Il mio vecchio
cane. (14-17)
Ieri sera
accarezzavo il mio cane. Che è vecchio come me. Mi sono
immalinconito pensando che fra qualche anno (pochi, ahimè) morirà.
Ho immaginato di tenerlo fra le braccia appena morto. Mi ha preso
molta tristezza. Perchè gli voglio bene.
Poi, un pensiero
diverso.
La tristezza mi
viene pensando alla sua morte. Devo invece pensare alla sua vita.
Alla vita che stiamo passando insieme. Alla sua vita vivace,
entusiasta, sempre in movimento.
La morte va
giudicata per la vita che l'ha preceduta. È la vita ricca che getta
luce sulla morte. Quella vita non si può cancellare. La morte stessa
non può cancellarla.
Quella vita c'è
anche se è arrivata la morte.
C'è, non c'era.
C'è dentro di me. Non solo nel ricordo. Ha anche plasmato la mia di vita.
Sono uscito trasformato dalla vita passata col mio cane.
Quindi c'è dentro di me.
Solo
consolazioni?
(L’indice per
argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina
107)
(per
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