30 giugno 2016

Quanta vita? (16-100)

Quanta vita? (16-100)
Uno dei tratti che si incontrano sovente fra gli anziani è la tendenza a lasciar perdere.
Una sorta di rassegnazione, dovuta a tante battaglie, a volte vinte, più spesso perse.
Tuo figlio non è quello che speravi che fosse, non ha i tuoi stessi ideali, anzi li ignora?
Che puoi farci? Lasci perdere, non combatti più per modificare le cose.
Lasci che la sua vita prosegua senza avere il tuo contributo.
Con la tua compagna vi sono incomprensioni insanabili, nonostante che (più spesso lei) abbia fatto il possibile per porvi rimedio? Tu (ma più spesso lei) ti rassegni.
Mi vien da dire che tutto ciò sia frutto amaro della vecchiaia.
Accontentarsi di ciò che si ha invece di cercare di modificarlo.
Questo stato di cose è ambivalente.
Può essere positivo, perchè mostra realismo, saggezza, dovuti agli anni.
Può essere negativo, perchè mostra rinuncia, ritrarsi dalla vita.
Un anticipo di morte.
Penso che noi vecchi possiamo ancora incidere sulla realtà.
Dipende da che umore abbiamo nei nostri giorni ultimi.
Dipende da quanta vita abbiamo ancora dentro.

L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
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29 giugno 2016

Matrimoni (16-099)

Matrimoni. (16-099)
Quando un uomo e una donna si mettono insieme, non lo credono, ma moriranno in momenti diversi. Spesso è l'uomo che se ne va per primo, perchè più vecchio, più fragile, dallo stile di vita più pericoloso.

Un conoscente del parco dei cani: ottant'anni portati benissimo. Ha una moglie di dieci anni più giovane. Chissà quante volte avrà pensato alla vita della moglie senza di lui.
Si sarà rammaricato per questo abbandono, doloroso ma inevitabile.
E poi succede l'imprevisto.
La moglie si ammala di cancro al fegato.
Operazione, radioterapia, chemio; che, si sa, migliorano la salute solo nel 3% dei casi.
Di colpo è lei in procinto di abbandonare il marito.
Sarà lui a sopravviverle.
Sarà lui ad avere una vita residua senza di lei.

La morte interrompe la relazione coniugale.
Il matrimonio, comunque ha una scadenza, anche quello definito inidissolubile.
E più ci si inoltra nella vecchiaia, più si avvicina il momento della sua rottura.

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28 giugno 2016

La maca peruviana (16-098)

La maca peruviana. (16-098)
Sono sempre alla ricerca di rimedi naturali per le mie malattie (poche in realtà, praticamente solo la ipertrofia prostatica benigna).
Alcuni mesi fa avevo provato con la alfa-latto-albumina, una sorta di panacea molto interessante proposta da Paolo Mainardi (ne ho scritto abbondantemente alla fine del 2015). Ma senza successo (almeno nel mio caso).

Ora sono incappato fortunosamente in questa radice peruviana, la maca.
Si tratta di una rapa che cresce oltre i 3000m di altitudine nelle Ande del Perù. Il suo nome scientifico è lepidium meyenii, brassicacee, famiglia delle crucifere (cavoli verze e rape).
È stata usata dalla medicina tradizionale peruviana come ottimo ricostituente. Ma è usata anche per i disturbi dell'apparato genitale, sia maschile che femminile. Non sembra agire sugli ormoni, ma per altra via.
Ebbene nell'esperienza medica sembra in grado di controllare l'ipertrofia prostatica, come il farmaco chimico usato negli ultimi anni, la finasteride. Non ho mai voluto assumere questo farmaco dal sentore troppo chimico, ma se trovassi qualcosa di naturale che avesse gli stessi effetti, lo userei.
Forse la maca fa al mio caso. Voglio provarla.
Ne scriverò dopo un'assunzione di almeno 3 mesi.
Se avrò risultati sarebbe un bel successo, che divulgherò immediatamente ad uso di tutti gli anziani.
Per il momento non voglio farmi illusioni.

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27 giugno 2016

Dimagrire con l'intestino (16-097)

Dimagrire con l'intestino. (16-097)
E' il titolo di un libro di Axt-Gadermann. Ne ho già scritto (16-085).
E' un libro che descrive molto bene il ruolo dei batteri intestinali, ai fini della salute. 
Lo consiglio caldamente a chi vuole antrare nei territori delle nuove frontiere dell'alimentazione. È straordinario perchè suggerisce il modo per far sviluppare i batteri buoni e deprimere i batteri cattivi. Dice addirittura quali batteri sia necessario far aumentare in tutta una serie di malattie importanti.
Ad esempio:
per il rafforzamento delle difese immunitarie serve più Lactobacillus rhamnosus GG, per la colite ulcerosa la Escherichia coli Nissle 1917, per la malattia di Crohn Saccharomyces boulardii, per la dermatite atopica ancora il rhamnosus.
Come si vede la maggior parte delle malattie riguardano l'intestino, perchè è stato cercando di curare quelle che ci si è imbattuti nei batteri: ma non in quelli patogeni che generano malattie, bensì in quelli positivi che favoriscono la salute.
I segnali che stanno giungendo da altri lavori conducono a pensare che molte patologie sono a guida batterica intestinale, anche se non sono malattie dell'intestino.
Specifico ancora una volta: non si tratta di eliminare batteri patogeni (basterebbero gli antibiotici), bensì di favorire lo sviluppo di batteri positivi, che con la loro presenza impediscono l'attecchimento di batteri dannosi. Gli antibiorici possono sconfiggere un attacco di patteri patogeni che causano malattie, ma hanno il difetto di annientare anche i batteri buoni. È la presenza di questi ultimi che garantisce la salute, non l'assenza di quelli patogeni. 
Si tratta di un totale rovesciamento delle prospettive della medicina.
E ancora pochissimi conoscono questi risvolti.

La Axt-Gadermann (è una donna medico) ha scritto un libro utilissimo, divulgativo, ha grandi meriti.
Non importa se il titolo e la copertina assomigliano troppo (nell'edizione italiana) al libro L'intestino felice, di Giulia Enders (altro ottimo libro); non importa neppure che tratti il tema sotto l'ottica del dimagrimento e della dieta (rischia di confondersi con mille altri libri per dimagrire); e non importa neppure che le ultime trenta pagine battano le vecchie vie di dar consigli sulla dieta (facendo un po' di confusione e ripetendo luoghi comuni a volte errati).
Il merito le resta tutto.

Cari colleghi anziani, leggetelo!
Vi fornirà dei mezzi per migliorare nettamente il vostro stato di salute.

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25 giugno 2016

La pelle del collo (16-096)

Le pelle del collo. (16-096)
Io ho la barba. 
Bianca, naturalmente.
La barba rivela, ma anche nasconde.
Rivela la mia età, ma cela qualcos'altro.
Di recente me la sono diraradata. Così è apparso il tessuto sottostante. Non tanto quello del volto, quanto quello del collo.
Non ci avevo mai fatto caso (al mio di collo, intendo). Osservavo quello degli altri anziani e vedevo la loro pelle flaccida, le rughe, un che' di vecchio.
Stamattina mi guardavo allo specchio è ho visto per la prima volta la mia di pelle.
Flaccida come quella dei vecchi che osservo, poco elastica, dal colorito spento.
Anzi ho osservato in me proprio quelle due pieghe che si formano lungo il collo delle persone molto anziane.
Mi sono sorpreso. 
Non me l'aspettavo.

È un periodo in cui sto molto bene (fisicamente). E tendo a dimenticare la mia vecchiaia.
Ma il mio aspetto me lo ricorda.
La vecchiaia c'è anche se te la dimentichi.

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23 giugno 2016

Il cane giovane (16-095)

Il cane giovane. (16-095) (23/06/16)
Ho due cani. Uno vecchio e uno (più) giovane.
Quest'ultimo ha nove anni. L'età della maturità, per un cane.
Negli ultimi mesi mi è parso fiacco. Quando andiamo al parco corre poco. Per lo più cammina. Mi preoccupa un po'. Sembra quasi che si adatti ai ritmi del cane vecchio (ormai molto lenti).
Vecchiaia anticipata?
Non dovrebbe essere così.
Anche se vi sono cani che a otto anni sono già vecchi, soprattutto quelli di razze molto selezionate o di taglia grande.
Sono angustiato.

MI verrebbe da concludere che la vecchiaia comincia quando vuole lei.
Ma è tutto il contrario di ciò che sto sostenendo in questo diario.
Cioè che la vecchiaia la possiamo indirizzare noi.

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22 giugno 2016

Oscillazioni* (16-094)

Oscillazioni.* (16-094) (22/06/16)
Spremi, spremi, non c'è un unico modo di vivere la vecchiaia.
Ce ne sono due.
Immergersi totalmente nella vita e letteralmente dimenticare morte e limitazioni di quest'età (vedi quei capitani d'industria che fino all'utlimo stanno in fabbrica).
Oppure averle sempre presenti (morte e vecchiaia) e colorare gli ultimi anni di vita con paure, lamentele, angosce (proprie di coloro che entrano in una casa di riposo).
Non si scappa da queste due alternative.
Le diversità fra un vecchio e un altro stanno nel punto di equilibrio che ognuno trova fra i due atteggiamenti.
Spesso non è neppure un punto specifico, un equilibrio.
E' invece una continua oscillazione fra i due poli.

Ultimamente mi sono immerso nella vita.
Ma le paure di tanto in tanto affiorano.

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21 giugno 2016

Lentezza* (16-093)

Lentezza.* (16-093)
Sempre alla ricerca delle caratteristiche intrinseche della vecchiaia (al di là delle malattie).
Una di sicuro è la lentezza.
Ne ho scritto varie volte nel 2013 (175, 246). Ora sono certo che sia un tratto distintivo. Lentezza nei movimenti, nella comprensione, nelle risposte.
Lentezza tout court.
L'ho osservata recentemente in un conoscente che non vedevo da tempo.
E qualche anno fa in un altro.
Quando è molto tempo da che non si vede una persona, la diversità dovuta appunto alla lentezza appare nettamente. Più difficile quando la persona ti è vicina quotidianamente.
Addirittura impossibile osservarla in se stessi.

Lentezza nel fare le cose, nel camminare. Anche soltanto nel girare la testa.
Per carità non si tratta di tempi allungati di molto: bastano uno o due secondi in più e si coglie perfettamente. Per esempio il lieve ritardo con cui un intervistato anziano risponde alle domande di un giornalista, è sintomatico.
Anche la lentezza nel prendere una decisione, o nel cogliere una battuta o ancora nel leggere il breve riassunto di un film che compare a televideo.
La lentezza contraddistingue la vecchiaia esattamente come la velocità connota la gioventù.
Mi piacerebbe trovarne significati esistenziali, o scoprire nella lentezza simboli profondi. 
Ma non si tratta di un meglio e un peggio.
Si tratta semplicemente di una diversità.
È bene che in età diverse si sperimentino velocità diverse di vita.
Certo per questa società è meglio la velocità, ma ciò fa parte di un tipo di cultura.
Altre culture valutano in modo diverso.

Anche in questo, essere giunti alla vecchiaia e viverne tutti gli aspetti, è un vantaggio.

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19 giugno 2016

Il montascale (16-092)

Il montascale. (16-092)
I miei vicini ultraottantenni hanno preso coscienza che le scale sono un serio ostacolo alla loro possibilità di muoversi. Soprattutto la donna della coppia (che soffre di molti dolori alle ginocchia e alle gambe) non ne può più e ha cominciato a informarsi di ascensori e montascale.
Fino a prendere contatto con due ditte per la presentazione dei loro prodotti.
Eliminata l'idea di un ascensore, perchè troppo costosa i due vicini si sono concentrati su un montascale a binario, che sale le scale lungo la ringhiera.
Ma anche per questa soluzione i prezzi sono elevati (da 10.000 a 14.000 €). La delusione è stata forte perchè non interessa a nessun altro in condominio tranne forse alla mia famiglia. Anche l'ipotesi di un trasferimento in un altro stabile con ascensore (o al primo piano) li spaventa.
È stato allora che ho pensato che attraverso internet si potevano trovare altre soluzioni. 
Per esempio acquistare un montascale usato: quando un vecchio muore a chi può interessare quell'apparecchio?
Oppure altre soluzioni meno costose. 
Per esempio ho scoperto che esistono delle poltroncine a cingoli che letteralmente salgono le scale. Un prodotto dal costo contenuto (non più di 3.000€) che forse si può anche trovare usato o forse si può addirittura noleggiare.
Bisogna informarsi.
Lo farò io.
Non per altruismo.
Invece perchè gli ottant'anni miei giungeranno rapidamente.
Fra non molto il montascale interesserà anche me.

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18 giugno 2016

Grattarsi la schiena (16-091)

Grattarsi la schiena. (16-091)
Mio suocero si grattava la schiena con difficoltà. Per via di alcuni dolori alle braccia e alle spalle che gli impedivano la rotazione posteriore delle braccia.
In più era vecchio.
Da giovane mi parevano una cosa buffa i suoi stratagemmi per raggiungere lo scopo.
Ora che sono diventato vecchio anch'io, lo capisco bene.
Ma recentemente c'è stata un'evoluzione in questa operazione (quella mia, intendo).
Mentre a 65 anni mi risultava difficile per via di una serie di dolori che colpivano le articolazioni, oggi quei dolori sono scomparsi o quasi. Quindi riesco a raggiungere i punti del prurito più facilmente. O, per lo meno, non provo dolore nel fare le giuste torsioni per farlo.
Grattarmi allora è diventato facile?
Non proprio.
Una certa rigidità mi impedisce le ampie torsioni che mi riuscivano da giovane.
Ma la cosa fondamentale è che non provo più il dolore dei primi giorni di vecchiaia.
Le mie articolazioni sono molto meno dolenti.

Questo intendo quando dico che vecchiaia è vecchiaia, mentre le malattie e i dolori, non lo sono necessariamente (non starò a ripetere perchè mi sono cessati i dolori, tanto nessuno mi crede).

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16 giugno 2016

Retromarcia (16-090)

Retromarcia. (16-090)
Da alcuni anni mi è difficile far retromarcia con l'auto.
Prima per via di alcuni dolori cervicali o alle spalle, che mi rendevano doloroso il girarmi.
Poi per il cambio d'auto, che ha uno specchietto retrovisore più piccolo e diminuisce la visione dell'ambiente retrostante.
Infine per qualche disattenzione di troppo, durante la retromarcia, per la quale ho sfiorato lievi incidenti o sono andato a sbattere contro qualche ostacolo non visto.
Ho voluto porvi rimedio.
Ho applicato uno specchietto retrovisore più grande su quello di serie dell'auto: adesso ci vedo decisamente meglio.
Durante le retromarce muovo lentamente l'auto in modo che se vi sono persone o ostacoli l'urto è lieve.
Infine i dolori alle spalle e alle vertebre cervicali si sono molto attenuati, da quando sono diventato vegetariano crudista (lo so che fa ridere, ma a me è capitato così): ora mi giro molto più agevolmente.

È che da alcuni anni sono diventato vecchio e operazioni semplici, come far retromarcia, diventato più difficili.
Vecchiaia.

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15 giugno 2016

BabaYaga: straordinarie donne! (16-089)

BabaYaga: straordinarie donne! (16-089)
BabaYaga in lingua slava significa strega.
È stato usato da un gruppo di donne francesi anziane per una residenza, nella quale possano vivere, appunto, donne anziane, in libertà, autonomia e con un aiuto reciproco.
È in via di costruzione a Montreuil, nei sobborghi di Parigi.
Si tratta di un edificio con decine di mini-appartamenti completamente indipendenti, per ospitare donne sole di età superiore a 60 anni. Alla base c'è l'idea del mutuo soccorso fra anziane. È stato finanziato dalla municipalità in quanto si prevede che una soluzione simile, per gli anziani, riduca le spese di assistenza. 
È previsto uno spazio per attività in comune (conferenze, musica, ecc).
La fondatrice, Therese Clerc, 84 anni, dice: “La vecchiaia non è come essere naufragati. Non è una malattia. Può essere bella, e ho intenzione di viverla in questo modo, con i miei amici e colleghi.”
Il costo dell'affitto è contenuto circa 400€ al mese.
Mi pare un'idea straordinaria, che assomiglia ai condomìni per anziani che si trovano in Emilia.
L'idea affascinante e forse vincente è che gli anziani si occupino degli anziani.
Era venuta in mente anche a me quando scrissi che gli anziani giovani sono i più adatti a occuparsi degli anziani più vecchi.
Certo per metterla in pratica ci vuole costanza e coraggio.
Doti che non mancano alle donne.
Sarà un caso che questo progetto non preveda gli uomini?

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14 giugno 2016

Il viaggio del vicino (16-088)

Il viaggio del vicino. (16-088)
Tre giorni fa, sabato, scendendo le scale, ho incrociato un vicino del primo piano, sulla cinquantina. Aveva in mano una grossa valigia. Ho scherzato: ”Già le vacanze?”
Pensavo invece che si trattasse di un piccolo trasporto di oggetti in garage.
Mi ha risposto: “Sì, andiamo via tre giorni, perchè lunedì è festa.”
Mi è venuto in mente quando ero più giovane. Quando avevo sempre la smania di muovermi. Di andare altrove. Di vedere cose nuove. L'ho fatto fino a quindici anni fa.
Poi, complice la presenza dei cani, non mi sono più mosso.
In realtà i cani non c'entrano. 
È che lentamente ho perso il gusto di viaggiare. 
Anche per la fatica dei preparativi e del viaggio in sè.
Alla mia età preferisco stare a casa.
Lascio il movimento ai giovani.
Anche questo è frutto della vecchiaia.
Calano energie, motivazioni, stimoli.

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13 giugno 2016

Ragazzetti (16-087)

Ragazzetti. (16-087)
Passeggiavo in quartiere con i due cani.
Dall'altra parte della strada mi vengono incontro due ragazzi sui dieci-dodici anni. Scherzano, come fanno quelli della loro età. Nasce fra loro una breve discussione (così mi pare, ma sono ancora un po' lontani).
Quando mi incrociano (ma dall'altro lato della strada), uno dei due mi apostrofa, forse a chiedere conferma della sua tesi: “Lei conosce Garko?”
Resto sorpreso. Non ho capito bene il nome. Chiedo che me lo ripeta. Me lo ripete, ma ancora non comprendo bene. Lo ripeto io, chiedendo conferma e poi affermo di non conoscerlo. Chiedo anche di darmi altri dettagli.
Il ragazzetto mi dice: “Grazie, non importa.”
Non ha ritenuto opportuno proseguire il colloquio.
Ho avuto la netta sensazione che mi giudicasse incapace di comprendere.
Non tanto per competenze specifiche, quanto per l'età.

Mi sono sentito come quegli anziani che, interrogati, non sanno rispondere.
Chi ha rivolto loro la domanda preferisce lasciar perdere piuttosto che approfondire l'argomento.
Tanto non c'è niente da fare. Inutile sforzarsi.
Con un vecchio, intendo.

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10 giugno 2016

Incredibili batteri intestinali (16-086)

Incredibili batteri intestinali. (16-086)
Il libro che ho cominciato a leggere (vedi 16-085) si sta dimostrando superiore alle attese.
Avevo già avuto sentore, nel corso di quest'anno, che i batteri intestinali svolgessero un ruolo importante nella vita dell'organismo umano.
Il libro Dimagrire con l'intestino di Axt-Gadermann, me ne sta dando tutte le prove.
Non solo, indica anche come ottenere alcuni risultati, intervenendo direttamente nella cosiddetta flora intestinale (cioè i batteri: due chili di roba, eh?).
Cito alla rinfusa alcuni dei concetti più eclatanti che ho letto.
Ignorati per anni (ma non dalla naturopatia tedesca che già vent'anni fa aveva individuato nella disbiosi intestinale la sorgente di molte malattie), solo negli ultimi anni sono stati oggetto di studi numerosi e approfonditi. E i risultati di queste ricerche sono nuovissimi, sconosciuti ai più (perfino C. Campbell, richiesto di un parere sui batteri intestinali durante il recente ultimo convegno ad Abano Terme, ha dichiarato che secondo lui non incidono più dell'1% sulla salute!).
Sono un fattore chiave della salute.
Svolgono un enorme lavoro metabolico, a vantaggio nostro, oltre che loro. Per esempio digeriscono quello che noi non siamo in grado di digerire. Ed estraggono o producono vitamine e altro. L'insieme dei batteri intestinali viene considerato addirittura un organo a se stante, che svolge un'azione metabolica maggiore del fegato.
Si preoccupano che l'intestino sia integro, che la mucosa intestinale svolga i propri compiti.
Istruiscono le cellule immunitarie su come difendere il nostro organismo.
Ormai è stato stabilito: esiste un legame fra i batteri intestinali e una trentina delle più gravi patologie del mondo moderno.
Di più: influenzano l'umore, sia in positivo che in negativo. Se l'intestino è in disordine, possiamo soffrire di ansia e depressione. I batteri condizionano il senso di fame e sazietà, il sovrappeso e l'alto tasso di colesterolo.
Si tratta di un campo sconfinato di possibilità nel prossimo futuro.
La medicina sta letteralmente cambiando status.
Ma ciò riguarda anche il presente: già oggi possiamo addestrare la flora intestinale in modo che modifichi il nostro peso, la salute, l'umore.

Difficile non entusiasmarsi.
E pensare che ho scoperto tutto questo a settant'anni!
È come se stessi vivendo nel futuro.

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09 giugno 2016

Dimagrire con l'intestino (libro) (16-085)

Dimagrire con l'intestino (libro). (16-085)
Sono sempre alla ricerca di pubblicazioni su ciò che mi appassiona. Così ogni settimana vado in libreria a curiosare. Spesso libri importanti appena usciti li trovo per caso.
In questi giorni ho scoperto il testo indicato nel titolo.
Non è un titolo felice, perchè sembra l'ennesima guida al dimagrimento.
Invece è molto di più.
L'autrice è la dottoressa Michaela Axt-Gadermann, la casa editrice è: Edizioni il punto d'incontro. Apparso nel 2015, è appena stato tradotto in italiano.
E' molto interessante perchè tutto incentrato sui batteri intestinali, la nuova frontiera delle ricerche sull'alimentazione umana
Questa tematica l'avevo già scoperta leggendo L'intestino felice di Giulia Enders e poi Il mito della dieta di Tim Spector, in cui le ricerche sui batteri intestinali costituivano parte importante della trattazione. Quest'ultimo invece è tutto sui batteri e probabilmente con qualche tentativo di classificazione degli stessi. Ancora se ne sa poco. Ma forse se ne sa abbastanza.
Ho cominciato a leggerlo subito, ma il mio tavolo era già ingolfato da altri libri: Saper morire, Sposare gli elementi, Essere vivi

Anche i vecchi sono preda di passioni.
Sono queste che tengono in vita?

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08 giugno 2016

Sogni (16-084)

Sogni. (16-084)
Una ventina d'anni fa, mi piaceva fare questa fantasia: vincere una cifra spropositata al superenalotto (una lotteria italiana).
Immaginavo come avrei potuto riscuotere i soldi, a chi e come l'avrei detto, come mi sarei fatto aiutare da un tecnico per gestire i soldi.
Soprattutto sognavo come sarebbe cambiata la mia vita, che cosa avrei potuto fare con tutto quel denaro.
Sognavo a occhi aperti. Non il lusso, ma la libertà che può dare il denaro.
Pensavo anche che avrei devoluto in beneficenza una metà della vincita, così per tacitare il senso di colpa per avere così tanto, mentre altri non hanno nulla.
Questi sogni li facevo circa una volta all'anno.
Poi ho smesso.

Mi è capitato di ripensarci in questi giorni.
Mi è rimasto il desiderio di libertà, ma oggi penso che destinerei il 90-95% della vincita per alleviare i troppi disgraziati che vi sono nel mondo, anzi quelli alle porte di casa nostra: Palestina, Siria, Eritrea …
E' perchè sono diventato più buono?
Non credo.
È senso della realtà.
Non mi restano molti anni da vivere.
Che senso avrebbe imbottirmi di denaro che poi non riuscirei a spendere?
E poi spendere per me, quando i desideri mi si sono ristretti …

Anche questa è vecchiaia.

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06 giugno 2016

Cambiare (16-083)

Cambiare. (16-083)
La vecchiaia sarebbe l'età migliore per fare dei cambiamenti nella propria vita (n. 16-081).
I motivi sono molti e significativi.
C'è l'aspetto dell'esperienza lunga, accumulata perchè si è giunti avanti negli anni.
Più esperienza significa aver più volte ripetuto fatti della vita. Ciò che ci capita da vecchi è meno inaspettato di quando eravamo giovani. Se non va bene si può cambiare.
Tanta vita significa anche aver conosciuto numerose idee. Averle cambiate varie volte.
Per quanto siamo affezionati alle nostre idee, averle già cambiate una o più volte rende meno doloroso staccarsi dalla nuove. E' come col matrimonio: se hai divorziato una volta, lo fai più facilmente una seconda (se non ti trovi bene, beninteso).
Poi c'è l'aspetto del timore. Spesso nell'età di mezzo si teme il cambiamento, perchè si pensa ai danni che ne potremmo avere. Ma giunti a un passo dalla morte, con un danno ben maggiore che incombe, gli altri danni ci paiono lievi: si cambia senza tante paure.
E c'è il fascino della novità. La vita da vecchi può diventare monotona: che c'è di meglio di un bel cambiamento, che spezzi la monotonia?

Per tutto ciò però c'è bisogno di una vecchiaia sana.
E di una vecchiaia lunga.

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05 giugno 2016

Saper morire (16-082)

Sapere morire. (16-082)
E' un saggio di Gian Domenico Borasio del 2015.
Borasio è un medico italiano, ma che lavora da tempo in Germania e in Svizzera.
Si tratta di uno dei maggiori esperti europei di cure palliative, quelle cure cioè che servono solo a far vivere bene gli ultimi mesi di coloro che sono affetti da malattie incurabili.
Il titolo completo del libro è: Saper morire. Cosa possiamo fare, come possiamo prepararci.
L'originalità del testo è il punto di vista: non filosofico o etico o religioso. 
Bensì squisitamente medico.
Nel risvolto di copertina è riportato il significato del libro.
L'autore ha un messaggio per tutti noi, che ignoriamo la morte e ne abbiamo paura: 
sapendola gestire, nella grande maggioranza dei casi, la morte non è dolorosa e per i casi in cui lo sarebbe ci sono risorse mediche adeguate che possono essere usate con successo.
Il tema del libro mi affascina molto.
Non vedo l'ora di avere un po' di tempo per gettarmi a capofitto nella sua lettura.
Vecchiaia e morte sono i temi principali dell'età che sto vivendo.
Giusto documentarsi.
Ne riscriverò appena letto il libro.

L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
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03 giugno 2016

Cambiamenti* (16-081)

Cambiamenti.* (16-081) (03/06/16)
La vecchiaia è vista come un'età statica.
Si pensa che i vecchi temano i cambiamenti, siano rigidi, immobili.
Nella sostanza si considerano i vecchi come amanti dello statu quo.
Una parte di ragione ci sarà in questi ragionamenti. Il cambiamento prevede elasticità mentale, cosa che con l'età si perde.
Ma è anche vero che con l'età cadono molti timori che ci hanno perseguitato in gioventù.
E quindi possiamo abbandonare più facilmente abitudini malsane, idee negative, comportamenti dannosi.

È quello che, in piccola misura, mi sta capitando.
Per esempio ho deciso di essere puntuale, cosa che non mi è mai appartenuta.
O anche di curare il mio aspetto esteriore (cioè il vestiario, del quale mi sono sempre disinteressato).
O ancora di smettere il lavoro che ho svolto fino a oggi, e al quale mi sentivo legato.
Cambiamenti, dunque.
Soprattutto inaspettati.
Non ho maturato convinzioni, avendone meditato a lungo conseguenze e vantaggi.
Ho deciso d'un colpo e basta.

Strana la vecchiaia. Può essere il contrario di quel che tutti pensano.
In fin dei conti la vecchiaia è un'età come le altre. Se si può cambiare a vent'anni o a quaranta, allo stesso modo si può cambiare a settanta o ottanta. Anzi lo si può fare più facilmente (meno da perdere).
In vecchiaia si cambia, eccome!

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01 giugno 2016

Funerali (16-080)

Funerali. (16-080)
Negli ultimi mesi sono morte alcune persone con le quali avevo vissuto tappe importanti della mia vita.
Prima il mio relatore all'università, poi la persona che mi aveva avviato all'interesse mio principale (l'alimentazione), infine un altro ricercatore universitario col quale avevo collaborato in gioventù.
Tutte gente poco più vecchia di me.
Non ho partecipato a nessuno dei tre funerali.
Mi sono giustificato dicendomi che le notizie delle morti erano giunte molto tardi e che erano persone che non vedevo da anni.
Vero.
Ma vi è un altro aspetto.
Quelle morti non mi hanno proprio toccato. È stato come se non mi riguardassero.
E sì che i morti erano quasi miei coetanei.
È come se questi miei anni non vedano la prossimità della morte.
È come se la morte stessa non sia per me imminente (almeno tanto quanto lo è stata per loro).
Delirio di immortalità?
Potrei dire che non sono pronto a morire.
Sicuramente non sento la morte vicina come la sentiva Albertazzi una decina di giorni prima della sua fine (vedi n. 16-078).
Questione d'età? (Albertazzi aveva 90 anni, mentre io 70)
Presunzione di non morire adesso, derivante dalla mia strenua lotta contro le malattie?
Forse il mio attuale impegno in numerosi progetti, che non mi lasciano tempo per pensare ad altro ...
Temo di illudermi.
Ma non m'importa.

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