30 novembre 2015

Il corpo (15-181)

Il corpo. (15-181)
D'improvviso mi ha preso uno stupore: a settant'anni il mio corpo funziona ancora bene.
A metterli in fila uno per uno settant'anni sono tanti.
Le migliaia (o più) di reazioni chimiche cellulari continuano ad avvenire come cinquant'anni fa. Senza un intoppo, una deviazione, un blocco. Nonostante tutti gli ossidanti che si producono, in conseguenza appunto dei suoi complessi meccanismi di funzionamento.
Sono stupito che funzioni ancora tutto a puntino.
Quando cesserà di funzionare?
E lo farà di colpo, tutto in una volta o per parti?
Propendo per questa seconda ipotesi.
Penso che il mal-funzionamento sarà un percorso lungo e impercettibile.
Mi darà il tempo di abituarmi a questa lenta perdita di pezzi.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

28 novembre 2015

Due vecchi della stessa età (15-180)

Due vecchi della stessa età. (15-180)
Il mio cane più vecchio ha 14 anni. Un'età che in termini umani corrisponde ai 70-75.
Ha degli acciacchi, ma non più di tanto. È ancora vivace, mi scodinzola festoso, è entusiasta quando andiamo fuori di casa.
Dunque ha la mia stessa età. Siamo vecchi insieme. 
Ci facciamo reciprocamente da specchio. 
Sono felice che ciò accada.
Abbiamo entrambi la buona sorte di avere una vecchiaia niente male.
Ma succederà per poco tempo.
Io, se parlo del mio futuro, posso immaginarmi ancora una decina d'anni.
Al mio cane, a mala pena, ne restano due o tre.
Potrò vedere la sua vecchiaia estrema.
Sono certo che mi insegnerà qualcosa.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

27 novembre 2015

La mente* (15-179)

La mente.* (15-179)
Mi è tornato fra le mani un libro di vent'anni fa: Oltre le frontiere della mente, di Osho Rajneesh. Non ne ricordo bene il contenuto, ma ricordo quanto avevo imparato in quegli anni, venendo a contatto col mondo dell'autore (Osho), una guida spirituale indiana che ha fatto molti proseliti anche in Italia.
Il concetto era: siamo condizionati dalla mente. La nostra vita, invece di essere vissuta nelle sue potenzialità, è castrata dal pensiero.
In italiano suona particolarmente bene: la mente mente, la mente dice falsità.
Questo concetto mi pare collegabile al pensiero degli antichi greci quando narravano del dono di Prometeo agli uomini: la dimenticanza della morte.

È ciò che sto vivendo adesso.
Sto dimenticando vecchiaia e morte perchè sono letteralmente prosciugato dalla vita.
Vivo nelle cose da fare, nei mille accadimenti del quotidiano. Devo agire. Non posso fermarmi e dare spazio alla mente.
E' questo il modo giusto per affrontare vecchiaia e morte?
Vivere.
Semplicemente vivere.
Qualcuno ha detto che è inutile temere la morte. Se ci sono io, non c'è la morte. Se c'è la morte, non ci sono più io.
Quindi, vivere la vita al massimo grado. E lasciare che la morte ci prenda nel pieno della vita. Morire da vivi, si diceva una volta.
Allora il cosiddetto dono di Prometeo altro non è che lo slancio profondo a vivere che ognuno ha dentro di sé.
A meno che non sia preda della mente.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

26 novembre 2015

Due occhiate (15-178)

Due occhiate. (15-178)
Ho incrociato per strada una signora anziana. Di quelle con berretto di lana e sciarpa alzata fino alla bocca. Mi ha lanciato un'occhiata distratta, come si fa di solito, verso i passanti. 
Però, subito dopo, è tornata a guardarmi con attenzione.
Fossimo stati giovani, ne sarei stato lusingato. Ma da vecchi?
Il mio aspetto tradisce immediatamente la mia età (gran barba bianca). Mi sono figurato che l'avesse vista, avesse capito che ero vecchio e dunque che guardasse con attenzione un suo coetaneo. Non per interesse estetico o sentimentale, ma per riconoscersi.
Del resto lo faccio anch'io.
Quando vedo un vecchio, più o meno della mia età, lo osservo attentamente.
Come se, guardandolo, guardassi me da fuori.
Mi interessa vedere la vecchiaia negli altri.
Mi interessa vedere come appaio io. 
Perchè invece, quando mi guardo normalmente allo specchio, mi vedo come se fossi ancora un sessantenne. 

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

25 novembre 2015

Confronti (15-177)

Confronti. (15-177)
Questo fine mese sarà molto intenso. Pieno di avvenimenti, di scadenze, di conclusioni.
Non ho tempo di pensare ad altro.
Un'azienda da chiudere, esami di fine corso in una scuola con cui collaboro, l'ultimo incontro su Il cibo ostile, che devo tenere presso un'associazione, gli esami di concorso di mia figlia, la lotta che alcuni cittadini stanno conducendo per impedire che l'unico parco del quartiere sia quasi ceduto a privati, un cocerto che aspetto da tempo. 
E ce ne sarebbero ancora ...
Sono vecchio, ho settant'anni, ma non ho tempo per annoiarmi.
Non è ancora il tempo del riposo.

Mi paragono ai miei vicini di casa quasi novantenni. 
Fa freddo. Escono poco di casa.
Non vedo nessuno o quasi che venga a trovarli, se non raramente. Se escono, è per la spesa o per qualche visita medica.
So che leggono, fanno dei solitari con le carte. Non so se guardano la televisione (il marito è un poco sordo). La musica non l'ascoltano più (mi hanno dato tutti i loro dischi da regalare).
Tutta un'altra vita.
E non dipende dal carattere.
Dipende proprio dalle due diverse vecchiaie che stiamo vivendo.
Io, quella iniziale, prolungamento dell'età di mezzo; loro, quella estrema, l'ultima.
Quella in cui la vita si fa rarefatta.
Serve per distaccarsi
Per stancarsi di vivere.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

24 novembre 2015

La vecchia gatta (15-176)

La vecchia gatta. (15-176)
Possiedo anche una gatta (oltre ai cani). Piuttosto vecchia, 13 anni. 
Da un paio d'anni ha cominciato a dimagrire. Da sei kg è passata a tre. È malata, ma non sappiamo di che cosa.
Due veterinari, un sacco di esami, molti farmaci. Migliora un po', ma poi torna a dimagrire.
Le vogliamo bene, le abbiamo provate tutte.
Eppure non ce la sentiamo di abbandonarla al suo destino. A lasciar fare alla natura.
È così anche coi vecchi umani malati?
Si prova di tutto fino alla fine. Si vorrebbe che passasero la crisi, che vivessero un altro pò. Alcuni letteralmente non vogliono che il proprio caro muoia.
E sono disposti ad ogni accanimento terapeutico.
E se invece si lasciasse fare anche in questi casi alla natura?
Non possiamo vivere per sempre.
I parenti non possono pretendere di tenerci in vita in modo innaturale.
Spesso allungando le nostre sofferenze.
Non c'è rassegnazione alla morte, in questa società.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

20 novembre 2015

Assolvere al proprio compito (15-175)

Assolvere al proprio compito. (15-175)
Non ricordo più in che lettera di S. Paolo si faccia riferimento alla fine della vita del cristiano, dicendo più o meno: “Ho assolto al mio compito” (sottointeso, posso morire).
Si tratta di parole generali, che si adattano alla vita di chiunque, indipendentemente dal fatto religioso.
Anche la mia compagna la pensa così. Di sé dice appunto: “Mi basta assolvere al mio compito. Poi, posso concludere la mia vita.”
Mi pare una categoria importante della vita. 
Assolvere al compito che ci si sente di avere.
Più che un compito personale, sembra un compito fondamentale dell'esistenza in sé.
Maturare, allevare i figli, essere utili ai nipoti, contribuire alla società a cui si appartiene, lavorare per ideali di giustizia e pace.
Che altro?

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

19 novembre 2015

Aspettando il miracolo (15-174)

Aspettando il miracolo. (15-174)
Ogni tanto mi aspetto miracoli.
Non so se dipenda dalla mia vecchiaia o dalla conformazione della mia personalità (confesso di essere un inguaribile credulone).
Il miracolo riguarda naturalmente le mie ricerche sul cibo e sulle malattie che si possono curare con esso.

Al convegno nazionale a cui ho partecipato un mese fa (e che vedeva la partecipazione di Colin Campbell), ho incontrato vari ricercatori. La maggior parte erano interessanti.
Uno fra tutti mi ha colpito, soprattutto per il nesso intestino-cervello sul quale lavora da decenni.
Si chiama Paolo Mainardi. Lavora nell'istituto di epilettologia dell'università di Genova.

Piccolo colpo di fortuna. È stato l'ultimo intervento che sono riuscito ad ascoltare (dovevo uscire prima della fine del convegno). Uscendo sono stato attratto da uno stand in cui si pubblicizzava non so che farmaco. Mi sono fermato. Vendevano anche un libro sull'asse intestino-cervello. Era quello che cercavo. L'ho acquistato. Era proprio di Paolo Mainardi!
A casa me lo sono letteralmente bevuto in pochi giorni.

Il titolo del libro è: Alla ricerca dell'una (medicina) Il ruolo dell'asse intestino cervello nelle patologie - Libellula Edizioni (2013).
Si tratta del resoconto di numerosissime ricerche sul tema: come l'intestino influenzi il cervello, come curare l'intestino curi molte patologie, intestinali e cerebrali (a esempio l'epilessia). Soprattutto come esista un semplicissimo rimedio (neppure un farmaco, bensì una proteina) per sanare l'intestino e di conseguenza varie parti del corpo.
Sono stato come folgorato.
Ho acquistato subito la specialità (esiste in commercio). La assumo da qualche giorno.
Mi aspetto il miracolo.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

18 novembre 2015

Approfondimenti (15-173)

Approfondimenti. (15-173)
Nella pagina di ieri suggerivo che far da guida ai più piccoli (i nipoti per esempio) è un modo per continuare a vivere anche dopo la morte.
Ci ho ripensato. Mi pareva di aver seguito un luogo comune (e questo non mi piace).
Sono giunto a conclusioni diverse.
Mi interessa poco continuare a sopravvivere nella memoria di qualcuno.
Non ci sarò più. Che vale?

Allora, la spinta a guidare i più giovani, il desiderio di trasmettere conoscenze alle nuove generazioni a che cosa è dovuta?
All'anelito di continuare a far parte della società in cui si vive. Al desiderio di essere utili. All'aspirazione a far fruttare il nostro patrimonio di vita.
Non c'entra la volontà di non far morire il nostro sapere.
Non c'entra la voglia di sopravvivere.
C'entra la solidarietà verso chi viene dopo.
C'entra il senso di appartenenza a una comunità che si chiama specie umana.
Che va oltre la mia vita individuale.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

17 novembre 2015

Sopravvivere (15-172)

Sopravvivere. (15-172)
I nipoti piccoli esercitano un grande fascino sui nonni.
Di ciò, sto scoprendo alcuni lati insospettabili.

Mi piacciono i libri. Col mio amico ho organizzato una visita guidata a un'antica biblioteca privata della mia città. Che ha riaperto da poco l'accessibilità al pubblico.
Incunaboli, cinquecentine, seicentine e libri più moderni. E manoscritti, che a volte non si distinguono dai libri stampati, tanta era la cura nell'esecuzione.
La prima edizione a stampa della Divina Commedia.
Mentre osservavo tutto ciò, rapito ed estasiato, mi è balenata l'idea di accompagnarci anche il mio primo nipote, quattro anni appena compiuti. Che, per esagerazione familiare, possiede già una bibliotechina di trecento volumi. Che fra i regali del recente compleanno si soffermava soprattutto su quelli costituiti da libri. E non sa ancora leggere.
Per estensione, mi è venuto in mente che con lui avrei potuto fare facili esperimenti di fisica e chimica. Oppure avrei osservato il cielo con un piccolo telescopio. E già quest'estate l'ho accompagnato nella prima escursione su un colle di 200 m vicino alla città in cui vivo.
Ed era orgoglioso di essere stato il più giovane escursionista a essere arrivato su quella cima.
Insomma ai nipoti potrei trasmettere una parte delle mie passioni e del mio sapere.
In questo diario mi sono lagnato del fatto che noi vecchi abbiamo tante conoscenze, ma nessuno ne usufruisce più. Ho scritto del dispiacere che tutto morirà con noi.
Sbagliavo.
Adesso, con quattro nipoti, ho un piccolo uditorio.
Posso ancora essere utile a qualcuno.
Un modo per sopravvivere.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

11 novembre 2015

Sostegno (15-171)

Sostegno. (15-171)
Contribuisco economicamente a sostenere un paio di organizzazioni non profit.
Mi mandano periodicamente loro notizie. Spesso mi ringraziano, a volte mi chiedono sforzi aggiuntivi.
Una di queste ieri mi ha scritto. La lettera conteneva una novità. Fra le varie forme di sostegno richiesto c'era anche l'invito a lasciare del denaro nel testamento. Cioè di fare un lascito testamentario.
Prima reazione: mi considerano vecchio (età anagrafica!), posso morire e dunque sono un sostenitore che entro un tempo breve potrebbe cessare il proprio contributo.
Niente paura, posso sempre lasciare all'associazione del denaro nel testamento.
Un po' di sgomento.
L'oggettività del mio stato è resa evidente anche da richieste come questa.
Sei vecchio, puoi morire, lasciaci qualcosa nel testamento.”
Seconda reazione: posso contribuire a un'idea, una passione, anche dopo la mia morte.
Anche dopo la mia morte si farà qualcosa, grazie al mio sostegno.
Un po' di conforto.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

10 novembre 2015

Stordirsi (15-170)

Stordirsi. (15-170)
Ritorno su ciò che non fa pensare a vecchiaia e morte.
Riempirsi di lavoro (vedi 15-160), occuparsi dei nipoti (e, più in generale, occuparsi di persone deboli), essere presi da passioni, viaggiare (come vita, non come turismo).
Non ti resta tempo per altri pensieri.
In questi mesi di ottobre e novembre ho molte cose da fare. Non ho tempo per altro.
La vecchiaia resta sospesa.

Mi chiedo se tutto ciò non sia una qualche forma di stordimento. Se ho un problema, mi ubriaco o assumo stupefacenti e così non penso più al problema che mi angustia.
Ma dura poco. Il problema ritorna.
Se invece ho mille cose da fare ( e ogni giorno ho cose da fare) allora lo stordimento dura a lungo.
Dunque, si tratta di stordimento?
No.
Semplicemente continuo anche da vecchio nell'attività tipica dell'età di mezzo.
Prolungo l'età che precede la vecchiaia.
Un imbroglio?
No, perchè la vecchiaia vera giunge. E allora la vivi tutta.
E' come aver prolungato l'autunno fino a natale.
In ogni caso l'inverno arriva.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

09 novembre 2015

45 anni (15-169)

45 anni. (15-169)
E' il titolo di un bel film di Andrew Haigh.
Due coniugi anziani, senza figli, nei giorni che precedono la festa dei loro 45 anni di matrimonio.
Arriva una lettera, che comunica il ritrovamento del corpo della prima fidanzata del marito, morta cinquant'anni prima, cadendo nel crepaccio di un ghiacciaio.
Questa notizia scombussola l'uomo.
E ancor più la moglie.
Gelosia, sensazione di essere stata una seconda scelta, disappunto verso il marito: non le ha detto la verità completa sul quel primo legame.
Il regista è magistrale nel mostrare sentimenti interiori, che si manifestano, ma non del tutto, soprattutto non con le parole.
La sceneggiatura accentua l'aspetto di sofferenza della moglie e di turbamento del marito.
Il regista ha 42 anni. Decisamente molto bravo.
Ma dà una lettura che non tiene conto dell'età dei due protagonisti.
45 anni insieme sono molti. Il tempo trasfigura il legame. Lo condensa. Difficile che un fantasma del passato possa modificare qualcosa. L'uomo infatti supera il momento.
La donna no. E mi è parso poco realistico.
E' un film sui sentimenti di una coppia di vecchi.
E' un film sulla vita, trasportata nell'ultima età. Attribuendole sentimenti dell'età di mezzo.
L'unica critica è verso questo indebito trasporto.
E' un gran bel film.
Ma non è un film sulla vecchiaia.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

08 novembre 2015

Due vecchi alberi (15-168)

Due vecchi alberi. (15-168)
Nel bosco del parco vicino a casa hanno abbattuto un albero, un pioppo.
Molto grande.
Molto vecchio.
Per motivi di sicurezza, dicono. Per ringiovanire il boschetto, affermano.
Anche fuori dal parco c'era un pioppo maestoso. Grande e piacevole la sua ombra, al culmine del caldo estivo.
Hanno tagliato anche quello.
Era pericoloso. Era vecchio.
Cogli alberi facciamo così. Quando diventano vecchi, li facciamo morire noi.
Prima che producano danni.

Mi chiedo se noi vecchi umani possiamo diventare pericolosi, con l'età.
Mi pare di no (se non in caso di pedofilia).
Spero che qualcuno non trovi, invece, che siamo dannosi.
Correremmo il rischio di essere tagliati.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

07 novembre 2015

Splendide giornate d'autunno (15-167)

Splendide giornate d'autunno. (15-167)
Gli ultimi giorni e quelli della settimana passata sono stati spendidi, nella mia regione.
Sarebbe la stagione del maltempo, questa. E invece …
L'arrivo del freddo sembra rimandato. O almeno rallentato.
È banale fare il paragone fra autunno e vecchiaia.
Eppure queste magnifiche giornate autunnali mi richiamano alla memoria i giorni di luglio (quasi ebbri) o ancora quelli di queste ultime settimane, che sono comunque altrettanto positivi, pur senza raggiungere i vertici dell'estate.
Non mi illudo che la vecchiaia si arresti.
Ma sono felice che sia rallentata.
Permettendomi segmenti di vita felice.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

06 novembre 2015

Anch'io (15-166)

Anch'io. (15-166)
Ho visto alla tv un'intervista a Trapattoni. 
È un allenatore di calcio, con un passato di grande giocatore. È sempre stato un uomo vivace, impetuoso, pronto alla battuta e capace di rimbeccare l'interlocutore.
Durante l'intervista mi è parso leggermente in ritardo nelle risposte. Non comprendeva immediatamente le domande. È stato lievemente incerto anche nel momento del commiato.
Non grandi incertezze, né ritardi imbarazzanti, né incomprensioni vere e proprie.
Cose lievi, appena percettibili.
Trapattoni ha 76 anni.

Talvolta la mia compagna osserva che in auto vado piano oltre il normale. 
Talvolta trova che nei nostri dialoghi ho dei tempi più lunghi (per riflettere) prima di rispondere. Ancora: vede che sono più lento nei movimenti.
Non cose preoccupanti, ma che non sfuggono alla sua osservazione.
Non ho l'età di Trapattoni.
Ma sono vecchio anch'io.

(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com    )