo mese del
2012. Ho riletto, dopo un anno, che cosa scrivevo.
In quel mese, mi ero
concentrato sui segnali di vecchiaia. La stanchezza, i dolori fisici,
gli organi che non funzionano più bene (la prostata), la puzza
tipica, gli sforzi fisici che non si possono più fare. Anche su segnali
psichici: la noia per le feste, la sorpresa quando ti cedono il posto
in tram, l'accresciuta importanza della famiglia.
Molte le pagine
sulla morte. Contraddittorie. Non pensarci migliora la vita, ma
conoscere le modalità di come si muore, toglie angoscia.
Altro: imparare a
lasciarsi andare, come propedeutica per la morte. E testamento
biologico.
Poi qualche
pagina sulle perdite della vecchiaia: compare la perdita di
motivazioni per ciò che da giovani ci piaceva. Distacco dalla vita,
dunque. E la perdita di relazioni dei molto vecchi va di pari passo
con la perdita di facoltà mentali.
Da ultimo, pagine
sui grandi vecchi, cioè i vecchi dell'ultima fascia di vita. Per la
prima volta mi sono convinto che non è tutta la vecchiaia che fa
paura, ma gli ultimi anni. Gli altri, bene o male si vivono. Gli
ultimi spaventano. Fortuna che sono pochi.
Ma sono pochi
perchè poi si muore.
Maggioranza di
pensieri foschi, dunque.
Alcune
positività, però c'erano. L'apprendimento della prudenza, la solidarietà
verso i giovani (i vecchi devono assumere le speranze dei giovani,
anche se restano pochi anni).
Soprattutto positivi i
momenti in cui i vecchi comprendono la vita. Momenti magici.
Impagabili. Si raggiungono quando molti sono gli anni vissuti.
Un dubbio
finale: le donne diventano vecchie quando gli uomini?
Mi sembra di no.
Diventano
vecchie almeno dieci anni più tardi.
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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