11 settembre 2014

La camminata lenta (14-177)

La camminata lenta. (14-177)
Uscendo dal parco coi miei cani, ho notato una persona che si dirigeva verso la propria auto nel parcheggio. Procedeva lentamente, ma con passo normale.
Guardando meglio ho osservato che si trattava di un vecchio. Neanche tanto vecchio, ma sicuramente vecchio.
La sua camminata ostentava normalità, ma aveva un non-so-che di forzato. Come quando si cammina sul ghiaccio. Camminata normale, ma fatta di piccoli passi, molto controllati.
Era come se la persona si aspettasse da un momento all'altro di cadere. Pertanto controllava i suoi movimenti con attenzione.
Normalità apparente, ma al limite delle possibilità. Di punto in bianco poteva cadere.

Ho pensato a quello che avviene nell'ultima età della vecchiaia. Si continuano a fare gli stessi movimenti, le stesse azioni di sempre, ma più si diventa vecchi più diminuisce il loro margine di sicurezza. Fino al punto in cui ogni movimento potrebbe essere l'ultimo.
Fino al punto in cui ogni cosa diventa rischiosa.
È il crinale fra vita e morte.
Finchè si è vivi tutto procede normalmente (sia pure con fatica, rischio e fragilità).
Poi arriva il punto di rottura.
Dopo il quale si è morti.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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