05 gennaio 2014

Il trasportatore (14-05)*

Il trasportatore. (14-05)*
Alcuni giorni fa ho partecipato all'ennesimo trasloco. Sempre con lo stesso trasportatore. Un uomo di mezza età, forte e intelligente. Abituato a lavorare pesante.
All'ora di pranzo l'ho accompagnato a mangiare un boccone in una pizzeria vicino a casa. 
Io ho mangiato un'insalata e poi un piatto di verdure cotte. Lui una pizza con wurstel e salamino piccante. Se avessi mangiato anch'io la pizza mi sarebbe venuto il mal di stomaco. 
Gli ho chiesto se aveva problemi di stomaco o di intestino. Mi ha risposto di no.
Non è ancora vecchio, il trasportatore. Soprattutto, lavora faticando molto. Una fatica fisica. Anch'io quando faccio le mie camminate in montagna, alla sera posso mangiare quel che voglio. Nulla mi fa male.
Il movimento fisico ha un'importanza fondamentale per la salute. 
L'uomo ha un Dna formatosi quando i nostri progenitori facevano decine di chilometri al giorno per procurarsi cibo. In tutte le epoche l'uomo ha faticato molto. Solo nel nostro tempo si può vivere senza far fatica. Lo paghiamo con una serie di disturbi, anche alimentari.
Muoversi rappresenta l'essenza della nostra natura di uomini
L'ho letto in un grande libro: Prevenire e curare la depressione con il cibo, di Attilio e Luca Speciani (2006).
Si tratta di un testo di alimentazione, che spiega l'intreccio fra cibo, ormoni, psiche e movimento, secondo le ultime scoperte.
Non è il solito libro che propone una dieta e poi raccomanda genericamente di svolgere un esercizio fisico. Spiega in modo esauriente quali meccanismi fanno sì che, senza sforzo fisico, l'uomo si ammali. Sulla base delle più recenti scoperte scientifiche.
Dovremmo ricordarlo sempre, noi vecchi.
Senza movimento, si invecchia precocemente.
Anzi, si muore.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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