30 aprile 2014

La banalità dei pensieri* (14-85)

La banalità dei pensieri.* (14-85)
Mi infastidisce scoprire che i miei pensieri sono banali.
Perchè penso di esser letto e giudicato male? In parte.
Più per me stesso, però. Perchè continuare a scrivere questo diario, se dico cose banali?
(Confesso di aver trovato banale anche Cicerone, nel De senectute)
La banalità del pensare fa torto alla capacità di approfondimento dell'uomo.
Però la profondità si raggiunge per gradi.
Un esempio.
Fin dall'inizio di questo diario, mi sono imbattuto nella necessità di essere prudenti (noi vecchi). Detto così, è sì significativo, ma è ovvio. Se non sei prudente (visto che i tuoi riflessi sono meno pronti), rischi di farti male, di averne dei danni.
Questo è il primo livello. Inevitabilmente poco profondo.
Ma la prudenza è contigua all'attenzione, alla vigilanza. Così scopri che nella vecchiaia molti fatti ti portano a essere più cosciente. E maggior coscienza significa maggior pienezza di vita.
Così la vecchiaia acquista un valore prezioso.
Serve per completare la nostra esistenza.
Questo non è scontato.
Non è per nulla banale.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107.
La sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
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29 aprile 2014

Tanti vecchi diversi* (14-84)

Tanti vecchi diversi.* (14-84)
Mi colpisce la diversità dei modi di vivere la vecchiaia.
Sono stato tentato di stilarne una classificazione. Vi ho rinunciato, perchè le vecchiaie diverse sono tantissime.
È proprio così? La vecchiaia accentua la nostra individualità?
Sì, se concepiamo la vita come un procedere verso noi stessi, raggiungere quello che noi siamo profondamente.
I bambini si assomigliano molto. I giovani tendono addirittura a essere tutti uguali.
Poi arriva la vecchiaia. I vecchi si allontanano gli uni dagli altri. Ognuno segue le proprie inclinazioni. Da vecchi si raggiunge la completezza del proprio io, col risultato che i vecchi sono molto diversi gli uni dagli altri.
Allora la vecchiaia è necessaria: è il tempo in cui si raggiunge il coronamento della nostra individualità.
Vi sono tante vecchiaie diverse perchè sono le vite a essere tutte diverse.
Solo che lo diventano durante la vecchiaia.

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28 aprile 2014

Automatismi* (14-83)

Automatismi.* (14-83)
Molte azioni le compiamo automaticamente. Cioè senza pensarci. Senza coscienza.
È utile nella vita lavorativa, nella vita veloce di tutti i giorni. È più produttivo. Serve a fare di più e in fretta.
Ma a noi serve? Al nostro spirito, intendo. Questo è il punto.
Se un atto è meno cosciente diventa più economico.
Se un atto è meno cosciente diventa meno umano.
Perchè il massimo dell'umanità è la coscienza.
Vivere in automatico, sottrae umanità.
Incredibilmente, da vecchi, perdiamo la capacità di svolgere compiti automaticamente. Siamo costretti a essere più vigili, se vogliamo ottenere risultati.
Dobbiamo essere più lenti.
La lentezza della vecchiaia è funzionale al recupero di umanità.
Benedetta vecchiaia!


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27 aprile 2014

Frustrazione (14-82)

Frustrazione. (14-82)
Un lontano parente è stato operato di cancro alla prostata. È impaurito, teme di morire. Non vuol parlare del suo male. Così non può ricevere aiuto da conoscenti.
O da chi ne sa più di lui.
Ha scarsa cultura. Non solo cultura generale. Soprattutto cultura specifica. Non sarebbe in grado di affrontare la lettura di libri significativi. Che gli salverebbero letteralmente la vita.
Così probabilmente patirà a lungo. Forse morirà presto.
Provo un senso di grande frustrazione. Io ho le conoscenze che lo potrebbero aiutare. Gli parlerei del libro The China Study, delle scoperte dell'ultimo mezzo secolo che concordano nell'indicare le proteine animali come causa di molte gravi malattie della nostra società, cancro compreso.
Gli parlerei degli esperimenti fatti da Colin Campbell, che in laboratorio ha fatto letteralmente regredire alcune forme di cancro passando da una dieta al 20% di proteine animali, a un'altra al 5%. 
Gli parlerei ancora delle indicazioni di organismi internazionali sulla dieta anti-cancro, dieta basata al 100% su alimenti vegetali integrali (non raffinati e non trattati dall'industria). Gli potrei dire tante e tante altre cose. Che derivano da quarant'anni dedicati alla ricerca sul che cosa mangiare.
Ma fra noi c'è una barriera invalicabile.
Questa frustrazione è frequente nella vecchiaia.
Non essere più ascoltati: questa è la cosa più terribile quando si diventa vecchi” ha scritto Albert Camus.
Noi vecchi sappiamo delle cose che i giovani non sanno. Perchè il tempo che abbiamo impiegato a imparare è lunghissimo. Decenni. Durante i quali abbiamo anche fatto errori, cambiato idee, ci siamo entusiasmati per soluzioni che ci parevano ottime, ma poi alla prova dei fatti hanno mostrato punti deboli. Ma alla fine un'idea precisa ce l'abbiamo. Un'idea che ha subito la prova del tempo. Perchè di tempo ne abbiamo passato molto, nella ricerca.
I più giovani questo tempo non l'hanno avuto.
Chi altri meglio di noi vecchi?


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26 aprile 2014

Manifestarsi (14-81)

Manifestarsi. (14-81) (26/04/14)
Ieri è stata festa nazionale. In Italia, dico.
Come faccio da qualche anno, ho esposto alcune bandiere nazionali in terrazzo. Mi sono dichiarato. Perchè di bandiere ce n'erano molto poche, nel mio quartiere.
Ora i vicini sanno come la penso.
Un tempo avevo qualche timore a manifestare le mie idee. Preferivo tenerle nascoste. Per paura, o anche solo per timidezza.
Adesso è diverso. Che cos'ho da perdere manifestando le mie preferenze? E poi, se non ora, quando? Non ho più molti anni di vita davanti a me. Che cosa posso temere per la mia vita? Di vita me ne resta poca.
È il vantaggio di essere anziani. Si fanno cose per le quali da giovani si aveva timore.
Si può essere se stessi senza più paura.
La vecchiaia è d'aiuto.

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25 aprile 2014

Segni di cedimento (14-80)

Segni di cedimento. (14-80)
L'ultima volta che abbiamo accudito mio nipote per un pomeriggio intero, mi sono stancato molto. Alla sera ero distrutto. E sì che ormai ha due anni e mezzo. È grande. O almeno  meno impegnativo di un anno fa.
L'ultimo mese su lavoro sono stato impegnato. Alla sera delle giornate d'impegno gravoso mi sentivo spossato.
In questo periodo mi sto stancando molto. La primavera?
No, la vecchiaia.
In realtà mi sembra di stancarmi di più di un anno fa. Pur facendo le stesse cose. E sì che mi difendo sempre con i miei alimenti ricchi di antiossidanti.
Evidentemente non basta.
La vecchiaia si misura anche così.
Se fai lo stesso di prima, lo puoi ancora fare. Ma paghi un prezzo.
Una maggior stanchezza.
Bisogna misurare le forze con più realismo.
Convinciti: sei vecchio.


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23 aprile 2014

Entusiasmi. (14-79)

Entusiasmi. (14-79)
La mia vecchia zia novantenne dice di non avere più entusiasmi.
Io, quasi settantenne, di entusiasmi ne ho ancora.
Per esempio per scoperte degli ultimi anni.
Leggendo The China Study di Colin Campbell mi sono entusiasmato. Campbell ha dato fondamento scientifico, rigoroso e sperimentato, a modelli alimentari che avevo provato sulla mia pelle per molti anni.
Parlo di vegetarianesimo.
Di più. Campbell ha fatto chiarezza nelle mie scelte sul cibo. Facendomi diventare vegetariano puro (vegano).
Quando sono diventato vegetariano, decenni fa, avevo del tutto abolito carne e derivati dalla mia mensa. Il motivo era etico. Non volevo che, per la mia nutrizione, animali dovessero essere uccisi. Però ho continuato a nutrirmi di altri prodotti animali, quali i formaggi e le uova. Poiché non producevano sofferenza ad alcuno e mi fornivano proteine (temevo che la mia dieta ne fosse carente), ne mangiavo in quantità.
Però pur essendo vegetariano avevo il colesterolo alto, ai limiti del patologico.
Campbell ha mostrato che tutti i cibi animali (anzi, se fosse possibile, ancor di più latte e latticini) sono collegati alle gravi patologie della nostra civiltà: infarto, cancro, diabete, ictus, malattie degenerative eccetera.
La sua scoperta rivoluzionaria è stata quella di porre l'accento sulle proteine di origine animale, piuttosto che sui grassi animali, come avevano fatto ricerche precedenti.
Le proteine animali sono la principale causa delle numerose patologie moderne (del mondo occidentale).
Di questo mi sono entusiasmato. Mi è parso che finalmente una luce fosse entrata nell'oscuro e contraddittorio mondo delle diete.
Il mio entusiasmo mi porta a voler comunicare la notizia a tutti. 
Vorrei dire a tutti, specie a chi è malato, che non solo una dieta vegetariana preserva da molte gravi malattie, ma perfino fa regredire malattie già in corso. 
Come appunto ha sperimentato Campbell.
Ah, se tutti sapessero, se tutti comprendessero!
 
Non sono ancora entrato nell'ultima fase della vecchiaia.


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22 aprile 2014

Una visita (14-78)

Una visita. (14-78)
Per pasqua ho fatto visita a una vecchia zia, la sorella più giovane di mia madre.
Ha novant'anni. Vive nella sua casa con una badante. Nello stesso cortile di suo figlio. 
Ha la fortuna di incontrare quotidianamente figlio e nipoti.
Le ho chiesto come se la passa.
Non mi lamento. Ho passato una vita discreta. E sono fortunata, perchè non ho gravi malattie. E abito vicino a mio figlio. Sono fiacca, ma mi muovo ancora con le mie gambe.”
Le ho chiesto che cosa le piaceva ancora fare.
Non ho più interessi per le cose della vita. Sono passati tutti gli entusiasmi. Non ho più progetti. Molte cose mi stancano o annoiano. Leggo ancora, ma sono cieca di un occhio, perciò mi stanco facilmente.”
Che cosa vorresti ancora?
Vivere ancora un po', e poi andarmene tranquillamente. La vita è un giro. Adesso tocca a me essere nell'ultima fase. Poi me ne andrò. Tocca ai più giovani continuare la vita.
Io ho concluso.”


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21 aprile 2014

Dieci anni (14-77)

Dieci anni. (14-77)
Una conoscente ha tre cani. Il più vecchio, tredici anni, sta male. Operato d'urgenza per un tumore alla milza. Pareva finito. Si è ripreso, con sollievo della sua padrona.
E' inutile farsi illusioni. Quando i miei cani superano i dieci anni, metto in conto che possono morire ogni giorno.” Mi ha detto.
Sul momento non ero d'accordo. Ho due cani di dodici anni. Poi mi si sono chiarite le idee.
Ho due cani vecchi, ma non accetto la loro morte. La confino in un'età lontana. In anni a venire, che non sono quelli che sto vivendo.
Ho paura che muoiano. Così nego nella mia mente che la loro morte sia vicina.
Lo stesso vale per me. Ho superato i dieci anni. Ogni giorno potrebbe essere quello buono per morire. Ma non ci penso. Nei fatti lo nego.
E vivo giorno per giorno.
Fingendomi immortale.


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20 aprile 2014

Non sottrarsi (14-76)

Non sottrarsi. (14-76)
Qualche giorno fa, di mattina, ho incontrato la mia vicina, molto anziana, sulle scale. Non ci vediamo spesso. Si sa, in un condominio basta sfalsare anche di poco gli orari e passano settimane senza che ci si veda. L'ho re-incontrata ancora a mezzogiorno.
E perfino la sera.
Le ho detto: “Non ci si vede per un mese e poi tre volte in un giorno!”
Mi ha risposto: “E' perchè oggi sono uscita!”
Già, perchè gli anziani (i molto anziani) stanno anche giorni interi o settimane senza uscire di casa. Si ritirano dalla società. Dalla vita.
E invece uscire è importante. Ci si muove, si mettono in funzione muscoli e articolazioni. Si fa scorrere più sangue nelle vene.
Si muore, se non ci si muove più. E il movimento fuori di casa è un atto irrinunciabile.
Anche quello in casa, però. Perfino far le pulizie, è movimento. Scendere frequentemente in garage, in cantina. Far le scale. Tutto serve.
Insomma non evitare nessuno dei lavori, dei movimenti, delle richieste che ci vengono fatte. Spesso i più giovani credono di far un piacere a noi anziani, sostituendosi a noi in qualche compito, soprattutto fisico (classico è il nipote che si offre di andare in cantina a prendere l'acqua minerale). E noi ci adattiamo.
Invece dovremmo rivendicare i movimenti, gli sforzi.
Dovremmo guardare con ostilità chi vuol fare al posto nostro.
Non dobbiamo sottrarci a ciò che facevamo da giovani.
Anche se costa fatica, adesso che siamo vecchi.
È fatica vitale.


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18 aprile 2014

Mordersi le labbra (14-75)

Mordersi le labbra. (14-75)
Si dice in senso figurato, quando ci si pente di aver parlato.
Ma io le labbra me le mordo davvero, quando mangio.
Soprattutto in quest'ultimo anno.
È doloroso, perchè la piccola piaga che si forma stenta a rimarginarsi. Anzi, determina un'infiammazione di tutto il cavo orale che rende penoso il mangiare.
Vecchiaia, mi son detto. I tessuti si sono rilassati, hanno perso elasticità, quindi scivolano facilmente dove non dovrebbero: sotto i denti.
E la capacità di superare le infiammazioni è diminuita.
Vecchiaia, ripeto.
Chissà se capita anche ad altri anziani.
Dovrei rileggermi le pagine dello psicanalista J. Hillmann de La forza del carattere, nelle quali a ogni malattia o perdita della vecchiaia, si attribuisce un significato psicologico profondo. Anzi si trovano valori positivi di malattie e perdite senili.
Non sono così profondo, ma un significato me lo son trovato io stesso.
Ho sempre mangiato in modo frenetico. In alcuni momenti anche selvaggio, senza freni. Come di individuo afflitto da fame atavica. Per riempirmi rapidamente. Anche a costo di star male.
Vi sono cause profonde di ciò, che non ho mai affrontato.
Ora sono vecchio. Mi mordo le labbra. Mi faccio male. Sono costretto a cambiare il mio modo di fare. Devo mangiare con più attenzione. Senza automatismi.
Devo estendere la mia coscienza a parti della vita da cui è stata esclusa. Appunto il mangiare.
Sono chiamato ad affrontare i motivi che mi fanno mangiare in questo modo.
Aumentare la coscienza nella propria vita.
Affrontare ciò che non si è mai voluto affrontare.
Regali della vecchiaia.

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14 aprile 2014

Vecchi che non s'incontrano (14-74)

Vecchi che non s'incontrano. (14-74) (14/04/14)
Nel mio condominio vi è una coppia di anziani di circa ottantacinque anni. Escono di rado, si vedono poco. È raro che qualcuno venga a trovarli. 
Oggi, domenica, avevano ospiti. Un'altra coppia, altrettanto anziana. Hanno pranzato insieme. Sono stati insieme anche nel pomeriggio.
Peccato che questi incontri fra anziani siano rari. Gli anziani tendono a chiudersi. A ridurre i contatti sociali. Difficoltà di movimento, ma più spesso scarso impulso a far qualcosa di diverso dalla routine.
Peccato, perchè da questi incontri trarrebbero vantaggi: consolazione, scambio di opinioni, complicità con persone che hanno lo stesso sentire.
Ricordo un paio d'anni fa, quando due mie zie, sorelle, si re-incontrarono dopo molti anni. Alcune incomprensioni le avevano allontanate. Non si erano più sentite, neppure per telefono. La lontananza chilometrica aveva fatto il resto.
Furono felici di rivedersi. Assieme a figli e nipoti, però si erano riviste.
Noi vecchi non dovremmo mai rinunciare a frequentare altri vecchi.
L'incontro fra superstiti è insostituibile.
Incontrare soltanto i giovani ci lascia soli.

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13 aprile 2014

T. Colin Campbell, ancora (14-73)

T. Colin Campbell, ancora. (14-73)
E' uno scienziato della nutrizione, autore del libro “The China Study” (vedi pagina 14-71).
La ricerca più significativa alla quale ha partecipato è stata una comparazione fra modelli alimentari di Cina e Usa e incidenza di alcune malattie.
Insomma un confronto fra stili di vita diversi.
Il confronto ha riguardato sostanzialmente il consumo di proteine animali. Fra i due campioni vi era una differenza notevole. I cinesi consumano pochissime proteine animali. Mentre gli statunitensi ne consumano grandi quantità.
La ricerca ha preso in considerazione anche il consumo di fibre, di grassi, di colesterolo.
Eclatanti i risultati sul colesterolo. I cinesi hanno tassi di colesterolo praticamente uguali alla metà di quelli degli statunitensi. Risultato evidente del consumo di prodotti vegetali invece che animali. A tali bassi livelli corrispondevano diminuzione dei tassi di patologie quali: cancro al fegato, al retto, al colon, al polmone e al seno. Mentre tutti pensano che il colesterolo sia collegato solo all'infarto.
Tirando le somme: i cibi di origine vegetale sono collegati a bassi livelli di colesterolo; i cibi di origine animale sono collegati ad alti livelli di colesterolo. 
Gli alimenti di origine animale sono correlati a tassi di cancro al seno più elevati; quelli di origine vegetali a tassi più bassi. Le fibre e gli antiossidanti dei vegetali sono associati a rischio nettamente minore di cancro dell'apparato digerente.
Alla fine dei conti di questa monumentale ricerca, la solidità e la coerenza della maggioranza delle prove è sufficiente per trarre valide conclusioni:
i cibi di origine vegetale fanno bene, i cibi di origine animale fanno male.
L'ho imparato da vecchio-giovane. Sono fortunato.
Posso cambiare dieta.
Posso ridurre le malattie invalidanti della mia vecchiaia.

(N.B.: cibi di origine animale non sono soltanto le carni, ma anche il latte, i formaggi, le uova)

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12 aprile 2014

Spensierati * (14-72)

Spensierati.* (14-72)
Tanto lavoro, nell'ultimo mese. E tanti impegni.
Ho trascurato il diario.
Non solo perchè non ho avuto tempo. Anche perchè non ho pensato a vecchiaia e morte.
Sono stato distolto da altro. Ancora una volta mi viene in mente il mito di Prometeo: specialmente il suo dono agli uomini della cecità sulla morte.
Fin che sei assorbito da un progetto, non pensi ad altro che a quello. Non pensi alla vecchiaia. Non ne hai il tempo materiale.
Perciò: letteralmente non vivi la vecchiaia.
Vivi soltanto il tuo progetto. Ti accorgi, sì, di rallentare. Ma ci passi sopra in vista di quello che stai facendo.
Immerso in un progetto, se sei vecchio, pensi: “Vabbe' morirò, ma intanto lavoro sul mio obbiettivo.” La morte passa in secondo piano.
I vecchi operosi diventano spensierati.
Non so se sia un pensiero profondo.
E' certamente uno dei modi per vivere la vecchiaia.
Semplicemente ignorandola.

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09 aprile 2014

T.Colin Campbell (14-71)

T.Colin Campbell. (14-71)
E' l'autore del testo The China Study (Macroedizioni, Italia 2011. BenBella Books, Usa 2006). L'ho visto e ascoltato in conferenza (su dvd) che ha tenuto nella mia regione circa un anno fa.
Gentile, moderato, modesto ha illustrato le sue ricerche di trent'anni sul legame fra alimentazione e malattie più gravi della nostra civiltà: cancro, infarto, diabete, malattie autoimmuni eccetera.
Le sue idee iniziali erano in linea con quelle prevalenti negli Usa in fatto di alimentazione (proveniva da una famiglia di allevatori): l'alimentazione migliore è quella contenente proteine di alto valore nutrizionale, cioè proteine animali.
Con queste idee si mise a studiare una dieta per i bambini poveri denutriti delle Filippine, che evidentemente mangiavano poche proteine animali (costose). La prima scoperta (casuale): in quel paese vi era un'alta percentuale di bambini colpiti da cancro al fegato. Ma non si trattava di bambini di famiglie povere, bensì di quelli di famiglie ricche (quindi con abbondante apporto di proteine animali).
Ancora casualmente viene a conoscere una ricerca di scienziati indiani: un alto tasso di proteine animali favorisce il cancro nelle cavie. Esperimenti del 1968 confermati da altri nel 1974.
Comincia allora delle ricerche (1991), per vedere se variando la quantità di proteine animali aumenta o diminuisce il cancro. Ipotesi confermata: più proteine animali (fino al 20% della dieta) più cancro; meno proteine animali (il 5% della dieta) niente cancro. Non solo: se dal 20% si passa al 5%, il cancro regredisce. Se si ritorna al 20% il cancro ritorna.
Altro esperimento. Con proteine vegetali, perfino al 20% della dieta, nessun cancro.
La proteina animale usata è stata la caseina. Proteina tipica di latte e latticini.
Altre ricerche in quegli anni (Hu e altri, 1995) trovano che la caseina aumenta nell'organismo i fattori che favoriscono il cancro. Il consumo di latte e latticini favorisce straordinariamente il cancro del seno e dell'utero nelle donne. Così come quello della prostata negli uomini.
Una ricerca cinese negli anni 70-75 del novecento, trovò che l'incidenza del cancro al seno varia grandemente a seconda della zona di provenienza: nelle zone rurali povere (alimentazione quasi del tutto vegetariana) è fino a cento volte minore che nelle zone ricche delle città (alimentazione con prodotti animali).
Sconvolgente.
Riguarda noi vecchi? 
Eccome.
Completerò i risultati delle sue ricerche in un altra pagina.

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07 aprile 2014

Reciproco soccorso (14-70)

Reciproco soccorso. (14-70)
Uscivo dal parco. Tardo pomeriggio, quasi sera. Mi precedeva una coppia di anziani. A un tratto lei barcolla. Si aggrappa al compagno. Un capogiro, probabilmente. Il compagno la sostiene, sollecito. Si riprende e la coppia esce senza problemi dal parco.
Solo che il compagno continua a tenerla per il braccio, per sicurezza.
Succede questo agli anziani. Prima o poi uno dei due deve accudire l'altro. O perchè si ammala o perchè le forze se ne vanno. La vita di coppia si protrae fino all'età avanzata. Due persone autonome e indipendenti, a un tratto non lo sono più. Una prima dell'altra. Inevitabile che una dedichi il resto della propria vita a soccorrere il compagno/ la compagna di una vita.
Non capiterà a entrambi questo ruolo. Solo uno dei due si occuperà dell'altro.
C'è un'asimmetria nella relazione, in età avanzata.
Così come c'è un'asimmetria nella morte. Uno dei due assisterà alla morte dell'altro.
Uno dei due sopravviverà. Sarà quello che poi morirà da solo. Mentre il compagno avrà avuto la fortuna di morire assistito dal coniuge.
Ma non è così. La morte è un momento così impegnativo dell'esistenza, tutto personale, che la presenza o l'assenza di un compagno di vita o di un figlio, non cambia la situazione del morente.
Ognuno muore da solo.

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05 aprile 2014

Riflessioni comuni (14-69)

Riflessioni comuni. (14-69) (05/04/14)
Sto leggendo un libro sulla vecchiaia (Il sole della sera di Peirone e Gerardi).
Confesso che ne sto raccogliendo vari di libri, su questo tema. Ma finora ne ho letto pochi. Non volevo farmi influenzare. Volevo sviluppare delle idee mie. Originali (presunzione!).
Sono stato stupito, fin dalle prime pagine, di trovare alcuni spunti che già avevo sviluppato nelle mie riflessioni.
Per esempio la suddivisione in tre categorie: la stessa alla quale sono giunto io.
Oppure l'osservazione che la vecchiaia non è amata, soprattutto dai vecchi.
O ancora la notazione che “Noi non vediamo il nostro aspetto, la nostra età, ma ciascuno di noi, come in uno specchio che lo fronteggi, vede quella dell'altro.” (M. Proust, addirittura!)
Anche: “... con l'avanzare degli anni si riducono gradualmente le riserve funzionali dell'organismo e, conseguentemente, la capacità organica di adattamento ai diversi fattori di stress.” (C. Macchione)
Infine: “Non essere più ascoltati, questa è la cosa più terribile quando si diventa vecchi.” (A. Camus)
E' evidente che la vecchiaia è universale. I pensieri sulla vecchiaia sono simili per tutti i vecchi. Della nostra cultura, naturalmente.
Basta rifletterci un poco su. E le idee vengono a chiunque. Più meno simili.
(Bisogna riflettere, però.)

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04 aprile 2014

Mangiare meno (14-68)

Mangiare meno. (14-68)
Uno dei figli di mia moglie è magro. Molto magro. Quando a colazione o a pranzo mangia poco, si giustifica dicendo: “E' che ieri ho mangiato.”
Quasi che l'aver mangiato un giorno sia sufficiente anche per il giorno dopo!
Tale frase rivela anche che sistematicamente qualche giorno salta i pasti.
Penso che sia per un fattore genetico.
Lo invidio.
Io invece mangio sempre molto. La dieta vegetariana che sto facendo ormai da due anni è gratificante perchè, per quanto mangi, non prendo chili.
Molti vecchi mangiano molto, troppo. Altri in vecchiaia diventano più sobri, riducono il cibo. Temo che siano quelli che già in gioventù siano stati frugali, come il figlio di mia moglie.
Vorrei provare nei prossimi mesi a mangiare metà di quello che sto mangiando adesso e vedere che succede. Mi viene in mente l'esperimento di Clive McCay, un docente della Cornell University (Usa) che prolungò la vita di alcune cavie semplicemente dimezzando la quantità di cibo che normalmente mangiano animaletti di quelle dimensioni. Questo avvenne quarant'anni fa (o più).
Un altro modo per sfuggire alla vecchiaia, alla morte?
Forse.
Ma mi vado convincendo che per il benessere il mangiare poco valga quanto il mangiare bene (vegetariano quindi). E valga quanto il muoversi molto.
Per adesso vado a prepararmi un'abbondante insalata! (E' la sera del 3 aprile)

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03 aprile 2014

Poesia (14-67)

Poesia. (14-67)
Non l'ho mai amata. Fra le varie forme di arte è quella che ho frequentato di meno.
E' raro che prenda in mano un libro di poesie.
Sbaglio. La poesia dice cose. Cose importanti per la vita. Apre spiragli.
Getta squarci di luce, più di molti pensieri.
Leggendo un libro sulla vecchiaia (Il sole della sera, di Peirone e Gerardi), ne ho trovate citate alcune. Che riporto sotto.

Senior (di Mario Luzi)
Ai vecchi
tutto è troppo.
Una lacrima nella fenditura
della roccia può vincere
la sete quando è così scarsa. Fine
e vigilia della fine chiedono
poco, parlano basso.
Ma noi, nel pieno dell'età
nella fornace dei tempi, noi? Pensaci.

(Umberto Saba)
Spunta la luna.
Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s'allaccia;
sbanda a povere mete.
Ed è il pensiero
della morte che, in fine, aiuta a vivere.

(Salvatore Quasimodo)
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole
ed è subito sera.


(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107.
La sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

02 aprile 2014

Scopi nella vita (14-66)

Scopi nella vita. (14-66)
Stamattina sono andato a lavorare verso le nove. Un orario in cui le attività lavorative sono già iniziate. I giovani sono al lavoro da un po', a quell'ora.
Mi guardavo in giro, durante il percorso. Ho visto molti vecchi. Chi passeggiava lentamente, chi accompagnava il cane, chi andava al supermercato. Anche qualche coppia anziana. Mi sono chiesto che vita facessero, tutti questi vecchi. Che scopo dessero alla loro esistenza. A vederli, sembrava che tirassero solo a campare.
Si lasciassero vivere.
Senza altri scopi.
Senza scopo. Se non quello di vivere.
Prima di uscire mia moglie mi aveva detto: “ Quello che sto facendo adesso, lo farò fino alla fine della mia vita.” E accompagnò le sue parole con una smorfia di disgusto. Quello che fa non le piace. E l'idea di continuare a farlo fino alla fine le dispiaceva.
Possiamo combattere per i nostri ideali, da vecchi come da giovani.
Ma poi nella vita quotidiana, nell'ora che si succede dopo un'altra, viviamo senza scopo che non sia quello di vivere.
Gran parte del nostro tempo, da vecchi lo passiamo per vivere.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107.
La sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
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