La
mente.* (15-179)
Mi
è tornato fra le mani un libro di vent'anni fa: Oltre le
frontiere della mente, di Osho Rajneesh. Non ne ricordo bene il
contenuto, ma ricordo quanto avevo imparato in quegli anni, venendo a
contatto col mondo dell'autore (Osho), una guida spirituale indiana
che ha fatto molti proseliti anche in Italia.
Il
concetto era: siamo condizionati dalla mente. La nostra vita, invece
di essere vissuta nelle sue potenzialità, è castrata dal pensiero.
In
italiano suona particolarmente bene: la mente mente, la mente
dice falsità.
Questo
concetto mi pare collegabile al pensiero degli antichi greci quando
narravano del dono di Prometeo agli uomini: la dimenticanza
della morte.
È
ciò che sto vivendo adesso.
Sto
dimenticando vecchiaia e morte perchè sono letteralmente prosciugato
dalla vita.
Vivo
nelle cose da fare, nei mille accadimenti del quotidiano. Devo agire.
Non posso fermarmi e dare spazio alla mente.
E' questo il modo giusto per affrontare vecchiaia e
morte?
Vivere.
Semplicemente
vivere.
Qualcuno
ha detto che è inutile temere la morte. Se ci sono io, non c'è la
morte. Se c'è la morte, non ci sono più io.
Quindi,
vivere la vita al massimo grado. E lasciare che la morte ci prenda
nel pieno della vita. Morire da vivi, si diceva una volta.
Allora
il cosiddetto dono di Prometeo altro non è che lo slancio profondo a
vivere che ognuno ha dentro di sé.
A
meno che non sia preda della mente.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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