29 gennaio 2018

Più opaco (18-014)

Più opaco. (18-014)
All'inizio non me ne accorgevo. 
Attribuivo certe mancanze a episodi isolati, fornivo giustificazioni specifiche, soprattutto non ne avevo consapevolezza.
Ora sono diventate più frequenti, impossibile non fare due più due uguale quattro.
Quando mi dicono che in quell'occasione sono stato particolarmente silenzioso e la cosa si ripete due o tre volte nell'arco di una settimana, ci rifletto e, sì, devo convenire che sto diventando più opaco. Più imbambolato, più assente durante le conversazioni.
Mi difendo ancora, attribuendo il mio comportamento a stanchezza, alla pennichella pomeridiana saltata, al fatto che gli incontri sotto accusa si svolgono nel tardo pomeriggio o di sera, quando le mie riserve sono al lumicino.
Non mi lamento di ciò. So che è tipica della vecchiaia, la diminuzione di capacità reattive.
Mi preoccupo però, perchè l'ho vista evidente in ultra-ottantenni e non in settantenni come me. Mi sembra che mi capiti un po troppo presto. 
Ma forse mi sbaglio: lentamente da vecchi si perdono quelle capacità.

Questa è la vecchiaia.
Non l'alzheimer, il parkinson, il cancro, l'infarto e via dicendo.
Cioè non le malattie.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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