21 giugno 2016

Lentezza* (16-093)

Lentezza.* (16-093)
Sempre alla ricerca delle caratteristiche intrinseche della vecchiaia (al di là delle malattie).
Una di sicuro è la lentezza.
Ne ho scritto varie volte nel 2013 (175, 246). Ora sono certo che sia un tratto distintivo. Lentezza nei movimenti, nella comprensione, nelle risposte.
Lentezza tout court.
L'ho osservata recentemente in un conoscente che non vedevo da tempo.
E qualche anno fa in un altro.
Quando è molto tempo da che non si vede una persona, la diversità dovuta appunto alla lentezza appare nettamente. Più difficile quando la persona ti è vicina quotidianamente.
Addirittura impossibile osservarla in se stessi.

Lentezza nel fare le cose, nel camminare. Anche soltanto nel girare la testa.
Per carità non si tratta di tempi allungati di molto: bastano uno o due secondi in più e si coglie perfettamente. Per esempio il lieve ritardo con cui un intervistato anziano risponde alle domande di un giornalista, è sintomatico.
Anche la lentezza nel prendere una decisione, o nel cogliere una battuta o ancora nel leggere il breve riassunto di un film che compare a televideo.
La lentezza contraddistingue la vecchiaia esattamente come la velocità connota la gioventù.
Mi piacerebbe trovarne significati esistenziali, o scoprire nella lentezza simboli profondi. 
Ma non si tratta di un meglio e un peggio.
Si tratta semplicemente di una diversità.
È bene che in età diverse si sperimentino velocità diverse di vita.
Certo per questa società è meglio la velocità, ma ciò fa parte di un tipo di cultura.
Altre culture valutano in modo diverso.

Anche in questo, essere giunti alla vecchiaia e viverne tutti gli aspetti, è un vantaggio.

L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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