07 aprile 2014

Reciproco soccorso (14-70)

Reciproco soccorso. (14-70)
Uscivo dal parco. Tardo pomeriggio, quasi sera. Mi precedeva una coppia di anziani. A un tratto lei barcolla. Si aggrappa al compagno. Un capogiro, probabilmente. Il compagno la sostiene, sollecito. Si riprende e la coppia esce senza problemi dal parco.
Solo che il compagno continua a tenerla per il braccio, per sicurezza.
Succede questo agli anziani. Prima o poi uno dei due deve accudire l'altro. O perchè si ammala o perchè le forze se ne vanno. La vita di coppia si protrae fino all'età avanzata. Due persone autonome e indipendenti, a un tratto non lo sono più. Una prima dell'altra. Inevitabile che una dedichi il resto della propria vita a soccorrere il compagno/ la compagna di una vita.
Non capiterà a entrambi questo ruolo. Solo uno dei due si occuperà dell'altro.
C'è un'asimmetria nella relazione, in età avanzata.
Così come c'è un'asimmetria nella morte. Uno dei due assisterà alla morte dell'altro.
Uno dei due sopravviverà. Sarà quello che poi morirà da solo. Mentre il compagno avrà avuto la fortuna di morire assistito dal coniuge.
Ma non è così. La morte è un momento così impegnativo dell'esistenza, tutto personale, che la presenza o l'assenza di un compagno di vita o di un figlio, non cambia la situazione del morente.
Ognuno muore da solo.

(L’indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107.
La sintesi del 2012 sitrova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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