30 settembre 2014

Ricchezza (14-190)

Ricchezza. (14-190)
Vedendo dei ragazzi giovani, penso a quanto ricco sono rispetto a loro.
Rispetto a un diciassettenne ho vissuto quattro volte di più. Quattro vite.
Dio mio quanta vita!
E tanta vita vissuta è una straordinaria ricchezza. Intanto per la mole di emozioni, di sentimenti, di cose belle provate. 
Anche le parti negative vissute sono una ricchezza. Mi hanno temprato. Ho accumulato esperienza. In circostanze simili saprei come destreggiarmi. E gli errori saprei non ripeterli.
Un vecchio è molto ricco.
Perchè lagnarsi degli anni passati?
Sono il nostro patrimonio.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

29 settembre 2014

Tempo (14-189)

Tempo. (14-189)
Mi è sempre mancato il tempo.
Traduco: ho cercato di fare più cose del tempo a disposizione. Tutta la vita. Problema mio. Significa che alcune cose per me sono importanti, altre no. Perciò faccio un sacco di cose che non giudico di valore, in attesa di quelle veramente importanti.
Risultato: vivo a metà.
Ora sono vecchio. Più lento, meno concentrato. Il tempo mi manca ancora di più. Anche nel senso che ormai gli anni cominciano a scarseggiare. Me ne restano pochi.
Ho cominciato a cambiare atteggiamento. Tutto quello che faccio deve avere la stessa importanza. Che si tratti di andare a far la spesa o di leggere un libro. Tutto è vita. Qualcosa mi piace di più, qualcosa meno. Ma tutte hanno dignità. Perchè le faccio io. Perchè è il mio corpo che si muove. Che vive. Non posso più essere schizzinoso.
Da vecchio tutto è importante.
Così vivo il doppio.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 settembre 2014

Le due età (14-188)

Le due età. (14-188)
Cominciando questo diario ho classificato la vecchiaia in tre fasce. Poi la stessa suddivisione l'ho trovata anche in alcuni testi.
Dopo quasi tre anni ho decisamente cambiato opinione.
Le fasi della vecchiaia sono due.
La prima, la vecchiaia vera e propria, consiste in un lento declino di capacità, mobilità, lucidità. Declino, non annullamento. Perchè il vecchio conserva l'autonomia, la parola, la capacità di decidere per sé. Un sessantacinquenne le ha in grado maggiore di un ottantenne. Ma si tratta di due età simili, caratterizzate solo da un diverso grado di abilità.
Poi avviene la svolta. Si perde autonomia. Spesso rapidamente.
Il prima e il dopo sono completamente diversi. Si entra in un'altra fase.
La chiamiamo grande vecchiaia, decrepitezza, vecchiezza estrema?
Non importa il nome. Si tratta di una fase caratterizzata da invalidità.
Non si può neppure definire un numero di anni più o meno uguale per tutti.
Al di là degli anni quello che la caratterizza è l'incapacità di badare a sé stessi. Di fare le minime cose di tutti i giorni senza un aiuto: andare al bagno, prepararsi da mangiare, occuparsi della propria economia.
Due età dunque.
Due vecchiaie.
Una accettabile.
L'altra difficile.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

27 settembre 2014

La svolta (14-187)

La svolta. (14-187)
La vecchiaia che fa paura è l'ultima. Non perchè precede la morte. Ma perchè sono gli anni in cui si perde autonomia. C'è una disgregazione della personalità. Si perdono le relazioni. Vi sono ancora brandelli di umanità. Come l'uso della parola. O la capacità di fare qualche movimento. Ma tutto sembra compromesso.
Non si esce quasi più di casa. Non si prendono più decisioni. Si delega ad altri gran parte della vita. Attività, cura della persona, orari, persone che ci stanno intorno.
Noi non decidiamo più nulla. Ben che vada ci ribelliamo. Molto più spesso ci pieghiamo.
Il punto di svolta è vario. Può essere una caduta dalla quale non ci riprendiamo. Oppure le forze che vengono meno e non riusciamo più ad alzarci dalla sedia. Oppure ancora la memoria che se ne va e non riusciamo più a fare un ragionamento compiuto.
È una dura prova quella che ci aspetta negli ultimi anni di vita.
Spesso ci arriviamo senza rendercene conto. La coscienza si annebbia.
Chissà se è un bene o un male.
Perchè meno coscienza, meno dolore.
Ma meno coscienza significa anche meno umanità.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

26 settembre 2014

Giuggiole (14-186)

Giuggiole. (14-186)
Siamo entrati in autunno. Nel parco non trovo più bacche da mangiare. Ci sarebbero le noci, ma è ancora presto. I pometti lazzarini sono già finiti da un pezzo. Devo prendere quello che c'è. Ci sono delle bacche rosse, piccole, di cui ignoro il nome. Quando sono acerbe sono amare. Quando maturano sono pastose, ma non sanno di nulla.
A maturazione inoltrata prendono una leggera nota dolce.
Mi accontento e ne mangio un po'.
Ci sarebbero le giuggiole. Che mi piacciono molto (se sono buone).
Ma nel parco non ce n'è neppure una pianta. Per trovarle dovrei fare un giro diverso coi cani. Andare per altre strade. Invece prevale l'abitudine. Vado sempre nello stesso luogo. Per pigrizia, per non cambiare, anche se poi ne trarrei un piacere.

Quello che ho descritto sembra la fotografia perfetta della vecchiaia. Almeno della mia.
In autunno ci sarebbero ancora cose che mi piacerebbe fare (anche se il ventaglio di possibilità si è ridotto). Per esempio passare qualche giorno di più in montagna a camminare. Anche in altre stagioni, diverse dall'estate. Ma per farlo mi dovrei impegnare, organizzarmi, ricavarmi spazi. Troppa fatica. Alla fine rinuncio.
Mi accontento di bacche pastose e poco dolci.
Un conoscente, anziano, mi confessava di aver rinunciato a una nuova compagna. 
Troppi cambiamenti di vita, troppe incertezze.
Troppe perdite, senza la garanzia di un guadagno certo.

Amarezza?
No.
Perchè poi magari mia moglie a casa mi fa una composta di mele e banane con zenzero, cannella e paprica, da risultare commovente.
Perchè poi magari mio nipote mi vede è mi grida sorpreso: ”Nonno! Sei qui?”
La vita, imprevedibile, mi regala bacche ignote e squisite.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

25 settembre 2014

Tarda età (14-185)

Tarda età. (14-185)
Quando la vecchiaia è molto avanzata, consegniamo la nostra vita agli altri. Quello che desideriamo noi non conta più.
Altri scelgono per noi.
Sulla nostra salute, sull'alimentazione, sul luogo dove stiamo. 
Scelgono per noi anche su come finiremo la nostra vita. Vi sono medici che si accaniscono per tener in vita gli anziani. Spesso sono i familiari che lo richiedono. Altre volte lo fanno (i medici) per la loro ideologia, per la loro concezione di vita e morte. Per esempio con l'alimentazione forzata attraverso il sondino gastrico, questa nuova forma di tortura moderna.
Più spesso consegniamo la nostra vita ai figli. È inevitabile. Bisogna ricordarsene: la fine è in mano dei figli. Proprio come il loro inizio (da bambini) è stato in mano nostra.
I rapporti vanno valutati dall'inizio alla fine, se si vuole coglierne il significato vero.
Noi stessi, se desideriamo avere un rapporto improntato a realismo coi figli, dobbiamo tener conto che vi è una fase in cui dipenderemo interamente da loro.
L'ultima mia zia ancora in vita, quando aveva più di ottant'anni, smise di essere in conflitto col figlio (conflitto protratto per anni). Mi confessò: “Non posso più litigare, sono nelle sue mani.”
E lo disse senza amarezza.
Come dato di realtà.
La vita lunga porta anche questo.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

22 settembre 2014

Accumulare (14-184)

Accumulare. (14-184)
Ho passato tutta la vita ad accumulare. Oggetti, libri, arnesi, indumenti, sapere.
Poi, quando mia madre è morta, ho avuto troppo. Ho dovuto regalare (e talvolta vendere) gran parte di quello che mi ha lasciato. Ho invertito la tendenza.
Contemporaneamente sono entrato nella vecchiaia e un pensiero ha cominciato a farsi largo nella mia testa. Quando morirò lascerò tutto. È un'indicazione di come si deve comportare un vecchio. Cominciare a eliminare progressivamente le proprie cose.
Ne ho già scritto anche di recente (14-161, 14-167, 14-174).
Ultimamente ho cominciato a farlo in maniera sistematica. Ogni settimana qualcosa.
Ma quello che ho eliminato, erano tutti oggetti superflui.
Libri che non avrei mai letto, vestiti che non avevo mai indossato, documentazione su argomenti che non approfondirò mai più.
Mi manca di eliminare qualcosa di necessario. O di unico. O qualcosa a cui tengo.
Perchè è quest'ultimo passo che devo arrivare a fare.
Eliminare il superfluo è facile (relativamente).
Eliminare il necessario è impegnativo. Mi tremano i polsi al pensiero.
Ma termine della vita significa questo.
Lasciare tutto.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

20 settembre 2014

Anni di vita (14-183)

Anni di vita. (14-183)
Due giorni fa ho scritto del mio cane vecchio che, avendomi perso di vista, è tornato a casa da solo. Raccontandolo a conoscenti, per ribadire l'angoscia che mi ha preso, ho ripetuto spesso: “Ho perso un anno di vita!”
Una settimana prima mi era capitato che, passando vicino a una recinzione con i miei tre cani, un cane che era all'interno è riuscito ad afferrare coi denti il mio cane più piccolo e a trascinarselo all'interno. Terrore. Mi son visto il mio cane morto, ucciso dall'altro, molto più grande. Alla fine è andata bene, il mio cagnetto si è liberato, è scappato e io sono riuscito con le urla a fermare il cane grosso, e a recuperare il mio.
Anche in questo caso, raccontandolo, dicevo di aver perso un anno di vita.
Oggi, riflettendo con mia moglie sui due episodi, sono sbottato:” Se vado avanti così, il resto della mia vita me lo consumo in poco tempo!” Mia moglie ha colto la palla al balzo e ha ribattuto: “Nonostante tutta la curcuma antiossidante che assumi!” Abbiamo riso.
Confesso: sto molto attento a tutti i fatti fisici del mio corpo.
Così mi sfuggono quelli emotivi e psichici.
Questi ultimi potrebbero dare una svolta diversa alla mia vita.
Potrebbero ritardarne la fine.
O accelerarla.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

19 settembre 2014

Sotto i limiti (14-182)

Sotto i limiti. (14-182)
Stamane avevo l'automobile piena di sacchetti della spesa. 
Ho detto a mia moglie:”Li porto su io, mentre tu fai un'altra commissione vicino a casa.”
Così ho fatto. Erano tanti sacchetti. Sono riuscito a distribuirli fra le due mani. Un peso discreto. Ma ce l'ho fatta.
Mi è venuto in mente l'episodio simile di due anni fa (n. 97). Allora erano cassette di verdura, più pesanti. Dovetti distribuirle in più viaggi. Perchè dopo il primo, a pieno carico, le forze mi sono mancate.
Questa volta no. Tutto è andato liscio. E la fatica, neanche tanta.
Ma il problema è un altro.
Se in queste condizioni scivolo su un gradino, oppure inciampo, oppure mi sbilancio anche solo un poco, la caduta è assicurata.
E quando cade un vecchio …
Mi dico allora ( e mi son detto stamattina): “Sta sotto i limiti delle tue possibilità! Perchè imprevisti ve ne possono essere. Devi avere un margine di agibilità.”
Questo me lo devo ripetere spesso.
La tentazione di fare come quando avevo vent'anni di meno è grande.
Noi vecchi stentiamo a convincerci che la realtà (nostra) è cambiata.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

18 settembre 2014

Uno spavento (14-181)

Uno spavento. (14-181)
Ero al parco con i cani. A un certo punto li libero sempre dai guinzagli, perchè possano odorare il territorio come piace a loro. Faccio sempre lo stesso percorso. Così i cani, se si attardano, mi possano raggiungere.
Dopo pochi minuti non vedo più il mio cane più vecchio. Poco male. È abituato ad andare in giro. O mi raggiunge poco dopo o lo raggiungo io, quando faccio il percorso di ritorno. All'andata non lo vedo. “Sarà nello spiazzo con gli altri cani del parco” penso.
Quando giungo al secondo punto di possibile ricongiungimento, non c'è. Ancora non mi preoccupo. È già capitato altre volte. Lo aspetto seduto su una panchina. Si avvicina l'ora di uscire. Così mi alzo e mi propongo di cercarlo nel boschetto antistante la panchina. 
Sto per farlo quando mi sento chiamare dall'uscita del parco. Mi avvicino e una conoscente mi riferisce che il mio cane è a casa.
Non mi capacito. Resto come stordito. Come è possibile? Mi faccio raccontare.
La conoscente era in auto a un incrocio con una strada trafficata, quando vede un cane che la attraversa, camminando sulle striscie. Riconosce il mio cane. Inverte la marcia e lo affianca, mentre si sta dirigendo verso casa. Cerca di mettergli un guinzaglio, ma il cane non si fa prendere. Sembra spaventato. Lo accompagna verso la mia casa e avverte mia moglie, che lo va a prendere al cancello.
Sono incredulo. Non era mai successo.
Faccio delle ipotesi. Il cane non mi ha più sentito al parco. Mi ha perso. Probabilmente ha pensato di tornare a cercarmi al punto di partenza, cioè a casa. Ha fatto un percorso che conosce bene, usando perfino le striscie pedonali.
Sono sotto shock. Torno a casa e alla fine lo ritrovo e mi fa molte feste.
Mia moglie mi dice che quando è rientrato ha continuato a guaire, come cercandomi.
Questo cane è il più vecchio dei tre. Da qualche tempo ha perso alcune capacità fisiche.
Ora mi ha dimostrato di non riuscire più a stare in contatto con me, pur allontanandosi.
Ha mostrato una defaillance cerebrale.
Come capita a certi vecchi umani. Stati di confusione momentanei.
Normale, il cane è vecchio.
Vecchiaia è anche questo, nell'uomo e nel cane.
Devo abituarmicisi.
Ma è stato un grande spavento.
Lo sarà anche quando capiterà a me.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

14 settembre 2014

La famiglia (14-180)

La famiglia. (14-180)
E' morta l'ultima zia rimasta dalla parte di mio padre. Aveva 92 anni.
Ho partecipato al suo funerale e ho ritrovato tutti i miei cugini e anche tre dei nostri sei figli. Si tratta di persone che vedo molto raramente. Eppure tra noi c'è un legame. Abbiamo nonni comuni, ricordi comuni, qualche somiglianza.
Mi sembra straordinario che gente che si frequenti così poco sia legata. 
Vincoli di sangue? 
Ho sempre ritenuto che un buon amico sia superiore ai parenti. Mi devo ricredere.
Da vecchio scopro che vi sono vincoli e anche forti, fra persone appartenenti alla stessa famiglia.
Al funerale ha partecipato anche mio figlio. E la cosa mi ha sorpreso. Pensavo che non gli interessasse. E invece non è così. Sarà stato il fatto che la zia avesse il suo stesso cognome, oppure un viaggio a trovare parenti che abbiamo fatto insieme, qualche anno fa.
La famiglia esiste, ha un suo valore. Lo scopro a quasi settant'anni. Se non fossi diventato vecchio, me lo sarei perso.
A conferma di ciò, mio figlio, quando ha incontrato di persona uno dei miei cugini, mai visto prima, è sbottato a dire: “E' la fotocopia del nonno!”
Cioè di mio padre.
Gli somiglia più lui di quanto gli somigli io.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

13 settembre 2014

Vita programmata (14-179)

Vita programmata. (14-179)
Mi piace vivere secondo i miei programmi. Mi dà soddisfazione. E sicurezza.
È una caratteristica della mia personalità. L'imprevisto, l'inatteso, mi mettono in difficoltà.
In ansia. Non si tratta di una caratteristica positiva. Ma tant'è: questa è sempre stata la mia tendenza di vita.
Ora sono vecchio. La mia caratteristica si è accentuata, perchè la vecchiaia porta, di per sé, un desiderio di sicurezza. Il corpo perde colpi e così ci si rifugia nel tran tran quotidiano, senza situazioni nuove.
Ma ciò non fa bene a noi vecchi.
La routine quotidiana, senza novità, ci sclerotizza. Ottunde la nostra mente.
Intorpidisce la nostra psiche.
Noi vecchi dovremmo vivere in situazioni che cambiano di continuo. Che frantumano i nostri programmi. Che ci fanno uscire dalle abitudini. Solo così siamo costretti a escogitare nuovi mezzi per far fronte alle novità. Teniamo viva la mente, continuamente sottoposta a piccole sfide.
Solo così restiamo svegli.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

12 settembre 2014

Degrado senile (14-178)

Degrado senile. (14-178)
Abbiamo fatto delle modifiche nella nostra casa di abitazione.
Nella nuova sistemazione io e mia moglie condividiamo lo stesso studio, mentre prima lo studio era solo mio. L'arrivo di un altro nel mio spazio privato ha avuto delle conseguenze.
Quando lo spazio era solo mio, a volte diventava magazzino momentaneo di cose che non potevano stare altrove. Questa precarietà mi aveva indotto, negli anni, a essere trascurato. Per esempio lasciavo indumenti un po' dovunque. Si accumulavano all'esterno, invece di essere riposti nell'armadio. Ancher le scarpe stazionavano volentieri all'esterno del portascarpe.
Questo è ciò che accade ai vecchi che vivono da soli. Si lasciano andare. Un po' più di disordine, un po' più di trascuratezza ed è aperta la via al degrado della persona. 
Ricordo ancora che il mio vecchio zio, quando rimase vedovo, indossava un maglione con le maniche letteralmente piene di tagli. Tanto ...
Noi anziani dobbiamo vigilare contro questa tendenza.
Meglio dunque vivere in compagnia. Sempre animali sociali siamo.
Ci si abitua a un maggior rispetto per se stessi, perchè le nostre azioni sono viste da altri. Gli altri con la loro presenza riportano alla normalità le nostre azioni. 
Perchè la normalità è non essere trasandati, ma curati.
Ora le mie scarpe sono sempre dentro al portascarpe.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

11 settembre 2014

La camminata lenta (14-177)

La camminata lenta. (14-177)
Uscendo dal parco coi miei cani, ho notato una persona che si dirigeva verso la propria auto nel parcheggio. Procedeva lentamente, ma con passo normale.
Guardando meglio ho osservato che si trattava di un vecchio. Neanche tanto vecchio, ma sicuramente vecchio.
La sua camminata ostentava normalità, ma aveva un non-so-che di forzato. Come quando si cammina sul ghiaccio. Camminata normale, ma fatta di piccoli passi, molto controllati.
Era come se la persona si aspettasse da un momento all'altro di cadere. Pertanto controllava i suoi movimenti con attenzione.
Normalità apparente, ma al limite delle possibilità. Di punto in bianco poteva cadere.

Ho pensato a quello che avviene nell'ultima età della vecchiaia. Si continuano a fare gli stessi movimenti, le stesse azioni di sempre, ma più si diventa vecchi più diminuisce il loro margine di sicurezza. Fino al punto in cui ogni movimento potrebbe essere l'ultimo.
Fino al punto in cui ogni cosa diventa rischiosa.
È il crinale fra vita e morte.
Finchè si è vivi tutto procede normalmente (sia pure con fatica, rischio e fragilità).
Poi arriva il punto di rottura.
Dopo il quale si è morti.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

10 settembre 2014

Foto-tessera (14-176)

Foto-tessera. (14-176)
Riordinando i documenti del mio studio mi sono imbattuto nelle fotografie utilizzate nella nuova carta d'identità.
Non posso negarlo, dimostro tutti i miei settant'anni. Anzi qualcuno mi ha anche detto che in quelle foto ne dimostro ottanta (e gli altri ti vedono meglio di come ti vedi tu).
Ho trovato anche analoghe fotografie fatte per la patente di guida, cinque anni fa.
Che differenza!
La fisionomia è la stessa, l'espressione anche, ma le foto di cinque anni fa hanno un che di maggior vivacità. Quelle di quest'anno mostrano un'immagine più sofferente, più fragile.
Più vecchio. Questa è l'immagine. Questa è la realtà.
Mi è capitata fra le mani un'altra foto-tessera precedente (8-10 anni fa). A parte i capelli più neri, non è molto diversa da quella di cinque anni fa.
Sono quelle odierne a essere differenti
Quelle relative a un'età in cui ho superato la soglia della vecchiaia.
Accidenti come si nota che sono formalmente vecchio!

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

09 settembre 2014

Al distretto sanitario (14-175)

Al distretto sanitario. (14-175)
Stamattina sono stato al distretto, per prenotare una visita medica specialistica. Nella sala d'attesa eravamo in quindici. Ebbene, dieci erano vecchi.
La vecchiaia porta malattie. Anzi c'è chi sostiene che la vecchiaia sia una malattia
Ne ho scritto molto, qualche mese fa.
Il corpo dopo sessanta o settant'anni si logora, funziona meno bene. Fino a che non funzionerà più. Logico quindi aspettarsi che i vecchi siano malati.
Ma c'è qualcosa che non va in questo ragionamento.
Si attribuiscono alla vecchiaia colpe non sue.
Si attribuiscono alla vecchiaia malattie non sue.
Col discorso che il corpo comincia a mal-funzionare, tutti i malanni sono colpa della vecchiaia. Ma, per esempio, se durante la mia vita ho bevuto alcolici quotidianamente, dopo trenta o quarant'anni di assunzione di alcool (che è un veleno), il corpo cede.
Non cede per la vecchiaia.
Cede per l'alcol.


(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

08 settembre 2014

Possedere (14-174)

Possedere. (14-174)
Più volte ho scritto della necessità, per i vecchi, di eliminare. Soprattutto cose, oggetti.
Ma ho sottovalutato una forte tendenza insita nell'uomo della nostra società.  
Quella di possedere. Che si radicalizza durante la vecchiaia.
Avere molti oggetti è quasi naturale. Ne è permeata l'intera società occidentale. Dove si continua a vendere e a comprare. Dove il senso della vita è posto nel guadagnare. Per poi comprare. Perfino in un diario come questo, supportato da Google, il programma mi invita a guadagnare denaro con le mie pagine.
Parlo per me.
Durante i miei anni trascorsi, conservavo perchè mi poteva sempre servire. Conservavo anche perchè sono contrario al consumismo. Gettare per poi ricomprare mi sembrava un assurdo. Invece era una copertura. Del mio desiderio di tenere per me.
Dunque noi vecchi abbiamo il desiderio di possedere, tenere per noi, per il nostro futuro.
Ma è un desiderio legato alla nostra civiltà. Che fa del possesso il fondamento della vita.
Se cerchiamo di eliminare, dobbiamo prima sbarazzarci del desiderio di possedere.
Devo rileggere Avere o essere di Erich Fromm.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

07 settembre 2014

Darsi un limite (14-173)

Darsi un limite. (14-173)
Ai libri ci tengo. Ho anche la passione per alcuni argomenti, di cui possiedo libri. Che non ho mai letto, ma che mi riprometto di leggere appena avrò un po' di tempo.
Pia illusione. Ho un libro sull'evoluzione dell'intelligenza dal 1973. Ebbene, in quarant'anni non l'ho ancora letto.
Sono vecchio. Il mio orizzonte temporale è limitato.
È chiaro che alcuni temi impegnativi non li affronterò più.
È chiaro che non c'è alcun motivo per tenere i libri su quegli argomenti.
Proprio gli anni che mancano mi convincono a dare un limiti ai miei interessi. Non posso occuparmi di tutto quello che mi affascina. Non ne ho il tempo. Devo selezionare.
La vecchiaia fornisce una diversa prospettiva sulla propria curiosità. 
Bisogna scegliere. Ciò che è importante, da ciò che è solo un sogno.
La vecchiaia impone realismo.
Noi vecchi non possiamo leggere tutto quello che ci salta in mente.
Dobbiamo scegliere.
Il che significa esclusioni dolorose.
Ma in realtà ci si priva solo di un'illusione.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

06 settembre 2014

Il mio naso (14-172)

Il mio naso. (14-172)
La compagna di mio figlio aspetta un bambino. Ormai mancano due mesi alla nascita. Il bambino è già lungo 40 cm e pesa 1,5 kg.
Ieri ha fatto un'ecografia tridimensionale. Mio figlio mi ha telefonato appena ha avuto l'immagine fotografica. “Ha lo stesso tuo naso!” è stato il suo commento. Poi è venuto a farmela vedere. È incredibile come si possano vedere perfettamente i lineamenti del bimbo. Ho visto perfino le dita di una sua mano. Vi ho riconosciuto le fattezze delle dita delle mani di mio padre!
Vedere quell'immagine mi ha dato l'ebbrezza dell'immortalità.
Più semplicemente, mi ha dato la sensazione che la vita continui. Non importa la mia fine. La vita continua in mio nipote.
Qualcosa di mio continua.
Sarà poco, ma cambia la prospettiva con cui guardo vita e morte individuali.
E' proprio il mio naso.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

03 settembre 2014

Anziani (14-171)

Anziani! (14-171)
Pioviggina. Decido di non andare al parco coi cani. Faccio una lunga passeggiata approfittando dei portici che si trovano nel mio quartiere. 
Verso la fine, sbuco in un piazzale adibito a parcheggio. È deserto, salvo un'auto. Lo attraverso. Mi colpisce quell'auto ferma, perchè lo sportello del passeggero è aperto e un vecchio vi è appoggiato. Il vecchio è fermo. Immobile. Penso che stia aspettando il conducente. Ma è troppo immobile. 
Mi preoccupo. Potrebbe avere bisogno d'aiuto. Mi figuro un vuoto di memoria. Oppure un colpo della strega alla schiena. Mi avvicino deciso, pronto a offrire aiuto. Avvicinandomi, il vecchio (che mi pare ancora più vecchio) è sempre fermo. Sento che l'auto è in moto. 
Mi allarmo. Dev'esserci un problema. Punto direttamente sull'auto (sempre coi miei tre cani). Da molto vicino lo sguardo va sul terreno sottostante la portiera aperta. Una pozza di liquido.
Il vecchio stava orinando! In santa pace.
Preso da un impulso irrefrenabile, si deve essere fermato e aver scelto un luogo isolato e una modalità rispettosa della sua dignità, per orinare.
Problemi di prostata.
Ho continuato per la mia strada, senza voltarmi.
Con un po' di vergogna.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

02 settembre 2014

A volte (14-170)

A volte. (14-170)
Talvolta mi prende un senso di inutilità. La mia vita mi pare inutile. Come se non trovassi nessun significato in quello che sto facendo. Nessun significato nella vita.
Ho già scritto che altre volte la vita mi annoia. Quello che faccio è noioso, ripetitivo. Alcuni gesti li ripeto da cinquanta, sessant'anni. Basta. Sono stanco.
Che siano i primi germi della stanchezza di vivere? Quella che prende i molto anziani? Quella che compare negli scritti antichi (quando di un individuo, morto molto vecchio, si diceva : “E' morto sazio d'anni.”)?
Se queste sensazioni durassero a lungo, la vita perderebbe ogni attrattiva.
Si desidererebbe la morte.
Per il momento ciò accade raramente.
A volte.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )