26 luglio 2015

Gastronomia (15-110)

Gastronomia. (15-110)
La nostra civiltà, specialmente quella italiana, si esprime attraverso il cibo.
Per lo più cibo cotto.
La preparazione del cibo, la somministrazione del cibo, la sua consumazione sono elementi strutturali della vita quotidiana.
Sempre e comunque cibo cotto.
Le invenzioni possibili, con i diversi tipi di combinazione e di cottura della molteplicità di ciò che offre la terra e il mare, sono infinite.
Il cibo cotto fa cultura.
E' cultura.

Con la mia dieta crudista me ne privo?
Sì.
Me ne dispiace?
Sì.
Ma bisogna ragionarci un po' sopra.

Oggi ho mangiato un pasto cotto: un'insalata di riso, della peperonata, degli sformatini di cavolfiore e cipolla. Squisiti.
Mangio un pasto così circa una volta a settimana. E ne traggo piacere.
Non faccio del crudismo una religione. Non è peccato mangiare cibo cotto!
Poiché ritengo che il cibo vegetariano crudo sia molto migliore per la mia salute, ne faccio la base del cibo consumato in una settimana.
È un problema di quantità: su ventuno pasti settimanali, uno è cotto.
Ma gli altri sono crudi.
Visto che da due mesi pratico il crudismo e sto molto bene, continuo su questa strada.

Ho abbandonato la gastronomia, dunque?
No, l'ho limitata a sporadiche presenze sulla mia tavola. Come probabilmente avveniva nei secoli passati, in cui i piatti eccezionali delle cucine regionali italiane erano piatti per le grandi feste, o al massimo per la domenica.
Non si mangiavano certo tutti i giorni.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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