24 ottobre 2014

Ci si abitua rapidamente (14-205)

Ci si abitua rapidamente. (14-205)
Ho scoperto che alle perdite ci si abitua in fretta. Le perdite della vecchiaia, intendo.
Tre anni fa mi ero infortunato a un ginocchio. Conseguenza: provavo dolore nel piegare le gambe e così quando mi alzavo dalla tazza del gabinetto mi dovevo appoggiare per mettermi in piedi. Ora non ho più male al ginocchio. Ciononostante continuo l'abitudine di appoggiarmi, quando mi alzo. I primi mesi in cui lo facevo, dopo che era cessato il dolore, ero stupito di aiutarmi per fare un movimento tanto semplice.  Mi sforzavo per evitarlo. 
Oggi lo faccio e non mi stupisco più. 
È un evidente segno che le forze sono diminuite.  
Eppure lo prendo come un fatto naturale: come se lo avessi sempre fatto.
Lo stesso mi è capitato per l'udito. Ne ho perso un po'. Mi ci sono abituato e quando non sento bene, non mi preoccupo più. Semplicemente non me ne curo.
Anche per la memoria, eccetera, eccetera.
Anche chi mi sta vicino dà per scontate queste perdite e si adegua.
Insomma dopo qualche tempo le perdite della vecchiaia non fanno più soffrire.
Nè noi né gli altri.
Ci si comporta come se il nuovo limite ci fosse sempre stato.
Un bel vantaggio.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

20 ottobre 2014

Eccessi (14-204)

Eccessi. (14-204)
Ho scritto che le malattie della vecchiaia spesso sono la conseguenza di cattive abitudini contratte nell'età di mezzo. 
Però non è che stili di vita dannosi durante la vecchiaia siano privi di conseguenze. Anzi.
Una sbornia presa da giovani, si riesce a recuperarla. Da vecchi è più difficile.
Il corpo ha meno capacità di reagire. I tempi di recupero sono più lunghi (molto).
Gli eccessi, parlo soprattutto di alcol tabacco e cibo, sono da evitare.
Perchè da vecchi lasciano un segno profondo.

I vecchi di solito non inclinano agli eccessi. Con l'età ci si comporta in modo più prudente. Ci si accorge infatti che non si funziona più come da giovani.
Non c'è da temere che un individuo da vecchio si dedichi a stravizi, se in gioventù non erano il suo stile di vita.
Piuttosto chi da giovane eccedeva, e ha continuato a farlo nell'età di mezzo, anche da vecchio si comporta nello stesso modo.
Con conseguenze disastrose.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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19 ottobre 2014

Il meglio per un vecchio (14-203)

Il meglio per un vecchio. (14-203)
Sono stato a trovare l'ultima vecchia zia che mi è rimasta. Novantenne.
La vedo raramente. Due o tre volte all'anno.
Sono nella condizione ideale per accorgermi di cambiamenti, fisici o psichici.
Infatti i suoi familiari, dopo il commiato da lei, mi hanno chiesto come l'avevo trovata.
Bene – ho risposto – non è cambiata dall'ultima mia visita. Ho visto che fisicamente riesce ancora a scendere le scale. Psichicamente è abbastanza lucida. Ha perso memoria, ma non di più dell'ultimo nostro incontro.”

Quando si tratta di persone molto anziane, è già un'ottimo risultato la mancanza di cambiamenti. Perchè, se vi sono cambiamenti, non può che essere in peggio.
Buona condizione, per i grandi vecchi, è la stasi. Restare nelle condizioni di uno, due anni prima. Anche se questo significa non uscire più di casa, essere dipendenti da altri per gran parte delle azioni che li riguardano, faticare a leggere un libro.
Anche i giovani non hanno speranze di miglioramento del loro caro molto anziano. Danno per scontato che la situazione è destinata a peggiorare. Sono lieti se il peggioramento è ritardato.
Sanno che la fine è prossima.
Una stasi nelle condizioni generali sposta di qualche tempo la fine.
Ma solo di un pò di tempo.

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18 ottobre 2014

Nervosismo (14-202)

Nervosismo. (14-202)
Sono una persona nervosa. Non solo me lo dice la mia compagna. Ne ho le prove.
Da quando ho superato i sessant'anni lo sono diventato di più. 
Mi è capitato più volte di perdere la calma, per esempio, per questioni di traffico. Mi è capitato di inveire e di cercar la lite. Mi sembra che sia più forte di me.
Forse invecchiando si diventa più intolleranti?
Ma da vecchi si dovrebbero avere più strumenti per comportarsi con equilibrio anche in situazioni conflittuali.
Ne ho già scritto (vedi n. 66, 115, 261), ma ci devo ritornare su. E' questione non risolta.
Per ora posso solo dirmi di vigilare di più.
Quando mi accorgo che sono vicino a perdere la calma, devo lasciar perdere. 
Non è solo questione di incolumità fisica (ad attaccar lite un vecchio rischia sempre). 
È questione di stile di vita. Di equilibrio raggiunto. Di dare esempio.
Devo lasciare ai giovani le reazioni impulsive.
Ai giovani si può perdonare.
Ai vecchi, no.

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17 ottobre 2014

Anche i vecchi sbagliano (14-201)

Anche i vecchi sbagliano. (14-201)
Tornavo a casa in bicicletta. Nella pista ciclabile. A un certo punto la pista ciclabile sfocia nell'area di una fermata di autobus. Sul percorso della pista vi era un tale, fermo, che parlava con altre persone, fuori della pista. Suono il campanello, ma devo rallentare e frenare, perchè solo all'ultimo quel tale si sposta. Riprendo, senza proferir parola. Solo allora sento un'altra persona che, ad alta voce, mi rimprovera dicendo che in quel tratto devo andar piano, perchè ci sono pedoni: era uno degli interlocutori di quel tale.
Mi fermo. Inverto la marcia. Torno indietro per chieder conto di quel rimprovero. Gli chiedo se è un dipendente del comune e gli chiedo nome e cognome. Mi sento dalla parte della ragione e voglio vincere. E uso tutte le armi per vincere. Lo colgo in fallo in due questioni.

Non importa com'è finita. 
Importa che io ho sbagliato. E in più sensi.
Ho sbagliato perchè in quel punto prudenza vuole che si vada piano.
Un vecchio deve capirlo.
Ho sbagliato perchè sono stato inutilmente aggressivo e minaccioso, nel rivendicare le mie ragioni.
Un vecchio ormai non deve più farlo.
Ho sbagliato perchè ho voluto vincere anche quando avevo (almeno un po') torto.
Un vecchio dovrebbe essersi pacificato sul vincere o perdere, nella vita.
Ho perso una occasione.

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15 ottobre 2014

La bicicletta (14-200)

La bicicletta. (14-200)
Il mio vicino, ottantaseienne, va ancora in bicicletta.
Ne ho già scritto in termini severamente negativi (vedi n. 14-186).
Ieri l'ho incontrato in garage, mentre inforcava ancora la bici. Non ho potuto fare a meno di invitarlo alla prudenza (un paio di mesi fa è caduto ).
Mi ha spiegato che camminare gli procura dolori alle gambe. Non riesce più a percorrere neppure tratti brevi, come recarsi al vicino supermercato.
Se non uso la bicicletta non mi muovo più.” Ha aggiunto sconsolato.
Pur comprendendone i rischi, ha scelto di usare la bicicletta come ultima scelta di libertà.
L'avevo giudicato imprudente. 
Invece si trattava della lotta per conservare un po' di autonomia.
Ho dato un giudizio superficiale, su quel vecchio.
L'ho dato dal punto di vista di un vecchio giovane: il mio.
Non ho tenuto conto di cosa può succedere con vent'anni di più.
Dell'ultima vecchiaia non so niente.
Nessuno ne sa niente.

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14 ottobre 2014

Rimproveri (14-199)

Rimproveri. (14-199)
Da giovane (e anche da uomo maturo) mi arrabbiavo molto per certi rimproveri o giudizi su di me. Anche (e soprattutto) per cose di poco conto. In famiglia, per esempio. 
Con l'andar del tempo ci ho fatto l'abitudine e così mi sono progressivamente arrabbiato sempre meno.
Ci ho fatto il callo, si usa dire. Cioè sentivo il colpo, ma il callo attutiva il dolore.
Diventato vecchio, non sento neppure il colpo. 
Il rimprovero scivola via. Come se non mi riguardasse.
È diverso dall'essersi fatti il callo.
Dipende tutto dal senso di relatività per i fatti della vita che si acquisisce da vecchi.
I vecchi vedono tutto nell'ottica dei pochi anni che restano loro da vivere.
Che valore può avere un rimprovero a tre cinque anni dalla fine della nostra vita?
Soprattutto: che senso può avere essere ancora legati all'amor proprio a ottant'anni?
Un maestro indiano, molto anziano, diceva: “Se mi dicono: il maestro si è comportato come uno stupido, non mi offendo. Se penso che non sia vero, la cosa non mi riguarda. Se penso che sia vero, ringrazio la persona che mi ha aperto gli occhi!”

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13 ottobre 2014

L'ultimo libro (14-198)

L'ultimo libro. (14-198)
E' appena uscito (in Italia) l'ultimo libro di Colin Campbell.
Gioia.
È intitolato: Whole-Vegetale e integrale. Macroedizioni, 2014.
L'autore è lo stesso di The China Study, di cui ho scritto più volte (n. 14-34, 14-42). Lo leggerò al più presto.
Il mio entusiasmo per quel libro dipende dal seguente fatto: l'autore ha dato veste scientifica a un'idea che ho sempre avuto e sempre sperimentato valida: una dieta vegetariana migliora la vita, diminuisce la possibilità di molte malattie.

Diventare vecchi ha anche questo vantaggio. Vivendo a lungo, si può assistere al realizzarsi di alcuni nostri ideali. Oppure alla legittimazione di nostre idee.
È una soddisfazione non da poco, soprattutto per chi le riteneva valide, ma non riusciva a sostenerle con evidenze scientifiche certe.
Occorrono molti anni perchè un'idea trovi il suo giusto riconoscimento.
Solo chi vive a lungo può avere di queste fortune.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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12 ottobre 2014

Intatto (14-197)

Intatto. (14-197)
Ero al supermercato. Molta gente. Discreta confusione.
A un tratto una voce più alta lancia un richiamo. Un signore anziano si gira e riconosce chi l'ha chiamato. Gli va incontro. Si abbracciano. 
Due conoscenti, probabilmente, che non si vedevano da tempo.
Entrambi erano vecchi.
Mi ha colpito il gesto affettuoso. La gioia di rivedersi. Il ricordo di una amicizia.
Mi ha colpito che fossero vecchi.
Fatto da giovani, sarebbe parso normale.
Da vecchi, no. Sorprende.
Eppure da vecchi il potenziale affettivo resta intatto. Anzi a me pare che aumenti. Depurato da incrostazioni dovute a interessi, gelosie, recriminazioni.
L'affettività non invecchia.
Anzi, invecchia, ma migliora.

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09 ottobre 2014

La chiusura del cerchio (14-196)

La chiusura del cerchio. (14-196)
Ho scritto molto sulle malattie della vecchiaia, in questo diario.
Ho anche raccomandato di rifornire l'organismo di antiossidanti (per esempio polifenoli contenuti in alcuni alimenti), per combattere i radicali liberi, fonte di malanni (tumori, cardiopatie, forse anche Parkinson e Alzheimer). (Vedi 14-192)
Poi ho letto The China Study di Colin Campbell. Sulla base delle sue ricerche mi sono del tutto convinto che l'alimentazione vegetariana è l'optimum, specialmente per gli anziani, perchè rifornisce l'organismo di molti anti-ossidanti. È la tipica alimentazione anti-malattie. (Vedi 14-71 e 14-73.)

C'è un punto oscuro in tutto ciò.
Che cosa c'è nella carne di dannoso? Che c'entra la carne coi radicali liberi?
In maniera del tutto casuale ho trovato una risposta plausibile. In un libro che avevo da anni, ma che non avevo mai letto.
Anche le vitamine uccidono, questo il libro, di F. Francini Pesenti, ed. GB (Padova)-1998.
La tesi (documentata da ricerche numerose) è la seguente.
La carne è una buona fonte di ferro, nella forma detta ferro-eme.
Il ruolo del ferro nella produzione di radicali liberi è determinante. Ma il ferro nell'organismo è sempre legato a proteine che fungono da protettori. Quando si svincola produce danni. Cioè radicali liberi. E si svincola di più se ce n'è troppo.
In più: quando le riserve di ferro dell'organismo sono adeguate c'è un altro meccanismo protettivo che impedisce l'assorbimento di troppo ferro per via intestinale.
Purchè si tratti di ferro di origine vegetale. Se è ferro animale, la protezione non funziona.
Insomma il ferro serve, ma è pericoloso.
Quando ce n'è abbastanza il corpo non ne prende più.
Ma se la fonte di ferro è la carne (ferro-eme) questo meccanismo protettivo non funziona più. Chi mangia carne impedisce all'organismo di difendersi dall'eccesso di ferro.
L'intestino lascia passare il ferro-eme, che si accumula, oltre il necessario.
Più ferro accumulato rende più probabile lo svincolo del ferro dalle proteine.
Più ferro svincolato, più radicali liberi. Più malattie.

Dunque più carne, più malattie.
Il cerchio si chiude.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
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08 ottobre 2014

Sorprese (14-195)

Sorprese. (14-195)
Solito giro tardo-pomeridiano coi cani.
Le giornate sono più corte, metà del giro la faccio all'imbrunire.
Sono su una strada residenziale. Piccoli condomini. Sull'altro lato intravedo (è quasi buio) una signora anziana che procede lungo il muro di casa. Equilibrio instabile. Per camminare si aggrappa letteralmente a dei mattoni sporgenti, afferrandoli con entrambe le mani. Attraverso la strada per vedere meglio. Non troppo vicino però. Pavento gli incontri con questi vecchi malandati. Al degrado del corpo si accompagna quello psichico. Non desidero fare conversazione.
L'anziana vede me coi cani. Mi fissa. Sto uscendo dal suo raggio quando se ne esce dicendo, con un largo sorriso: “Che bella compagnia!”
La sua voce è chiara, vivace, piena di empatia.
Sorpreso non posso fare a meno di risponderle: “Grazie!”
Un piccolo miracolo.
Talvolta al degrado del corpo non si accompagna quello psichico.
Solo a volte, però.

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07 ottobre 2014

Morte e vita (14-194)

Morte e vita. (14-194)
Un mese fa è morta una mia zia. L'ultima superstite da parte di mio padre.
L'ultima col mio cognome.
Adesso il più vecchio della famiglia sono io. Depositario di ricordi, memorie, eventi.
Per di più ho scoperto che i miei cugini poco ne sanno. Sono io che devo informarli (come ho fatto recentemente).
Ora alle mie spalle c'è il vuoto. Nessuno più vecchio su cui appoggiarsi. O condividere.
Devo sbrigarmi a scrivere qualcosa su mio padre. Gli anni passano. Ci si dimentica.

Fra un mese nascerà il figlio di mio figlio. È il primo della quinta generazione, a partire da mio nonno. L'ultima che incontrerò.
La morte di mia zia era attesa. Non ne sono stato turbato.
Non mi ha neppure dato la sensazione del trascorrere inesorabile del tempo.
Invece l'annuncio della nascita di mio nipote mi ha fortemente emozionato.
Un regalo di tempo. Tempo in aggiunta. Un di più di tempo concesso.
Alla mia famiglia.
E a me.

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06 ottobre 2014

Vitamina B-12 (14-193)

Vitamina B-12. (14-193)
Quando mia madre era in vita, il medico di base le prescrisse la vitamina B-12.
Tutti gli anziani ne sono carenti, meglio prevenire.” Così si giustificò. 
Non osservai nessun effetto, ma forse prevenne dei danni. Del resto non aveva fatto delle analisi per conoscere il tasso di B-12 nel sangue.

Negli ultimi due anni la mia dieta si è molto orientata verso cibi vegetali. Non sono un vegano, cioè mangio un po' di cibi di origine animale, ma ne mangio proprio pochi.
Tre quattro uova, un etto e mezzo di formaggio, una o due porzioni di pesce. Al mese.
Dei vegani si dice che siano carenti di vitamina B-12. 
Così, per prudenza, ho chiesto al mio medico di prescrivermi l'analisi del tasso di B-12.
Ho scoperto di averne la metà del minimo vitale. Ho deciso di assumerne. Ma non mi pareva di avere sintomi di carenza (anemia, scoordinazione motoria, depressione, confusione, agitazione, diminuzione della memoria).

Quando avevo otto-dieci anni ero affetto da un disturbo doloroso: le afte, ulcere sulla lingua e in bocca. Il mio medico d'allora mi prescrisse vitamine del gruppo B, che presi ma senza controllare se avevano o no effetto.
Le afte mi hanno tormentato per molto tempo, talvolta più, a volte meno. Mi sono tornate insistenti da quando sono diventato vecchio. Non sono mai riuscito a debellarle né a scoprirne la causa.

Dunque, la settimana scorsa, ho cominciato a prendere vitamina B-12 (intendo farlo per due o tre mesi; due volte l'anno).
Fortuna ha voluto che proprio in quei giorni avessi delle afte.
Ho fatto bingo!
Le afte mi sono passate in 24 ore.
Altra fortuna: anche la mia compagna soffre di afte da un paio di anni. Anche a lei sono passate con l'assunzione di B-12.
Morale: da vecchi forse è un bene assumere B-12 (magari dopo aver fatto delle analisi).

Ho aggiunto un altro prodotto al mio pacchetto di sostanze per star bene in vecchiaia!

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05 ottobre 2014

Sonnolenza (14-192)

Sonnolenza. (14-192)
Ho ascoltato un brandello di conversazione fra due vecchi per strada.
Di mattina, dopo che mi sono alzato e fatto colazione, mi viene una sonnolenza, tanto che tornerei volentieri a letto!” Diceva il primo, un vecchio sugli ottanta.
Qualche volta capita lo stesso anche a me.” Ribatteva il secondo, un vecchio più giovane.
La sonnolenza dei vecchi è argomento di battute e barzellette. Un recente presidente del consiglio italiano, settantacinquenne, veniva sorpreso spesso con gli occhi chiusi, durante cerimonie e manifestazioni pubbliche.

Anche a me all'inizio della mia vecchiaia prendeva una certa sonnolenza durante il giorno oppure una stanchezza infinita verso sera.
Il mio geriatra mi ha spiegato che invecchiando i meccanismi fisiologici per neutralizzare i radicali liberi diventano meno efficienti. Questi ultimi si accumulano. Il sistema migliore per neutralizzarli è il sonno. Ecco allora che, anche se ci siamo svegliati da poco, ci viene sonno di nuovo, se si sono formati altri radicali o non si sono smaltiti completamente col sonno quelli del giorno prima.
I radicali liberi sono pericolosi perchè sono degli ossidanti e possono modificare il Dna.
E indurre il cancro. E l'organismo cerca di combatterli.

Contro i radicali liberi ci sono dei rimedi.
Ne ho scritto diffusamente nel 2012 (vedi n. 42, 69, 87). Li richiamo qui.
Si tratta di assumere alimenti che contengano polifenoli. Che sono potenti antiossidanti. 
E i polifenoli sono contenuti in alcuni cibi. La curcuma, spezia indiana; i mirtilli, la spremuta d'arancia, il tè verde, le ciliegie.
Soprattutto la curcuma è miracolosa per evitare quella fastidiosa sonnolenza.
Oggi vi sono altri cibi un po' speciali che contengono potenti antiossidanti. 
Le bacche tibetane gogji, i semi di chia, i frutti brasiliani di aç, la farina di maquì.
Insomma di armi ne abbiamo.
Per ritardare questo effetto della vecchiaia. 
Non per vincere, però.

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04 ottobre 2014

Invecchiare male? (14-191)

Invecchiare male? (14-191)
Negli ultimi mesi ho re-incontrato più volte la mia ex moglie.
Rapporti tornati normali, dopo anni di battaglie legali. 
Soprattutto perchè è in arrivo il nostro primo nipote.
Ho potuto quindi osservarla da vicino. Invecchiata, come naturale. Anche lei vicina ai settanta. 
I difetti sono rimasti intatti. Gli atteggiamenti pure. Però questi incontri mi hanno dato la sensazione di una persona sbandata. In equilibrio precario. Come se la vecchiaia l'avesse rinforzata nelle sue insicurezze. Come se la vita continuasse a metterla in difficoltà.
Insomma l'ho trovata peggiorata rispetto a vent'anni fa.

In questi mesi anche la mia compagna ha incontrato il suo ex marito. Anche lei mi confessava di averlo trovato peggiorato. Più chiuso, più isolato. Perfino vestito in modo inopportuno.

Mi chiedo: siamo solo noi che siamo invecchiati normalmente? 
Solo noi che non siamo peggiorati?
Non credo.
Penso che tutti, invecchiando, perdano qualcosa. Solo che non lo vediamo in noi stessi.
Vediamo solo quello che hanno perso gli altri.
Così ci crediamo migliori.


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