03 giugno 2016

Cambiamenti* (16-081)

Cambiamenti.* (16-081) (03/06/16)
La vecchiaia è vista come un'età statica.
Si pensa che i vecchi temano i cambiamenti, siano rigidi, immobili.
Nella sostanza si considerano i vecchi come amanti dello statu quo.
Una parte di ragione ci sarà in questi ragionamenti. Il cambiamento prevede elasticità mentale, cosa che con l'età si perde.
Ma è anche vero che con l'età cadono molti timori che ci hanno perseguitato in gioventù.
E quindi possiamo abbandonare più facilmente abitudini malsane, idee negative, comportamenti dannosi.

È quello che, in piccola misura, mi sta capitando.
Per esempio ho deciso di essere puntuale, cosa che non mi è mai appartenuta.
O anche di curare il mio aspetto esteriore (cioè il vestiario, del quale mi sono sempre disinteressato).
O ancora di smettere il lavoro che ho svolto fino a oggi, e al quale mi sentivo legato.
Cambiamenti, dunque.
Soprattutto inaspettati.
Non ho maturato convinzioni, avendone meditato a lungo conseguenze e vantaggi.
Ho deciso d'un colpo e basta.

Strana la vecchiaia. Può essere il contrario di quel che tutti pensano.
In fin dei conti la vecchiaia è un'età come le altre. Se si può cambiare a vent'anni o a quaranta, allo stesso modo si può cambiare a settanta o ottanta. Anzi lo si può fare più facilmente (meno da perdere).
In vecchiaia si cambia, eccome!

L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. )
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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