Il
trasportatore. (14-05)*
Alcuni giorni fa
ho partecipato all'ennesimo trasloco. Sempre con lo stesso
trasportatore. Un uomo di mezza età, forte e intelligente. Abituato
a lavorare pesante.
All'ora di
pranzo l'ho accompagnato a mangiare un boccone in una pizzeria vicino
a casa.
Io ho mangiato un'insalata e poi un piatto di verdure cotte.
Lui una pizza con wurstel e salamino piccante. Se avessi mangiato
anch'io la pizza mi sarebbe venuto il mal di stomaco.
Gli ho chiesto
se aveva problemi di stomaco o di intestino. Mi ha risposto di no.
Non è ancora
vecchio, il trasportatore. Soprattutto, lavora faticando molto. Una
fatica fisica. Anch'io quando faccio le mie camminate in montagna,
alla sera posso mangiare quel che voglio. Nulla mi fa male.
Il movimento
fisico ha un'importanza fondamentale per la salute.
L'uomo ha
un Dna formatosi quando i nostri progenitori facevano decine di
chilometri al giorno per procurarsi cibo. In tutte le epoche l'uomo
ha faticato molto. Solo nel nostro tempo si può vivere senza far
fatica. Lo paghiamo con una serie di disturbi, anche alimentari.
Muoversi
rappresenta l'essenza della nostra natura di uomini.
L'ho letto
in un grande libro: Prevenire e curare la depressione con il cibo,
di Attilio e Luca Speciani (2006).
Si tratta di un
testo di alimentazione, che spiega l'intreccio fra cibo, ormoni,
psiche e movimento, secondo le ultime scoperte.
Non è il solito
libro che propone una dieta e poi raccomanda genericamente di
svolgere un esercizio fisico. Spiega in modo esauriente quali
meccanismi fanno sì che, senza sforzo fisico, l'uomo si ammali.
Sulla base delle più recenti scoperte scientifiche.
Dovremmo
ricordarlo sempre, noi vecchi.
Senza movimento,
si invecchia precocemente.
Anzi, si muore.
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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