30 giugno 2019

Resoconto di maggio e giugno 2019 (19-076)

Resoconto di maggio e giugno 2019. (19-076)
Un resoconto di nuove idee che mi son venute in questi due mesi su vecchiaia e morte.
Sicuramente, complice il mio geriatra, ho preso coscienza definitiva della assoluta necessità di muoversi durante la vecchiaia: ne ho scritto nelle pagine 19-067, -069, -073.
Ho poi scoperto un testo fondamentale sulle implicazioni che ha il cibo su salute, ambiente e sfruttamento: il Manifesto Cibo per la Salute del gruppo che fa capo a Vandana Shiva (-059 e -064). Ho anche registrato la mia accentuata insofferenza (da vecchio) per ingiustizie, razzismo e altri luoghi comuni o abitudini indotte: vedi -062, -065, -070.
Caratteristiche problematiche della vecchiaia alle pagine -053, -055, -058, -061, -063, -066. Ma anche vantaggi: -074, -075.
Esempi di vecchiaie alle pagine -071 e -072.
Infine anche qualche pensiero sulla morte: -056, -057, e, un pò fuori dal comune, -068.




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

28 giugno 2019

Libri importanti (19-075)

Libri importanti. (19-075)
Durante la gioventù e l'età di mezzo ero impegnato soprattutto nel lavoro, nell'educazione dei figli e in molti altri interessi che negli anni mi si presentavano. In quegli anni intanto la cultura e il pensiero umano facevano scoperte interessanti, venivano scritte opere importanti (almeno nel settore della scienza, quello che m'appassiona di più). Queste opere mi sfioravano, ma il tumulto della vita non mi lasciava il tempo per leggerle o almeno per leggerne alcune.
E così ho letto sì Il caso e la necessità di Jaques Monod, oppure le opere di Carlos Castaneda (più romanzi che opere antropologiche), o i lavori di Rupert Sheldrake, o ancora Il tao della fisica di F. Capra.
Ma lavori importanti come Primavera silenziosa di R. Carlson o Ipotesi gaia di J Lovelock o ancora le opere di Stephen Hawking, per non parlare del monumentale lavoro di Levi Strauss, non hanno fatto parte delle mie letture. Così come il lavoro fondamentale di G. Bateson.
La mia cultura è decisamente lacunosa.

Ma la vita è lunga.
Sono arrivato alla vecchiaia. Più volte ho letto citazioni di Gregory Bateson, al punto da pensare che prima o poi dovesse far parte del mio bagaglio di conoscenze.
L'altra sera mio figlio ha suonato al campanello e mi ha chiesto di scendere perchè aveva qualcosa da darmi. Sorpresa: aveva per me Verso un'ecologia della mente proprio di G. Bateson, la prima e maggiore sua opera.
Ne avevamo parlato e così ha pensato di prestarmelo!
Ora lo leggerò.
Questo ha di bello la vecchiaia (lunga): permette di recuperare!



(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

25 giugno 2019

Errori di ... vecchiaia (19-074)

Errori di ... vecchiaia. (19-074)
I vecchi sottovalutano l'importanza dello stile di vita per la salute.
Il ragionamento che di solito si fa è il seguente: "L'ho fatto per tutta una vita: vuoi che smetta di farlo proprio ora che sono a un passo dalla morte? Che male mi può fare, mi può far morire? Tanto ormai ..."
Ci sono almeno tre errori in questo pensiero, di solito avallato dai parenti più stretti.
Primo.
Se un certo comportamento si è assunto in giovinezza e mantenuto nell'età di mezzo senza danni (spesso solo apparentemente), al momento dell'ingresso dell'ultima età può cominciare a far danni, perchè nella vecchiaia è molto inferiore la capacità di far fronte a comportamenti dannosi. Se qualcosa non ci ha danneggiato o meglio se l'organismo ha saputo tamponare i danni per decenni, arrivati a 70 – 80 anni non ce la fa più.
Per esempio il fumare. Continuare a fumare in tarda età espone al rischio di malattie, che per nostra fortuna non si erano presentate negli anni precedenti.
Secondo.
"Sono a un passo dalla morte": è vero che la vecchiaia è l'età più vicina alla morte, ma la vecchiaia può essere lunga. Arrivati a 70 o più anni possono esservi ancora lunghi anni di vita: se si continua con uno stile di vita sbagliato, ci si espone non tanto a una morte immediata, bensì a numerosi anni di malattia.
Per esempio l'alcol. L'alcol è sempre dannoso, anche per i giovani. Se siamo arrivati alla vecchiaia è meglio astenersene del tutto, se vogliamo sperare in una età in salute.
Terzo.
"Mi può forse far morire? Tanto ormai ..."
I danni di uno stile di vita errato non si manifestano con una morte fulminea, bensì con acciacchi progressivi e invalidanti: incidono sulla qualità di vita della vecchiaia.
Per esempio il cibo.
Se la nostra dieta durante i primi sessant'anni di vita non è stata esemplare, è meglio, nella terza età aumentare di molto il cibo vegetale crudo, diminuire o abolire i prodotti animali (specialmente le carni rosse insaccate e processate), astenersi il più possibile dagli alimenti di produzione industriale e agro-industriale.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

23 giugno 2019

Nuove idee sul movimento (19-073)

Nuove idee sul movimento. (19-073)
Ho letto un bell'articolo di Herman Pontzer su le Scienze del mese di Aprile 2019. Riguarda la necessità dell'organismo umano di muoversi, camminare.
L'autore confronta il movimento del genere homo con quello di scimpanzè, orango, gorilla. Conclude affermando che mentre i nostri cugini sono dei pigri scansafatiche, e ciononostante conservano una buona salute, gli esseri umani hanno assoluto bisogno di camminare, per non ammalarsi.
Secondo l'autore ci siamo evoluti, per esempio aumentando le dimensioni del cervello, proprio perchè ci siamo abituati a camminare molto. Infatti l'esercizio fisico provoca il rilascio di molecole che promuovono la neurogenesi e la crescita cerebrale.
"L'esercizio fisico non è opzionale, è essenziale." afferma Pontzer. L'esercizio fisico (soprattutto il camminare) fa funzionare meglio l'organismo.
L'attività fisica di resistenza riduce l'infiammazione cronica. Abbassa il livello a riposo degli ormoni quali il testosterone, l'estrogeno e il progesterone. Nonchè abbassa il picco mattutino del cortisolo, ormone dello stress. Riduce la resistenza all'insulina (causa del diabete di tipo 2). Migliora l'efficacia del nostro sistema immunitario nel bloccare le infezioni: soprattutto durante l'invecchiamento.
Vorrei soffermarmi sull'abbassamento degli ormoni.
Come scritto più volte, soffro di ipertrofia prostatica benigna (IPB). La malattia è causata dalla quantità di testosterone, che degenera in un altro composto, che favorisce la proliferazione cellulare della prostata. Il mio geriatra mi ha prescritto la serenoa repens, in quanto abbassa i livelli di testosterone.
Ebbene anche con il camminare abbasso i livelli di testosterone!
Alcune popolazioni primitive moderne (gli Hadza e altri) praticano più di due ore di attività fisica la giorno, che consiste nel camminare. E non soffrono di molte delle patologie che affliggono la moderna civiltà occidentale. Anche una ricerca fra i postini di Glasgow ha riscontrato che con 15.000 passi al giorno o sette ore di camminata normale al giorno ci si mette al riparo da malattie cardiovascolari e dismetaboliche.
Insomma siamo nati per camminare.
Soprattutto durante la vecchiaia.
(e bastano al minimo 2-3 ore settimanali di camminata veloce) 
(vedi anche 19-045, -067, -069)


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

22 giugno 2019

Il mio vecchissimo cane (19-072)

Il mio vecchissimo cane. (19-072) (22/06/19)
Quando incontro qualche vecchio in là con gli anni, mi affretto a carpirgli segreti di lunga vecchiaia e a scriverne qui (vedi la pagina precedente 19-071).
Spesso ho scritto del mio cane vecchio, facendo paralleli fra la sua vita e la mia.
Passano i mesi e così il mio cane è diventato nettamente più vecchio di me (i cani vivono molto meno di noi umani). Ha quasi 18 anni, che tradotti in anni umani fanno circa cent'anni.
Complessivamente sta bene. Di salute, intendo.
Dorme molto durante il giorno. Lo porto a fare due passeggiatine quotidiane e si muove tanto lentamente. Spesso la gente si ferma, mi chiede l'età e a sentirla prorompe in esclamazioni di sorpresa.
"Eroico!" dicono.
E' trattato bene. È amato. Cerco di dargli il meglio come cibo e come disponibilità a seguire le sue esigenze.
Che sia questo uno dei segreti di una lunga vecchiaia: l'essere molto amati?


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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19 giugno 2019

Splendida novantenne (19-071)

Splendida novantenne. (19-071)
Ho rivisto, dopo alcuni anni, la padrona di un locale che avevo affittato.
Ormai ha novant'anni.
Ebbene, rispetto a dieci anni fa è ... uguale! Anzi forse leggermente migliorata.
Capacità mentali intatte, si muove in perfetta autonomia, salute discreta; ha smesso di fumare 5-6 anni fa (ma ha confessato di provarne ancora il desiderio). Ha smesso non tanto per migliorare la sua salute (aveva frequenti bronchiti), quanto per non danneggiare i nipoti che per mesi hanno abitato a casa sua!
Le ho chiesto: "Che cosa mangia?" Risposta: "Un pò di tutto e gustoso!"
Le ho ancora chiesto: "Il segreto per arrivare a novant'anni?"
Mi ha risposto: "Tanta enigmistica e giocare a carte con le mie amiche!"
Insomma si è dedicata alla sua vita, senza limitazioni.
Senza grandi vizi, ma senza ascesi o grandi rinunce.
Veramente di vecchiaie ve ne sono tante e diverse!
(il marito è morto dieci anni fa di ... vecchiaia e la sorella cinque anni fa di cancro)




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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17 giugno 2019

Cellulare (19-070)

Cellulare. (19-070)
Ricordo il mio primo telefono portatile, acquistato circa vent'anni fa: grande, pesante, ma ...magico! Mi permetteva di essere sempre reperibile, chi mi cercava mi poteva trovare ovunque; io stesso potevo chiamare chiunque, da ogni luogo: una novità assoluta, per quei tempi.
Ricordo anche la seconda rivoluzione: lo smart-phone o telefono intelligente. Addirittura un piccolo computer portatile, col quale fare mille cose. Soprattutto essere sempre connessi.
Questo passaggio mi trovò molto più tiepido: rimasi col mio telefono mobile di vecchio tipo, e non abboccai alla novità.
Cellulare e smart-phone sono oggetti dannosi; meglio non portarli troppo vicino alla pelle, neanche quando sono in quiete. Così quando lo metto in tasca uso dei distanziatori che lo tengano ad almeno cinque centimetri dal corpo. Risultato: ho sempre le tasche gonfie. Fastidioso, specialmente d'estate.
Ieri ho riflettuto: mi sono reso conto che le mie abitudini sono cambiate? Che mi è diventato assolutamente necessario un oggetto del quale ho fatto a meno nei primi cinquant'anni della mia vita?
Poichè sono vecchio, ho potuto fare il confronto con prima.
Nessun miglioramento reale della mia vita.
Sì, certo, una comodità maggiore.
Ma nulla di più.
E poi, parliamoci chiaro: non è che io viva in un luogo deserto. Sono sempre vicino a gente. 
In caso di necessità posso rivolgermi ad altri.
Ho scoperto che il cellulare non mi serve, (anche perchè continuo ad avere il telefono fisso a casa).
Ho scoperto che posso farne a meno.
Da ieri non lo porto più con me.
Chi mi vuole mi cercherà di più.
Che libertà!


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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16 giugno 2019

Camminare? Funziona! (19-069)

Camminare? Funziona! (19-069)
Un paio di mesi fa sono stato dal mio geriatra per una visita di controllo. In quell'occasione il medico mi trovò carente di massa magra. "Hai perso massa muscolare" mi disse. Mi prescrisse soltanto di muovermi di più: non lentamente però, bensì con camminata veloce "fino a sudare", aggiunse. E per un tempo settimanale di due ore e mezzo al minimo.
Nonostante qualche contrattempo sono riuscito a mantenere il ritmo dei 150 minuti settimanali (non di più, però), per una decina di settimane, dedicando questo tempo a specifiche camminate, ma anche cercando di trasformare semplici trasferimenti in quartiere in marcia veloce.
Non sono ancora tornato dal medico per rifare gli esami impedenzometrici, ma la sensazione soggettiva è che stia meglio fisicamente. Per esempio scendendo le scale col cane in braccio non mi sono più capitati episodi di leggera incertezza, di mancato pieno controllo del mio corpo, come qualche mese fa.
Tutto ciò è ovvio.
Il genere homo e quindi anche homo sapiens ha una conformazione adatta al movimento, più di scimpanzè e gorilla. Studi paleontologici hanno rivelato che i nostri progenitori si muovevavo per circa 9-14 km al giorno. Molto lontani dal movimento dei carnivori (come i lupi che possono arrivare fino a 140 km al dì), ma molto di più di quanto ci si muove nella società moderna occidentale. La raccomandazione del geriatra a camminare è un invito a riappropriarsi dell'attitudine ancestrale dell'essere umano a percorrere giornalmente un certo numero di chilometri a piedi.
Con la prescrizione del mio medico non arrivo a 5-6 km al dì, ciononostante il movimento che mi impongo settimanalmente è sufficiente a mostrare differenze.
In meglio.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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11 giugno 2019

Meditazione (19-068)

Meditazione. (19-068)
Più di trent'anni fa sono entrato in contatto col mondo orientale. Idee, maestri, pratiche, cibo. 
È un mondo affascinante, ricco di stimoli per gli occidentali.
Fra i vari contenuti vi era anche la meditazione. Termine molto vasto, che comprende realtà differenti fra loro, e differenti da ciò che intendiamo in occidente: molto più fisiche che mentali.
Una di queste, insegnata dal maestro Bhagwan Shree Rajneesh, conosciuto poi come Osho, prevedeva una fase in cui, nell'immobilità più assoluta, si tenta di non pensare a nulla, concentrandosi per esempio sul respiro. Osho suggeriva anche di svolgere alcuni atti (magari quelli dei quali ci si vuole liberare o che ci tormentano, fumo, sesso eccetera) come meditazione. Vivendoli in piena consapevolezza.
Da molti anni ho lasciato quel mondo per quanto affascinante. Ma mi è rimasto il ricordo di quella tecnica: quella per esempio di calarsi nelle situazioni difficili, insopportabili, invece di fuggirle, facendone una meditazione, cioè osservando come corpo, mente e psiche si comportano, diventando quindi osservatore esterno invece che affondare nelle situazioni più incresciose.

Il ricordo della meditazione mi è ricomparso mentre la mia vicina novantenne, ripresasi dopo due ricoveri ospedalieri, mi confessava: "Pensavo proprio di morire" rivelando una certa lucidità anche in momenti che potrebbero essere quelli finali della vita.
Ho collegato questa lucidità con la possibilità di meditare mentre si muore, cioè di essere osservatore di noi stessi mentre moriamo.
Mi rendo conto che questo pensiero è totalmente al di fuori del nostro pensiero occidentale.
Ma non ricordo più in quale film (forse il Piccolo Buddha, di Bertolucci) vi era uno dei monaci protagonisti che sentendosi vicino alla morte la affrontava mettendosi a meditare.
E la stessa Anna Marchesini, attrice, sosteneva di essere così assetata e curiosa di vita da essere curiosa anche dei momenti in cui si muore, cioè, in qualche modo, osservarsi mentre si muore.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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10 giugno 2019

Movimento, ancora (19-067)

Movimento, ancora. (19-067)
Su indicazione del mio geriatra ho cominciato a muovermi di più (vedi: 19-045). 
Per recuperare massa magra (muscoli) che sto perdendo. Mi aveva prescritto 150 minuti (due ore e mezzo) di camminata veloce alla settimana. Veloce quanto basta per sudare.
Da giovane mi piaceva correre. E così ho cominciato le camminate, inframmezzandole con brevi tratti di corsa. Il geriatra mi aveva sconsigliato di correre, per via dell'affaticamento delle giunture e della scarsità dei miei muscoli.
Non gli ho dato retta. E ne ho pagato lo scotto.
Infatti dopo alcuni giorni ho accusato male alle anche che si è trasformato in sciatica. Con conseguente rallentamento delle camminate. Passati quei dolori (incredibile: in soli tre, quattro giorni con cerotti cinesi Tian Zee e come anti-infiammatorio Ribes Nigrum), ho ripreso le camminate senza corsette.
Sono passate dieci settimane. Bilancio: sto meglio, il movimento, sento che fa proprio bene. Sono curioso di vedere se la mia massa muscolare è aumentata.


Due considerazioni.
All'inizio pensavo che 150 minuti alla settimana fossero proprio pochi. In realtà, complici gli impegni, le giornate di pioggia, qualche malessere, sono riuscito a malapena a tenere quel
ritmo settimanale. 150 minuti sono una quantità ragionevole e fattibile.
Pensavo anche che un pò di corsa potesse far bene: non ho tenuto conto che ormai ho 73 anni, e certi sforzi il mio corpo non li tollera più.




(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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08 giugno 2019

Ennesima riprova (19-066)

Ennesima riprova. (19-066)
I vecchi diventano più fragili dal punto di vista psicologico. L'ho scoperto sulla mia pelle alcuni anni fa. La debolezza psichica è uno dei segni della vecchiaia (o almeno di alcuni vecchi).


Ho venduto la casa di famiglia circa un anno fa. Ora sto acquistando una casa più piccola, da affittare e così integrare la mia pensione, piuttosto bassa.
I rapporti con le agenzie immobiliari, le trattative con i proprietari, le numerose visite ad abitazioni varie, mi hanno stancato. Le difficoltà dell'operazione di acquisto hanno messo alla prova la mia tenuta psichica. Ho scoperto ancora una volta che sono carente dal punto di vista dell'emotività.
L'emotività è sempre stata il mio tallone d'Achille: ma vedo che ora, che sono vecchio, sono peggiorato. Gestisco male paure e timori; mi spaventa la possibilità di essere ingannato, truffato, o anche semplicemente di non riuscire a concludere un affare in modo (almeno) equo.
Non è sempre stato così.
Ricordo che più di dieci anni fa sono riuscito a condurre in porto in modo più che passabile la trattativa per l'affitto della mia azienda, che era sull'orlo del fallimento: è stato molto stancante, ma ho tenuto il punto fino alla conclusione positiva.
Ora ho settantatre anni. Le capacità sono decisamente calate.


Un insegnamento: quando si giunge alla vecchiaia, meglio sbrigarsi a concludere imprese onerose. Più passa il tempo, meno si riesce a gestire situazioni complesse.
L'ideale sarebbe giungere alle soglie della vecchiaia avendo già sistemato tutto.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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04 giugno 2019

Mi sono stancato (19-065)

Mi sono stancato. (19-065)
Sono a passeggio coi cani. Mi fermo in una piazzetta pedonale dove sono alberi e panchine. Qualcuno ha rotto una bottiglia di birra e ha lasciato i frammenti sparsi. Lo maledico dal più profondo e mi metto a raccoglere i frammenti di vetro, perchè i cani non si feriscano. Lì vicino vi sono dei cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti. Un altro anziano sta scopando attorno ai cassonetti. Svolgiamo entrambi un modesto lavoro sociale. Quando ci incrociamo comincia a inveire contro gli autori di quel degrado. Sono d'accordo con lui. Ma all'improvviso inveisce contro i ragazzi stranieri (magrebini) che a volte stazionano nella piazzetta. Ma la piazzetta è frequentata anche da ragazzi italiani. Perchè ha deciso che la responsabilità è di quelli stranieri? Lo ha visto fare?
O si tratta di banale pregiudizio?
Propendo per questa ipotesi e mi scaldo subito. Gli dico che ci sono anche italiani che stazionano lì, che non si può accusare senza una prova, dando per scontato che siano sempre gli altri a comportarsi male. Se una cosa è sbagliata è sbagliata e basta, non dipende dal colore della pelle.


Non sopporto più quest'onda razzista, miope, ignorante e cattiva, verso i diversi.
Vorrei dire al signore che, viste le decine di milioni di africani ridotti in schiavitù nei secoli XVI--XIX, sui quali si sono arricchite nazioni quali Spagna, Portogallo, Olanda, Gran Bretagna, Usa; visto il colonialismo (c'è dentro anche l'Italia), il neocolonialismo che dura tuttora nel XXI secolo; visto dunque che l'occidente si è arricchito depredando altri popoli con la violenza, è naturale che ora faccia gola a popolazioni più povere e che attiri soprattutto giovani africani verso il nord.
Insomma: abbiamo creato noi occidentali un dislivello di ricchezza? Orbene è naturale che attiriamo chi tale ricchezza non ce l'ha. 
L'immigrazione moderna è figlia del colonialismo occidentale. 
Non possiamo lamentarcene, anche se la nostra responsabilità individuale è sfumata (nessuno di noi è un negriero), viviamo però di quella ricchezza prodotta in altri secoli col sopruso a danno di coloro i cui bis-bis-bis nipoti oggi bussano alle nostre frontiere.

Mi sono stancato di sentir concetti grossolani e non accoglienti.
Ho deciso di intervenire ogni volta che posso.
Fortuna di essere vecchi: non ho più nulla da perdere.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
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