Più
opaco. (18-014)
All'inizio
non me ne accorgevo.
Attribuivo certe mancanze a episodi isolati,
fornivo giustificazioni specifiche, soprattutto non ne avevo
consapevolezza.
Ora
sono diventate più frequenti, impossibile non fare due più due
uguale quattro.
Quando
mi dicono che in quell'occasione sono stato particolarmente
silenzioso e la cosa si ripete due o tre volte nell'arco di una
settimana, ci rifletto e, sì, devo convenire che sto diventando più
opaco. Più imbambolato, più assente durante le conversazioni.
Mi
difendo ancora, attribuendo il mio comportamento a stanchezza, alla
pennichella pomeridiana saltata, al fatto che gli incontri sotto
accusa si svolgono nel tardo pomeriggio o di sera, quando le mie
riserve sono al lumicino.
Non
mi lamento di ciò. So che è tipica della vecchiaia, la diminuzione
di capacità reattive.
Mi
preoccupo però, perchè l'ho vista evidente in ultra-ottantenni e non in
settantenni come me. Mi sembra che mi capiti un po troppo presto.
Ma
forse mi sbaglio: lentamente da vecchi si perdono quelle capacità.
Questa
è la vecchiaia.
Non
l'alzheimer, il parkinson, il cancro, l'infarto e via dicendo.
Cioè
non le malattie.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni
private:
holgar.pd@gmail.com
)
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