Le due età. (14-188)
Cominciando
questo diario ho classificato la vecchiaia in tre fasce. Poi la
stessa suddivisione l'ho trovata anche in alcuni testi.
Dopo
quasi tre anni ho decisamente cambiato opinione.
Le
fasi della vecchiaia sono due.
La
prima, la vecchiaia vera e propria, consiste in un lento declino di
capacità, mobilità, lucidità. Declino, non annullamento. Perchè
il vecchio conserva l'autonomia, la parola, la capacità di decidere
per sé. Un sessantacinquenne le ha in grado maggiore di un
ottantenne. Ma si tratta di due età simili, caratterizzate solo da
un diverso grado di abilità.
Poi
avviene la svolta. Si perde autonomia. Spesso rapidamente.
Il
prima e il dopo sono completamente diversi. Si entra in un'altra
fase.
La
chiamiamo grande vecchiaia, decrepitezza, vecchiezza estrema?
Non
importa il nome. Si tratta di una fase caratterizzata da invalidità.
Non
si può neppure definire un numero di anni più o meno uguale per
tutti.
Al
di là degli anni quello che la caratterizza è l'incapacità di
badare a sé stessi. Di fare le minime cose di tutti i giorni senza
un aiuto: andare al bagno, prepararsi da mangiare, occuparsi della
propria economia.
Due
età dunque.
Due vecchiaie.
Una
accettabile.
L'altra
difficile.
(L’indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per
comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com
)
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