26 gennaio 2018

Appello* (18-013)

Appello.* (18-013)
Solite cose.
Una giovane dell'età di mio figlio, mi chiede se sono molto impegnato coi nipoti.
Rispondo che sì, sono impegnato, ma non tutti i giorni e talvolta soltanto per poche ore; ciononostante dopo gli accudimenti di questo o quel nipote, arrivo a sera stanco. Concludo: "Sono vecchio e anche impegni non troppo gravosi mi stancano."
Risposta: "Non sei vecchio e comunque ciò che conta è lo spirito."

Vorrei fare un appello alle generazioni più giovani: quando noi anziani diciamo che siamo vecchi, lo diciamo con cognizione di causa, sapendo quel che diciamo.
Smettetela di dirci che non siamo vecchi: perchè è falso.
E poi: si è vecchi anche se lo spirito è giovane (lo spirito non ha età!).
Non mistificate la realtà dicendo: ciò che conta è lo spirito; noi siamo la prova vivente che ciò che conta è il fisico, pur in presenza di uno spirito giovane.
Infine: neanche lo spirito è giovane, semmai vivace. È importante, sì, che resti tale nonostante gli appesantimenti psichici causati appunto dalla vecchiaia. Ma non va confuso con lo spirito di un giovane.

Appello ai giovani e alle persone dell'età di mezzo: ascoltateci quando parliamo, soprattutto quando parliamo di vecchiaia.
Altrimenti non imparate nulla.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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