45
anni. (15-169)
E'
il titolo di un bel film di Andrew Haigh.
Due
coniugi anziani, senza figli, nei giorni che precedono la festa dei
loro 45 anni di matrimonio.
Arriva
una lettera, che comunica il ritrovamento del corpo della prima
fidanzata del marito, morta cinquant'anni prima, cadendo nel
crepaccio di un ghiacciaio.
Questa
notizia scombussola l'uomo.
E
ancor più la moglie.
Gelosia,
sensazione di essere stata una
seconda scelta,
disappunto verso il marito: non le ha detto la verità completa sul
quel primo legame.
Il
regista è magistrale nel mostrare sentimenti interiori, che si
manifestano, ma non del tutto, soprattutto non con le parole.
La
sceneggiatura accentua l'aspetto di sofferenza della moglie e di
turbamento del marito.
Il
regista ha 42 anni. Decisamente molto bravo.
Ma
dà una lettura che non tiene conto dell'età dei due protagonisti.
45
anni insieme sono molti. Il tempo trasfigura il legame. Lo condensa.
Difficile che un fantasma del passato possa modificare qualcosa.
L'uomo infatti supera il momento.
La
donna no. E mi è parso poco realistico.
E' un film sui sentimenti di una coppia di vecchi.
E' un film sulla vita, trasportata nell'ultima età. Attribuendole sentimenti dell'età di mezzo.
L'unica critica è verso questo indebito trasporto.
E' un gran bel film.
Ma non è un film sulla vecchiaia.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41.)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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