Appello.*
(18-013)
Solite
cose.
Una
giovane dell'età di mio figlio, mi chiede se sono molto impegnato
coi nipoti.
Rispondo
che sì, sono impegnato, ma non tutti i giorni e talvolta soltanto
per poche ore; ciononostante dopo gli accudimenti di questo o quel
nipote, arrivo a sera stanco. Concludo: "Sono vecchio e anche
impegni non troppo gravosi mi stancano."
Risposta:
"Non sei vecchio e comunque ciò che conta è lo spirito."
Vorrei
fare un appello alle generazioni più giovani:
quando noi anziani diciamo che siamo vecchi, lo diciamo con
cognizione di causa, sapendo quel che diciamo.
Smettetela
di dirci che non siamo vecchi: perchè è falso.
E
poi: si è vecchi anche se lo spirito è giovane (lo spirito non ha
età!).
Non
mistificate la realtà dicendo: ciò che conta è lo spirito; noi
siamo la prova vivente che ciò che conta è il fisico, pur in
presenza di uno spirito giovane.
Infine:
neanche lo spirito è giovane, semmai vivace. È importante, sì, che
resti tale nonostante gli appesantimenti psichici causati appunto
dalla vecchiaia. Ma non va confuso con lo spirito di un giovane.
Appello
ai giovani e alle persone dell'età di mezzo: ascoltateci quando
parliamo, soprattutto quando parliamo di vecchiaia.
Altrimenti
non imparate nulla.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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