16 gennaio 2014

Bilanci 5 (14-13)*

Bilanci 5. (14-13)*
Ultimo mese del 2012. Ho riletto, dopo un anno, che cosa scrivevo.
In quel mese, mi ero concentrato sui segnali di vecchiaia. La stanchezza, i dolori fisici, gli organi che non funzionano più bene (la prostata), la puzza tipica, gli sforzi fisici che non si possono più fare. Anche su segnali psichici: la noia per le feste, la sorpresa quando ti cedono il posto in tram, l'accresciuta importanza della famiglia.
Molte le pagine sulla morte. Contraddittorie. Non pensarci migliora la vita, ma conoscere le modalità di come si muore, toglie angoscia.
Altro: imparare a lasciarsi andare, come propedeutica per la morte. E testamento biologico.
Poi qualche pagina sulle perdite della vecchiaia: compare la perdita di motivazioni per ciò che da giovani ci piaceva. Distacco dalla vita, dunque. E la perdita di relazioni dei molto vecchi va di pari passo con la perdita di facoltà mentali.
Da ultimo, pagine sui grandi vecchi, cioè i vecchi dell'ultima fascia di vita. Per la prima volta mi sono convinto che non è tutta la vecchiaia che fa paura, ma gli ultimi anni. Gli altri, bene o male si vivono. Gli ultimi spaventano. Fortuna che sono pochi.
Ma sono pochi perchè poi si muore.
Maggioranza di pensieri foschi, dunque.
Alcune positività, però c'erano. L'apprendimento della prudenza, la solidarietà verso i giovani (i vecchi devono assumere le speranze dei giovani, anche se restano pochi anni).
Soprattutto positivi i momenti in cui i vecchi comprendono la vita. Momenti magici. Impagabili. Si raggiungono quando molti sono gli anni vissuti.
Un dubbio finale: le donne diventano vecchie quando gli uomini?
Mi sembra di no.
Diventano vecchie almeno dieci anni più tardi.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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