Testamento.
(18-015)
"Mettere
mano al proprio testamento significa confermare la propria mortalità.
In una certa misura, naturalmente, lo si fa per ragioni molto
egoistiche ma in gran parte, secondo me, per facilitare le cose a chi
resta.
Quando
si è morti si è morti e non si ha più voce in capitolo.
Vivere
è poter dire di sì o di no. Esser morti è ritrovarsi circondati
dal silenzio. [...]
Probabilmente
la maggior parte delle persone ritiene di dover fare testamento ma
poi non lo fa o si limita a qualche annotazione su un taccuino. Si
finisce per rimandare. In molti casi dipende di certo dalla semplice
superstizione: si ha paura di tirarsi addosso la morte, subito pronta
a venire a prenderci. Altri invece hanno forse la sensazione che non
ci sia tutta questa fretta. Si è ancora giovani. Ci si penserà a
tempo debito.
Si
crea la più grande delle illusioni: se muoio.
Non quando muoio."
Tratto
da: Sabbie mobili L'arte di sopravvivere
di Henning Mankell (2015, Marsilio Editori)
pagg.
37 e 38.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni
private:
holgar.pd@gmail.com
)