07 gennaio 2018

Modernità (18-002)

Modernità. (18-002) (07/01/18)
Non c'è dubbio che la nostra età sia caratterizzata dall'elettronica. Denaro elettronico, posta elettronica, conoscenze attraverso internet, banca elettronica, consultazioni elettroniche e così via. Non è un male di per sè; lo diventa quando l'intero mondo degli uomini e la loro vita individuale girano attorno a questa modernità. Lo diventa quando non c'è più spazio per altro. Tutta la vita è pervasa da questo modello.
Soltanto i vecchi possono fare confronti con un altro modo di vivere. Quindi valutare se è meglio o peggio. I vecchi sono preziosi: ultimi testimoni di un'altra società; ultimi a ricordare quello che si è perso nella modernizzazione.
Il nuovo mondo ha la sua buona dose di retorica, che viene comunicata attraverso la pubblicità: l'anziano che sfotte il nipote pagando con un bancomat che semplicemente si appoggia a una macchinetta, senza digitare alcun codice; giovani che si suddividono le spese della pizza semplicemente attraverso carte di credito/debito; oggetti che si possono comperare su internet e ricevere direttamente a casa; comunicazioni via twitter o facebook.
Ma sono vantaggiose queste nuove modalità? Sono meglio?
Qualche volta sì.
Spesso no.
Ma anche se non lo sono, diventano spesso l'unico modo concesso di operare. Non c'è l'alternativa. Si comincia con affiancare il nuovo modo al vecchio. Poi si riduce lo spazio del vecchio. E infine si elimina il vecchio. Si è cvostretti a usare il nuovo.
Occorrono anime libere e critiche che si ribellino.
I vecchi, per esempio.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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