04 giugno 2019

Mi sono stancato (19-065)

Mi sono stancato. (19-065)
Sono a passeggio coi cani. Mi fermo in una piazzetta pedonale dove sono alberi e panchine. Qualcuno ha rotto una bottiglia di birra e ha lasciato i frammenti sparsi. Lo maledico dal più profondo e mi metto a raccoglere i frammenti di vetro, perchè i cani non si feriscano. Lì vicino vi sono dei cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti. Un altro anziano sta scopando attorno ai cassonetti. Svolgiamo entrambi un modesto lavoro sociale. Quando ci incrociamo comincia a inveire contro gli autori di quel degrado. Sono d'accordo con lui. Ma all'improvviso inveisce contro i ragazzi stranieri (magrebini) che a volte stazionano nella piazzetta. Ma la piazzetta è frequentata anche da ragazzi italiani. Perchè ha deciso che la responsabilità è di quelli stranieri? Lo ha visto fare?
O si tratta di banale pregiudizio?
Propendo per questa ipotesi e mi scaldo subito. Gli dico che ci sono anche italiani che stazionano lì, che non si può accusare senza una prova, dando per scontato che siano sempre gli altri a comportarsi male. Se una cosa è sbagliata è sbagliata e basta, non dipende dal colore della pelle.


Non sopporto più quest'onda razzista, miope, ignorante e cattiva, verso i diversi.
Vorrei dire al signore che, viste le decine di milioni di africani ridotti in schiavitù nei secoli XVI--XIX, sui quali si sono arricchite nazioni quali Spagna, Portogallo, Olanda, Gran Bretagna, Usa; visto il colonialismo (c'è dentro anche l'Italia), il neocolonialismo che dura tuttora nel XXI secolo; visto dunque che l'occidente si è arricchito depredando altri popoli con la violenza, è naturale che ora faccia gola a popolazioni più povere e che attiri soprattutto giovani africani verso il nord.
Insomma: abbiamo creato noi occidentali un dislivello di ricchezza? Orbene è naturale che attiriamo chi tale ricchezza non ce l'ha. 
L'immigrazione moderna è figlia del colonialismo occidentale. 
Non possiamo lamentarcene, anche se la nostra responsabilità individuale è sfumata (nessuno di noi è un negriero), viviamo però di quella ricchezza prodotta in altri secoli col sopruso a danno di coloro i cui bis-bis-bis nipoti oggi bussano alle nostre frontiere.

Mi sono stancato di sentir concetti grossolani e non accoglienti.
Ho deciso di intervenire ogni volta che posso.
Fortuna di essere vecchi: non ho più nulla da perdere.


(Indici dei primi anni a pag. 107 e pag. 442. Sintesi del 2012 a pag 14-41. Dal 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre, compare una sintesi del bimestre appena concluso.
Per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )

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