31 gennaio 2018

Testamento (18-015)

Testamento. (18-015)
"Mettere mano al proprio testamento significa confermare la propria mortalità. In una certa misura, naturalmente, lo si fa per ragioni molto egoistiche ma in gran parte, secondo me, per facilitare le cose a chi resta.
Quando si è morti si è morti e non si ha più voce in capitolo.
Vivere è poter dire di sì o di no. Esser morti è ritrovarsi circondati dal silenzio. [...]
Probabilmente la maggior parte delle persone ritiene di dover fare testamento ma poi non lo fa o si limita a qualche annotazione su un taccuino. Si finisce per rimandare. In molti casi dipende di certo dalla semplice superstizione: si ha paura di tirarsi addosso la morte, subito pronta a venire a prenderci. Altri invece hanno forse la sensazione che non ci sia tutta questa fretta. Si è ancora giovani. Ci si penserà a tempo debito.
Si crea la più grande delle illusioni: se muoio. Non quando muoio."
Tratto da: Sabbie mobili L'arte di sopravvivere di Henning Mankell (2015, Marsilio Editori)
pagg. 37 e 38.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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