30 luglio 2015

70* (15-113)

70.* (15-113)
Sono entrato nel settantesimo anno d'età.
A sessant'anni mi spaventava il pensiero di giungere a quest'età, perchè me la figuravo prossima alla fine. Immaginavo che sarebbe rimasto poco tempo quando ci fossi arrivato. Immaginavo anche che ci sarei arrivato gravato di oscuri malanni.
Non è più così.
Non solo perchè in questo momento sto proprio bene.
Anche perchè mi sembra di ... essere arrivato in alto.
Come nell'ultima settimana passata in montagna.
Stavamo salendo su un monte. Non avevamo come meta la cima (era troppo tardi). Cercavamo solo di raggiungere un punto d'osservazione molto alto, che ci permettesse di avere una visione libera di una delle pareti della montagna (il punto si chiamava la finestra del Sumbra).
Arrivati al balcone, la visione era spettacolare. 
Mille metri di roccia quasi verticale, visti da vicino.

La stessa cosa mi capita ora che sono prossimo ai settant'anni.
Sono in un eccellente punto d'osservazione della vecchiaia. Ne ho una visione decisamente più realistica di otto-dieci anni fa. Vedo la vecchiaia da vicino.
Spaventa meno. Alcune ombre si sono dileguate. La vedo nitidamente.
È un'età che vale assolutamente la pena di essere vissuta. Che si può vivere in modo particolare.
Gli anni accumulati sono tanti. È vero che sono più vicino alla morte. Ma sono in un punto alto d'osservazione.
Vedo la vecchiaia da un punto di vista unico e privilegiato.
Vedo la vita, da un punto privilegiato.
Ho una prospettiva assolutamente diversa rispetto alle altre età.
Privilegi del diventar vecchi.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

29 luglio 2015

Riconciliarsi (15-112)

Riconciliarsi. (15-112)
La vecchiaia lunga fa miracoli.
Penso che molti siano infastiditi dai propri errori di gioventù.
Detto meglio: ci sono eventi della nostra vita (non solo di quando eravamo giovani) che disapproviamo, vorremmo non aver compiuto, vorremmo cancellare dalla nostra memoria.
Non intendo lutti, tragedie, dolori grandi. Ma cose più piccole, come quella volta che siamo stati troppo egosti con i nostri figli, quell'altra in cui abbiamo cominciato con leggerezza un lavoro che si è rivelato un disastro o quegli atteggiamenti ambigui che avevamo da giovani, riguardo ai tradimenti nella coppia.
Il tempo sana queste situazioni. Ma bisogna averlo, quel tempo.
Mi sto accorgendo che più passa il tempo, meno ricordo le parti della mia vita che non mi piacciono. Dolore e fastidio si attutiscono.
Anzi succede di meglio.
Da una prospettiva lontana giudico con più tolleranza il male che ho fatto.
Sia chiaro: non lo giustifico (meglio: ne esprimo una condanna più netta), ma alla fin fine lo integro nella mia vita. Anche gli errori fanno parte della mia esistenza.
Sono fatto di cose buone e di negative.
Questo sono io.
Lo capisco meglio dall'alto dei miei settant'anni.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)

27 luglio 2015

In modo naturale* (15-111)

In modo naturale.* (15-111)
Vorrei invecchiare in modo naturale e morire in modo naturale. Si può?
È che non sappiamo più che cosa significhi.
Le vecchiaie che vediamo sono piene di malattie. Gravi. Fanno diventare un autentico calvario l'ultima tranche di vita. Ciò è naturale?
La morti del nostro tempo sono accompagnate da grandi sofferenze. Mesi o anni di
fine-vita. È naturale? Ci siamo abituati che è così e lo riteniamo naturale.
Ma non lo è.
La mia testarda idea è che dipenda molto dal cibo che mangiamo durante gli ultimi decenni di vita. Forse anche prima.
I grandi scienziati che si occupano del settore sono tutti concordi: è il cibo che influisce sulla qualità della vita della vecchiaia.
Basterebbe leggere qualche libro per convincersene.
Invece siamo preda di questa società che ci offre di tutto, lasciandoci credere che tutto sia innocuo. Caffè, alcol, tabacco, carne, cereali, latticini, dolci (a volte compare la dicitura: "consumare con moderazione", che non significa nulla).

Vorrei invecchiare e morire in modo naturale.
Forse si può.
Ma bisogna scontare la disapprovazione, l'incredulità, l'indifferenza anche di chi ci è più vicino.
Basterebbe leggere qualche libro.
Soprattutto provare su di sè diete diverse (ci si accorge in poco tempo che non sono tutte uguali).


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26 luglio 2015

Gastronomia (15-110)

Gastronomia. (15-110)
La nostra civiltà, specialmente quella italiana, si esprime attraverso il cibo.
Per lo più cibo cotto.
La preparazione del cibo, la somministrazione del cibo, la sua consumazione sono elementi strutturali della vita quotidiana.
Sempre e comunque cibo cotto.
Le invenzioni possibili, con i diversi tipi di combinazione e di cottura della molteplicità di ciò che offre la terra e il mare, sono infinite.
Il cibo cotto fa cultura.
E' cultura.

Con la mia dieta crudista me ne privo?
Sì.
Me ne dispiace?
Sì.
Ma bisogna ragionarci un po' sopra.

Oggi ho mangiato un pasto cotto: un'insalata di riso, della peperonata, degli sformatini di cavolfiore e cipolla. Squisiti.
Mangio un pasto così circa una volta a settimana. E ne traggo piacere.
Non faccio del crudismo una religione. Non è peccato mangiare cibo cotto!
Poiché ritengo che il cibo vegetariano crudo sia molto migliore per la mia salute, ne faccio la base del cibo consumato in una settimana.
È un problema di quantità: su ventuno pasti settimanali, uno è cotto.
Ma gli altri sono crudi.
Visto che da due mesi pratico il crudismo e sto molto bene, continuo su questa strada.

Ho abbandonato la gastronomia, dunque?
No, l'ho limitata a sporadiche presenze sulla mia tavola. Come probabilmente avveniva nei secoli passati, in cui i piatti eccezionali delle cucine regionali italiane erano piatti per le grandi feste, o al massimo per la domenica.
Non si mangiavano certo tutti i giorni.

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25 luglio 2015

Il peso corporeo* (15-109)

Il peso corporeo.* (15-109)
Un paio d'anni fa, ebbi un lungo colloquio sulla vecchiaia col mio farmacista (novantenne, lavora ancora).Gli chiesi i segreti della sua buona forma.
Mi rispose:” Mangio poco. Ho sempre mangiato poco. Pensi che alla mia età ho ancora il peso di quando avevo vent'anni.”
Quest'idea cominciò a farsi largo nei miei pensieri: conservare durante tutta la vita il peso dei vent'anni, cioè di quando si finisce di crescere.
È ovvio: quello è il peso ideale. Il peso genetico. Quello iscritto nei nostri cromosomi.

Per tutta la vita ho cercato di controllare il peso. Con lo sport, con il digiuno. Cercando di mangiar meno.
Fatica sprecata. Dopo i trent'anni il mio peso è lentamente cresciuto fino a un massimo di dieci chili in più. L'unico sistema era quello di mangiar meno.
Ma io sono un mangione. Mi piace avere lo stomaco pieno, dopo i pasti.
Dunque mi sono limitato a ridurre un po' le quantità. Risultato: il mio peso si è attestato a circa il 10% in più dei miei vent'anni.
Poi quando ho cominciato a cambiar dieta (dieta alcalina), in seguito a una forte acidità di stomaco, che si ripercuoteva sul cuore, il mio peso è calato.
Costantemente, quanto più la dieta era rigorosa.
Non mangiavo meno quantità. Semplicemente avevo cambiato il tipo di cibo che mi faceva esser sazio (in sostanza niente carboidrati e latticini, nè carne e alcol). Non ho perseguito il calo corporeo, con la mia dieta. La perdita di peso è stato un effetto collaterale.

Nell'ultimo anno ho cambiato dieta ancora un paio di volte. Prima con la dieta crudista e poi con qualche scelta tipica della paleo-dieta (per esempio né caffè, né sale).
Ebbene, in entrambi i casi, ho perso di colpo del peso.

Ora ho raggiunto il peso di quando avevo vent'anni.

I vantaggi sono evidenti.
Poiché quel peso è quello raggiunto alla fine della crescita, quel peso è quello giusto per il cuore, per i muscoli, per le articolazioni. È il peso giusto anche per il senso di equilibrio che all'inizio della mia vecchiaia aveva cominciato a dar segni di defaillance.


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23 luglio 2015

In forma (15-108)

In forma. (15-108)
Mi è già capitato in passato. Giornate in cui mi sento in forma, pieno di energia, vitale. 
Spesso mi capita d'estate. Il caldo mi giova, sono a riposo, non ho impegni gravosi.
Generalmente lo stato di grazia dura una o due giornate. Di solito al ritorno dai miei giri in montagna. Durante i quali mi sottopongo a sforzi fisici.
Quest'anno è diverso. Sono due settimane da che sono ritornato e continuo a star bene.
Mi sento leggero, in forze, di buon umore. È vero che ho perso un altro kg di peso, il che giustificherebbe la leggerezza. Ma è soprattutto l'umore a essere migliorato.
È nata la mia terza nipotina. Ne sono contento. 
Ma l'umore era buono anche prima.

Strana, la vecchiaia. A volte ti fa questi regali. Si autosospende.
A dire il vero, più che di una battuta d'arresto, mi pare perfino di essere tornato indietro di 5-7 anni. Ringiovanito.
Possibile?
Resta il fatto che mi sento magnificamente.

Il primo pensiero va alla mia nuova dieta. 
E' esagerato, lo so, eppure ...

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22 luglio 2015

Pance (15-107)

Pance. (15-107)
Guardo le pance degli altri. Spesso eccessive.
Per non parlare dei vecchi. Sempre eccessive.
Il luogo comune dice che con gli anni si ingrassa. Che i vecchi hanno la pancia.
Ma perchè?
Altro luogo comune dice che lo stomaco si dilata e quindi ... sporge.
A parte che lo stomaco non c'entra con la pancia, l'idea è bizzarra.
La pancia (quella che si vede) è sempre circondata da rotoli di grasso. È il grasso che fa la pancia.
Tutti a dire: “Mangio pochissimo, la pancia mi è venuta comunque.”
Non stento a credere che per alcuni ciò sia vero.
E allora?
Semplice, sbagliano alimentazione.
Se io mangio solo 100g di alimenti al giorno e questi sono di lardo, la quantità di chilo-calorie assunte è 900 (fosse pane, sarebbero 300).
Se invece mangio 100g di pomodori (o di altra verdura), le chilocalorie sono … 22!!!
Chiaro il concetto?
È inutile affamarsi mangiando pochissimo, se quel poco che si mangia è cibo ad alta concentrazione calorica, perchè comunque si trasforma in grasso.
Molto meglio mangiare in abbondanza cibo a bassa concentrazione. Ti riempi lo stomaco e sei sazio.

La nostra società fornisce soltanto cibo ad alta concentrazione, spacciandolo per alimento d'uso quotidiano, mentre sarebbe cibo da consumare sporadicamente o quando veri sforzi fisici lo richiedano.

La nostra società produce pance.

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21 luglio 2015

Gran caldo (15-106)

Grande caldo. (15-106)
A differenza dell'anno scorso, quest'anno a luglio fa un gran caldo (almeno nella mia città). Sono vari anni che il caldo lo sopporto sempre meno. Ne ho già scritto (vedi n. 312).
Fortuna che ho il condizionatore, che lenisce la sofferenza e il senso di spossatezza. Ma poi devo uscire e il trauma passando da aria condizionata ad aria esterna è sempre forte.
Da vecchi la capacità di adattamento si riduce. Anche quella di adattarsi agli sbalzi termici.
Quest'anno però il caldo è arrivato quando ero in montagna. L'ho trovato al mio ritorno e nei giorni successivi. E ancora oggi.
Ho notato un cambiamento. 
Patisco sì il caldo, ma non ne ricavo la spossatezza degli anni passati. Questo è successo nei primi giorni. Mi son detto: “Conseguenza della grande attività fisica di quei giorni in montagna, che mi hanno ritemprato.”
Ormai sono quindici giorni, però.
E ancora non sono fiaccato dal caldo.
Vuoi che l'effetto montagna duri così a lungo?
Stranezze della vecchiaia.
Ogni tanto hai dei recuperi prodigiosi.

E se fosse un altro degli effetti della mia dieta crudista?

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20 luglio 2015

In conclusione* (15-105)

In conclusione.* (15-105)
Da quando ho fatto ingresso nella vecchiaia, ho dedicato tempo ed energie per chiarirmi le idee sulle malattie che prendono i vecchi. Non solo quelle eclatanti (infarto, diabete, Alzheimer, demenza senile ecc.); anche quelle più modeste (ipertrofia prostatica o IPB, acidità di stomaco, dolori articolari, irritazioni cutanee ecc.).
Ho cercato di incidere su di esse nel modo più naturale possibile: cambiando ciò che mangiavo.
Forte di un primo successo importante (ho debellato l'acidità di stomaco senza alcun farmaco), non mi sono dato per vinto (per esempio sull'ipertrofia prostatica) e mi sono sottoposto a varie restrizioni alimentari. Insomma ho seguito vari tipi di diete.
Per le malattie più gravi mi sono basato su Colin Campbell e sulle sue ricerche trentennali (The China Study) che lo hanno portato ad affermare, senz'ombra di dubbio, che una dieta vegetariana le previene: soprattutto, le proteine animali hanno un ruolo di causa scatenante delle peggiori malattie.
Per me tutto è cominciato comunque dalla dieta acido-base (Jürgen Vormann, Thomas Remer, Hervè Grosgogeat e altri): la scelta di consumare prevalentemente prodotti alcalinizzanti (tutte le verdure) è stata vincente per la mia acidità: scomparsa.
Mi sono dunque attestato su una dieta vegana alcalina. 
Ma ancora la IPB resisteva.
Ho conosciuto la paleo dieta o dieta dell'uomo del paleolitico, basata anch'essa su un largo consumo di prodotti vegetali, con eliminazione di cereali, latticini e di tutti quei prodotti che sono arrivati molto dopo nella storia umana (come sale e caffè).
Dieta convincente, se non altro perchè l'uomo del paleolitico era più sano e più longevo dell'uomo del neolitico (che ha inventato l'agricoltura e l'allevamento).
Successivamente ho conosciuto la dieta crudista: difficile da seguire perchè siamo troppo attaccati ai cibi cotti, e alla gastronomia. Ma da provare assolutamente. 
Il benessere che ne ho  ricavato è superiore a ogni aspettativa. Del resto, assumendo solo cibo crudo e cioè verdura e un po' di frutta, si cambia letteralmente la composizione della flora intestinale.
E flora intestinale significa equilibrio ormonale.
Ho detto poco!
Da questa dieta mi attendo la modifica della mia IPB (causata prprio da distrubi ormonali).
Vedremo.

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19 luglio 2015

Cibo concentrato* (15-104)

Cibo concentrato.* (15-104)
Ritorno sul concetto citato qualche giorno fa (15-102).
La mia idea è: nella società moderna si mangia quasi esclusivamente cibo concentrato, mentre in quelle primitive (paleolitico) ci si cibava di cibo diluito.
La parola “diluito” significa con più acqua.
È bene citare dei numeri.
I vegetali sono in massima parte cibo diluito, tranne cereali, legumi, patate, banane.
Un hg di lattuga, di cavolo, di pomodoro eccetera, hanno un contenuto di acqua che varia fra il 96% e l'83%.
Invece un hg di pane ne contiene il 36%, un hg di bistecca il 57% e un hg di uova il 73%.
Confrontiamo ora questi valori con il contenuto di acqua del latte materno, l'alimento che sostiene tutti nel primo anno di vita: acqua fra 83% e 89%.
E' chiaro?
Se vogliamo un cibo che assomigli al latte materno dobbiamo rivolgerci alla verdura (e a qualche frutta).
Anche se facessimo il confronto fra le proteine (mito dei nostri tempi, sfatato da The China Study, di Colin Campbell), otterremmo valori di proteine dei vegetali (e non parlo di legumi!) prossimi a quelli del latte materno.
Che conclusione ne traggo?
Solo il cibo vegetale (soprattutto verdura) ha le caratteristiche di cibo diluito proprie dei primi tempi di vita e proprie delle società primitive, quelle in cui il nostro Dna si è stabilizzato.
Una aggiunta.
Se la verdura la cucino, l'acqua se ne va. Il cibo così ottenuto si allontana, come composizione, da quello primigeno.
Dunque vegetariani sì, ma anche crudisti.
Così non c'è bisogno di mangiar poco.

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17 luglio 2015

Nipoti (15-103)

Nipoti.* (15-103)
In questo momento ho due nipoti, uno di 4 anni e uno di un anno.
Sta nascendo il terzo. Una bambina.
Mio figlio, poi, mi ha detto di voler avere un secondo figlio, al più presto: non è più giovane.
Totale: 4.
Nella mia vita futura, dai settanta in su, ci sarà un nugolo consistente di bambini.
Poiché sono ancora in forze, dovrò dare una mano.
La mia vecchiaia intermedia è già segnata. Sarò un co-educatore di una schiera di nuove vite. Potrò dire la mia. Far passare i valori in cui credo.
Tutto ciò è straordinario.
Di colpo la vita di un vecchio si riempie di significato. Anzi la vecchiaia stessa acquista un preciso significato. Non avrei mai pensato, prima, che finisse così.
Qualche volta in queste pagine mi sono lamentato che tutto il mio sapere, le mie esperienze, la mia cultura si stesse lentamente smarrendo. Nessuno a cui trasmettere tutto quel che sapevo, il mio bagaglio di vita.
Ora d'improvviso mi rendo conto che ho un campo sconfinato in cui lavorare: 4 nuovi esseri.
I nipoti danno proprio significato alla vecchiaia.
A quella parte in cui si esercita ancora un ruolo attivo.
Almeno per quei vecchi che possono.
E per quelli che lo capiscono.

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16 luglio 2015

Mangiar poco (15-102)

Mangiar poco. (15-102)
Nell'ultima settimana ho sentito almeno tre volte la frase: “I vecchi devono mangiar poco.”
Per esempio da Roberto Vacca autore di: Come imparare una cosa al giorno e non invecchiare. Feltrinelli 2015.
Ne ho scritto anch'io, fra i consigli per una vecchiaia vissuta in salute.
Fra le persone longeve, l'alimentazione ridotta è frequente.
Del resto basterebbe citare la ricerca di Clive McCay che prolungò la vita di alcune cavie, somministrando loro meno cibo del necessario.

Cibo nemico dei vecchi, dunque?
L'ho pensato per qualche tempo. Ora non più.
Io mangio molto. Mi piace avere lo stomaco pieno.
Per dire se il cibo è nemico o no bisogna introdurre una distinzione: fra cibo concentrato e cibo normale.
È l'uovo di Colombo, ma non ne parla nessuno.
Ricordate i pasti in pillole degli anni sessanta? Erano nati con le prime missioni spaziali. Facevano inorridire, ma esprimevano bene il concetto che voglio introdurre, quello di cibo concentrato.
Il cibo concentrato è stata forse l'invenzione più grande della storia e risale a 10.000 anni fa con la coltivazione dei cereali e l'allevamento degli animali da carne. Con quegli alimenti non occorreva più mangiare due kg di alimenti al giorno. Bastava (si fa per dire) un panino e una bistecca. E la fame andava via.
Da allora il cibo concentrato è stato affiancato sempre più al cibo normale, diluito, vegetale insomma.
Ma per molto tempo di cibo concentrato ce n'era relativamente poco.
Da mezzo secolo invece il cibo concentrato è l'unico presente nelle nostre mense.
Mattina mezzogiorno e sera.
Pane, pasta, pizza, carne, insaccati, pesce, formaggi, uova, biscotti, dolci, patate, fagioli… la nostra scelta è fra questi alimenti.
Tutti concentratissimi.
Con questo cibo, il consiglio è: mangiate poco.
Ma è questo l'unico cibo disponibile?

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15 luglio 2015

Vecchiaia: altre cause (15-101)

Altre cause di vecchiaia. (15-101)
Ho rivisto, in quartiere, la moglie del mio vecchio medico. Molto invecchiata. Più dei suoi settant'anni.
So che suo marito non sta bene, da alcuni anni. Forse Alzheimer, o demenza.
Lei non mi ha neppure salutato. E sì che fra noi c'è stata anche amicizia, in un remoto passato. Ora sembra assorta nel suo mondo.
A una conoscente, che desiderava avere informazioni sul marito, ha fatto solo un cenno del capo, indicante che la situazione era pesante e non ne voleva parlare.
Assistere una persona malata, di quel genere di malattie, è estremamente penoso.
Produce forte stress, insieme a disperazione. Il corpo ne è provato. Oltre alla psiche.
Ci si ammala.
Ricordo che qualcosa di simile era capitato anche a me, nell'ultimo anno di vita di mia madre. E lei aveva un pesante deficit di memoria, ma non Alzheimer. Insomma con lei si poteva pure conversare, ti riconosceva.
Mi ammalai.

Assistere malati così è logorante.
Fa invecchiare prima.

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14 luglio 2015

In tram (15-100)

In tram. (15-100)
E' successo ancora. E succederà sempre più spesso.
Ero in piedi in tram.
Una gentile signorina seduta mi ha visto. Si è alzata e mi ha offerto il suo posto.
Stavo bene anche in piedi. L'ho ringraziata e ho rifiutato, dicendole che in piedi riattivavo meglio la circolazione del sangue (!). Ma lei era ferma e ha insistito perchè accettassi.
Alla fine ho accettato.
Sul momento ho pensato di accettare per non frustrare il suo altruismo e la sua educazione (sempre un vecchio, sono).
Ripensandoci ho fatto bene per un altro motivo.
Anche se mi sento bene e in forze, la perdita di equilibrio è più facile in un vecchio che in un giovane. Una caduta è più rovinosa in un vecchio che in un giovane.
Meglio che noi vecchi in tram stiamo seduti!

Mi sento bene. Ma il mio aspetto non mente.
Ho l'aspetto di un vecchio. 
Quale in realtà sono.

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13 luglio 2015

Da piccole cose* (15-099)

Da piccole cose.* (15-099)
Ho scritto ieri di aver ricavato benessere fisico e psichico da una vacanza in montagna. Nonostante fatica e dieta spartana.
In verità ho avuto un momento di crisi.
Era il secondo giorno. Dovevamo salire (siamo sempre in due, in montagna) su una cima spettacolare. Ma il tratto per raggiungere la base della vetta è stato difficile e faticoso. Superata questa parte ero stanchissimo e spossato. Per di più mi era passato ogni desiderio di salire ancora. Volevo solo tornare al rifugio. Ci siamo fermati a mangiare in un bivacco. La cima era già coperta di nuvole: abbiamo deciso di lasciar perdere.
Ebbene sono bastati dieci minuti di pasto per cambiarmi ogni prospettiva. Le forze mi sono ritornate. L'umore è totalmente cambiato. Tanto che ho deciso ugualmente di fare una breve salita per andare a verificare il sentiero che portava in cima (per vedere se era davvero così impegnativo come descriveva la carta geografica).
Straordinario!
Il mio amico, che è medico, mi ha detto:” Hai avuto un calo di zuccheri.” Poi, conoscendo la mia dieta vegana-crudista ha concluso che era una dieta sbagliata. Non nutriva a sufficienza.
Ho riflettuto su questa crisi. Ho tratto conclusioni diverse e importanti (per me).
La dieta non è per niente sbagliata. Soddisfa pienamente le esigenze energetiche della vita quotidiana. Solo che dà margini ristretti di riserva. Si può finire senza forze, se lo sforzo è grande e prolungato (cosa rara nella vita di tutti i giorni). Ma anche allora basta poco per tornare in forze: un surplus di cibo e si ritorna in forma. Anche se quel cibo erano due pomodori, una mela e una manciata di mandorle.
Da vecchi si imparano cose importanti anche da piccoli fatti. 
Si ha la mente più pronta a cogliere i nessi. 
Si è vissuto abbastanza e così si sono raccolti molti fatti. Per poter trarre conclusioni generali.
Da vecchi si è più intelligenti.

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11 luglio 2015

La pausa (15-098)

La pausa. (15-098)
Sono stato una settimana in montagna, a camminare per sentieri.
Grande sforzo fisico. Sono stato bene.
Ora dopo un'altra settimana continuo a star bene, anche a casa.
I benefici di quei giorni si stanno ripercuotendo anche nei giorni successivi.
Sto bene, ho detto. Dovrei spiegarlo meglio.
Non sento il corpo.
Non sento la pesantezza del corpo che tutti i vecchi provano.
Ho buone energie fisiche e psichiche. Come se la vecchiaia si fosse presa una pausa.
Quando sto così bene cerco sempre di chiedermene le cause, per cercare di riprodurle.
Una: gli sforzi fisici, soprattutto nei vecchi, fanno miracoli. Riattivano circolazione, metabolismo, articolazioni. Letteralmente ringiovaniscono.
Due: la mia dieta. Già da qualche tempo e anche in montagna ho potuto praticarla e cioè: dieta vegetariana, alcalina, crudista. Funziona alla grande, almeno su di me.
Ne riparlerò.
Le pause della vecchiaia sono proprio piacevoli.

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10 luglio 2015

Grande vecchio (15-097)

Grande vecchio. (15-097)
In un negozio, per caso, ho rivisto un ultra-ottantenne di mia conoscenza.
Forma fisica invidiabile, quando alcuni anni fa frequentavo il parco cittadino in cui lui prestava vigilanza volontaria.
Dopo tre anni la forma fisica è ancora invidiabile. Gliel'ho rimarcato. Si è schermito.
Allora gli ho chiesto espressamente il suo segreto. 
Mi ha sorriso, non sapendo che cosa rispondermi. 
Lo stavo salutando, quando il commesso del negozio si è trovato in difficoltà nel riempire un sacchetto con la merce acquistata da un cliente. Fulmineo, il grande vecchio si è precipitato in suo soccorso, dandogli una mano.
Ecco la sua risposta!
La disponibilità ad aiutare una persona in difficoltà e la propensione a fare un movimento e uno sforzo.
Contrariamente a come si comportano i vecchi, che diventano avari di movimento e di altruismo.

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09 luglio 2015

Montagna (15-096)

Montagna. (15-096)
Sono stato in montagna a camminare.
Eravamo in due. Entrambi vecchi (giovani).
Non abbiamo incontrato quasi nessuno. Stupisce perchè, a non più di dieci chilometri da dove eravamo, c'è il mare. Una serie di località che d'estate accoglie quasi un milione di persone.
Se soltanto un millesimo di quelle frequentasse le vicinissime montagne, i sentieri sarebbero affollati.
Invece, niente.
La fatica non attrae. Anche se è una fatica ben ripagata.
Nei rifugi, dove alloggiavamo, eravamo gli unici ospiti (erano giornate feriali).
Poi, d'improvviso, il venerdì sera e ancor più il sabato mentre scendevamo per tornare a casa, hanno cominciato ad arrivare. Prima una comitiva di sette, poi un'altra di dieci. E altri ancora.
Pochissimi i giovani. Di più le persone di mezz'età.
Ma la maggioranza erano anziani!
Come se soltanto i vecchi potessero apprezzare la bellezza di quelle montagne.
O soltanto loro fossero in grado di sopportare le fatiche per raggiungerle.
La vita è lunga. C'è tempo per fare tutto.
Anche per cogliere piaceri nascosti.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

08 luglio 2015

Vette (15-095)

Vette. (15-095) (08/07/15)
Una settimana di vacanza.
Diario interrotto.
Ho fatto una vacanza che mi piace molto. In montagna a camminare per sentieri, zaino in spalla. Lo faccio quasi ogni anno, da più di vent'anni. In compagnia del mio amico.
Gli anni però passano.
Quest'anno ho preparato un itinerario ambizioso. Volevo tornare su un massiccio che avevamo già percorso in altri anni e salire su tre vette che ancora ci erano sfuggite.
Niente arrampicate, solo sentieri.
Sapevo che potevamo anche non riuscirci. Non per la difficoltà, ma per le nostre forze.
Ne abbiamo fallite due ma la terza e ultima, quella più significativa, l'abbiamo raggiunta.
Grande la soddisfazione.
Altrettanto grande la decisione: non saliremo più su altre vette.
Siamo diventati vecchi. I pericoli sono ad ogni passo.
La fatica è stata grande.
Più del piacere di salire.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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