Confronti.
(15-177)
Questo
fine mese sarà molto intenso. Pieno di avvenimenti, di scadenze, di
conclusioni.
Non
ho tempo di pensare ad altro.
Un'azienda
da chiudere, esami di fine corso in una scuola con cui collaboro, l'ultimo incontro
su Il cibo ostile, che devo tenere presso un'associazione,
gli esami di concorso di mia figlia, la lotta che alcuni cittadini
stanno conducendo per impedire che l'unico parco del quartiere sia
quasi ceduto a privati, un cocerto che aspetto da tempo.
E ce ne sarebbero ancora ...
Sono
vecchio, ho settant'anni, ma non ho tempo per annoiarmi.
Non
è ancora il tempo del riposo.
Mi
paragono ai miei vicini di casa quasi novantenni.
Fa freddo. Escono
poco di casa.
Non
vedo nessuno o quasi che venga a trovarli, se non raramente. Se
escono, è per la spesa o per qualche visita medica.
So
che leggono, fanno dei solitari con le carte. Non so se guardano la
televisione (il marito è un poco sordo). La musica non l'ascoltano
più (mi hanno dato tutti i loro dischi da regalare).
Tutta
un'altra vita.
E
non dipende dal carattere.
Dipende
proprio dalle due diverse vecchiaie che stiamo vivendo.
Io,
quella iniziale, prolungamento dell'età di mezzo; loro, quella
estrema, l'ultima.
Quella
in cui la vita si fa rarefatta.
Serve per distaccarsi.
Per stancarsi di vivere.
Per stancarsi di vivere.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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