Cellulare.
(19-070)
Ricordo
il mio primo telefono portatile, acquistato circa vent'anni fa:
grande, pesante, ma ...magico! Mi permetteva di essere sempre
reperibile, chi mi cercava mi poteva trovare ovunque; io stesso
potevo chiamare chiunque, da ogni luogo: una novità assoluta, per
quei tempi.
Ricordo
anche la seconda rivoluzione: lo smart-phone o telefono intelligente.
Addirittura un piccolo computer portatile, col quale fare mille cose.
Soprattutto essere sempre connessi.
Questo
passaggio mi trovò molto più tiepido: rimasi col mio telefono
mobile di vecchio tipo, e non abboccai alla novità.
Cellulare
e smart-phone sono oggetti dannosi; meglio non portarli troppo vicino
alla pelle, neanche quando sono in quiete. Così quando lo metto in
tasca uso dei distanziatori che lo tengano ad almeno cinque
centimetri dal corpo. Risultato: ho sempre le tasche gonfie.
Fastidioso, specialmente d'estate.
Ieri
ho riflettuto: mi sono reso conto che le mie abitudini sono cambiate?
Che mi è diventato assolutamente necessario un oggetto del quale ho
fatto a meno nei primi cinquant'anni della mia vita?
Poichè
sono vecchio, ho potuto fare il confronto con prima.
Nessun
miglioramento reale della mia vita.
Sì,
certo, una comodità maggiore.
Ma
nulla di più.
E
poi, parliamoci chiaro: non è che io viva in un luogo deserto. Sono
sempre vicino a gente.
In caso di necessità posso rivolgermi ad
altri.
Ho
scoperto che il cellulare non mi serve, (anche perchè continuo
ad avere il telefono fisso a casa).
Ho
scoperto che posso farne a meno.
Da
ieri non lo porto più con me.
Chi
mi vuole mi cercherà di più.
Che libertà!
(Indici
dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41.
Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del
bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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