28 febbraio 2018

Resoconto di gennaio e febbraio 2018 (18-029)

Resoconto degli ultimi due mesi. (18-029)
Rileggendo continuativamente le pagine di diario di un bimestre, mi meraviglio sempre di ciò che mi è venuto fuori: è più interessante che non la lettura staccata delle singole pagine.


All'inizio dell'anno ho dedicato 4 pagine (dal 18-002 al 18-005) al conflitto fra società moderna (di oggi) e società di ieri. La conclusione è stata che per fortuna ci sono i vecchi, a poter fare dei confronti e smascherare la retorica delle conquiste tecnologiche del presente, spesso acquisite acriticamente dalla gente. Senza vantaggi, anzi spesso con danni.
 
Alla pagina 18-008 ho poi fatto un breve elenco di buoni libri sulla vecchiaia, concludendo però che è molto importante la riflessione quotidiana sulla propria vecchiaia: si giunge spesso alle stesse idee dei libri pubblicati.

Un'idea nuova è comparsa trattando della particolare condizione attuale dei vecchi: siamo soltanto la terza generazione che vive una vecchiaia lunga; prima non esisteva. Dunque non sappiamo quale sia la dieta adatta per giungere a tali età avanzate e per viverle in buona salute (o meglio io presuntuosamente penso di saperlo e l'ho scritto, vedi 18-012).

In molte pagine ho scritto della diminuzione di capacità che complica la vita dei vecchi e rende difficile vivere la vecchiaia, talvolta in modo subdolo: vedi le pagine 18-014, 19, 21, 22, 23, 26. Forse questa è stata l'idea più importante di questi due mesi. Il subdolo nasce dal fatto che la perdita di capacità riguarda l'indebolimento psichico (volontà più debole, perdita di forza di carattere), che mina la capacità di reagire.
Potrebbe essere però una cosa solo mia.

Almeno una pagina positiva, nel bimestre: la 18-018, in cui scopro i vantaggi della vecchiaia.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

26 febbraio 2018

Ci provano sempre* (18-028)

Ci riprovano sempre.* (18-028)
E' recente la pubblicazione di uno studio di ricercatori dell'università di Pisa che concludono sulla positività del mais Ogm (cioè mais modificato geneticamente). Lo studio sembra apparentemente uno studio serio perchè prende in considerazione più di diecimila ricerche in materia e da queste trae le sue conclusioni. Giornali e notiziari televisivi ne hanno dato resoconti entusiasti.
Perchè?
Perchè una notizia così poco significativa per la gente viene enfatizzata?
Non basta il divieto tuttora in vigore nell'unione europea di coltivazione degli ogm?
Non basta che più del 60% dei cittadini europei si sia mostrato contrario a tali prodotti agricoli?
No, non basta perchè c'è sempre qualcuno che vuole cambiare le cose a vantaggio esclusivo di alcune grandi imprese internazionali (cioè soldi, miliardi di euro). Facile pensare che dietro i commenti enusiasti dei giornali vi sia un'occulta strategia di grandi imprese per manipolare l'opinione pubblica europea. Non sono fantasie. È già successo molte volte.
(se si vuole conoscere un'opinione diversa sulla ricerca di Pisa si leggano i commenti di Salvatore Ceccarelli o di Pietro Perrino o di Gianni Tamino, genetisti universitari).


Era già successo lo stesso a proposito delle centrali nucleari in Italia.
Dopo il tragico incidente di Chernobyl, un referendum degli anni 80 aveva sepolto le speranze dei nuclearisti italiani. Dopo vent'anni di nuovo si riparlava nel 2010 del nucleare italiano. Fortuna (o sfortuna) volle che ci fosse l'incidente di Fukushima e il successivo referendum, che di nuovo seppellì le speranze dei nostri nuclearisti.
(Tutto cià mostra che la scienza è tutt'altro che neutrale, ma si può facilmente manipolare a scopi occulti.)


Meno male che ci siamo noi vecchi, che ci ricordiamo del passato.
Passato che abbiamo realmente vissuto, a differenza dei giovani o dell'età di mezzo (ricordo ancora che nel 1986 per giorni siamo stati chiusi in casa per timore della nube radioattiva; ricordo bene anche le manifestazioni anti-ogm del 2000).
Noi vecchi dunque possiamo dare una valutazione accurata, completa, smaliziata di ciò che poteri occulti cercano di far passare come una novità, confidando sul fatto che la maggior parte della gente non ne sa niente.
Ma noi ce ne ricordiamo benissimo!


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
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23 febbraio 2018

E' inverno e sto bene (18-027)

È inverno e sto bene. (18-027)
Temo il freddo e tutto i malesseri che si porta dietro: raffreddori, influenze, dolori vari.
D'estate mi capita di frequente di vivere giornate in cui sto bene; d'inverno quasi mai.
Quest'anno invece sto bene anche nei mesi freddi. Niente malattie, nè quel senso di indebolimento, di freddo alle ossa, che ti fa rinchiudere in casa. Di mattina mi alzo riposato; con un umore a volte molto buono, altre discreto. Sia chiaro: la stanchezza della vecchiaia la sento, ma soltanto verso sera. Di mattina sto proprio bene. Finora non ho avuto raffreddori debilitanti, nè influenze (manca però ancora un mese alla fine della stagione delle febbri).
Poichè tiro sempre l'acqua al mio mulino, penso che ciò dipenda dalla mia dieta: 
assoluta prevalenza di cibi crudi e vegetali.
Una dieta ottima, perchè antinfiammatoria.
Una dieta ottima soprattutto per gli anziani.


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22 febbraio 2018

Sto perdendo determinazione* (18-026)

Sto perdendo determinazione.* (18-026)
Ho cercato di vendere il mio appartamento (che non uso) e non vi sono riuscito.
Mi ero dato una scadenza: il 31 gennaio. Poi avrei optato per affittarlo. 
Oggi siamo al 22 febbraio: non ho ancora affisso il cartello "Affittasi".
Più passa il tempo più mi sembra che la mia volontà stenti a concretizzarsi. Per lo più rimando. Sta subentrando in me una certa stanchezza interiore. Una autentica mancanza di volontà.
Ricordo che da giovane certi progetti li portavo avanti con molta determinazione fino a travolgere tutti gli ostacoli che si frapponevano alla loro realizzazione.
Quel tempo è passato. La forza interiore è scemata. 
La mia volontà è diventata debole.
Non credo che dipenda da una mia personale involuzione psichica.
Penso che sia legato molto alla vecchiaia.
Da vecchi anche la volontà viene meno.


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21 febbraio 2018

Parlo da solo (18-025)

Parlo da solo. (18-025)
Eh sì, come tutti i vecchi, parlo da solo.
Specialmente quando cammino per la strada.
Riflessioni a voce alta? Discussioni con me stesso? Dialogo interiore?
Non so.
Spesso mi dico quel che direi a qualcuno, che in quel momento è assente, ma che emotivamente mi prende. Una sorta di esercizio preventivo di quel che dirò quando incontrerò quel tale (se e quando lo dovessi incontrare).
È cosa comune fra gli anziani. Quasi una seconda vita interiore, affiancata a quella reale.
Le altre età ridono di questa abitudine. Quasi quasi la considerano una perdita di lucidità mentale, contigua alla follia. Dal di dentro posso dire che no, non siamo diventati matti noi vecchi. Diminuendo i contatti sociali, abbiamo necessità di approfondire con noi stessi certi discorsi.

Oggi non fa più specie vedere qualcuno che parla da solo per strada, anche i giovani lo fanno, perchè parlano al telefono con microfono e auricolare.
Così, quando scopro che qualcuno mi osserva mentre parlo da solo (me ne vergogno!), cambio tono e fingo di rivolgermi a un interlocutore, finchè ho superato chi mi stava osservando.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
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18 febbraio 2018

Un film che sconsiglio (18-024)

Un film che sconsiglio. (18-024)
Ella & John – The leisure seeker di Paolo Virzì.
Il tema è molto interessante. La vecchiaia malata di una coppia. Che si conclude tragicamente. Prima di andare a vederlo mi è venuto in mente il film Amour di M. Haneke (vedi pag. 54 del 2012), duro e tragico, sui problemi della vecchiaia avanzata e sola. Ero curioso di vedere come Virzì avrebbe trattato lo stesso tema. Purtroppo non vi è paragone possibile.
Tanto Amour è grande e tragico, tanto Ella & John è leggero e fumettistico.
 
Non so capacitarmi come Virzì, autore di La pazza gioia e di La prima cosa bella, film intensi e appassionati, possa aver aver trattato con tanta superficialità il tema della vecchiaia e della morte. Perchè alla fine si tratta solo di una commediola in cui vi è pochissima realtà vera; è invece intriso, il film, di luoghi comuni, di personaggi stereotipati (nonostante i due attori protagonisti di buona levatura), di situazioni banali.
Insomma come vecchio non mi ci riconosco.
In questo film i sentimenti sono dimezzati, la profondità è dimezzata; in compenso si descrivono situazioni eccessive, fino a rasentare la caricatura.
A vederlo si perde tempo.
Non resta niente dentro.

(Mi sorge un dubbio: e se tutto ciò fosse voluto? Se si trattasse di di una perfida parodia della società statunitense? Forse lo dico per salvare Virzì. Non mi pare proprio.
A proposito: i due protagonisti sono malati gravi, ma continuano a mangiare hamburger, gelati, bibite zuccherine gasate e tanto tanto whisky.)


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17 febbraio 2018

Temo di non farcela (18-023)

Temo di non farcela. (18-023)
Con questa frase concludevo la pagina di ieri.
Temo di non farcela a vivere gli ardui compiti della vecchiaia.
Mi manca sempre più il tempo, per essere al passo con la vecchiaia, perchè avrei bisogno di più tempo per assolvere gli impegni di quest'età. E mi mancano le motivazioni per intraprendere ciò che ritengo giusto fare (per esempio disfarmi di tutto ciò che ho accumulato nella mia vita, e così rimando). Mi manca anche il coraggio per affrontare lavori gravosi (per esempio vendere quelle mie cose che hanno un qualche valore, e ne avrei bisogno per fare un pò di denaro). Vedo di stare perdendo abilità, tenuta, tenacia. 
Ma, ciò che è peggio, di alcune facoltà non mi rendo conto di perderle (per esempio sono meno presente e meno lucido nei rapporti con la gente).
Cinque anni fa in una pagina (n. 150, anno 2013) avevo detto che la vecchiaia non è roba per donnette (mi scusai subito della battuta sessista e falsa, ma che rende bene l'idea). Intendevo dire che si tratta di un'età impegnativa che necessita di grande forza di carattere.
Non potevo immaginare che avanzando con l'età si perde proprio la forza di carattere!
Ecco le difficoltà aggiuntive del vivere l'ultima età. 
Di fronte ad esse, mi scoraggio e temo di non farcela.


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16 febbraio 2018

Ardua vecchiaia* (18-022)

Ardua vecchiaia.* (18-022)
Quando morì mia madre, dovetti sgomberare in fretta il suo appartamento, per non continuare a pagare l'affitto di una casa vuota. Oltre al trasporto e smaltimento dei suoi mobili, dovevo ridipingere i muri. Non avevo molto denaro a disposizione e così decisi di dipingermeli da solo. Feci fatica, ma ci riuscii. Soprattutto non dubitai mai di poter farlo.
Ora devo affittare o vendere il mio appartamento: e devo ridipingerlo. Il compito mi spaventa e così ho deciso di darlo così com'è. Non ho nessuna voglia di fare quel lavoro.
Son passati dieci anni da allora. Allora ero ancora nella mezza età, ora ho 72 anni e sono vecchio.
Ecco una prova provata di che cosa significa diventare vecchi.
Non ho più le energie per fare certi lavori. Energie fisiche, energie psichiche.
Confesso che l'dea di fare il lavoro faticoso di imbianchino mi impaurisce. Dieci anni fa l'ho invece affrontato in modo baldanzoso.
La vecchiaia è ardua perchè, perdi forze, ma sei costretto a continuare a fare ciò che facevi prima. Perdere forze è il meno.
Perdi soprattutto coraggio.
L'ultima età non ci fa affrontare prove di vita più difficili; la difficoltà è sempre quella normale del vivere. È che pian piano ti vengono sottratti molti strumenti per farlo.
Perdi le forze, perdi l'energia (dopo alcune ore sei stanchissimo, vedi 17-115), perdi motivazioni (chi me lo fa fare?) e aumentano i timori.
Ora scopro che sto perdendo coraggio.
Sto cominciando a temere la vecchiaia.
Temo davvero di non farcela.



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11 febbraio 2018

Preoccupazione (18-021)

Preoccupazione. (18-021)
Mia moglie mi ripete che non parlo, non comunico. Soprattutto negli ultimi tempi (vedi 18-014).
Mi difendo.
Da una parte è una lamentela che mi ripete da vent'anni, dall'altra mi vien da rispondere che se non dico nulla è perchè non ho niente da dire.
Ma il problema c'è, perchè lei se ne lamenta più spesso di altre volte o di altri anni.
[Utile la vita di coppia, ti permette di vedere cose che solo un altro (che ti sia molto vicino) può vedere.]
Io stento infatti a rendermene conto. 
Psicologicamente è vero che sto perdendo interesse per molte cose. Non mi interessa più ribattere a idee diverse dalla mie. Ho poca voglia di partecipare a discussioni e dibattiti. Si tratta di un cambiamento della mia psiche (vedi 16-101,102,103 e 17-010, 032, 065) o di una degenerazione neurologica?
È probabile che sia un intreccio di entrambe. La psiche sta cambiando, non c'è dubbio; e anche il mio cervello può andare incontro a malfunzionamenti.
Ho deciso di andare a fare una visita da un neurologo (mi preoccupa di più il pegioramento fisiologico).


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10 febbraio 2018

Mi pesa (18-020)

Mi pesa. (18-020)
Negli ultimi tempi ho provato la sensazione che la vita pesa.
Non è la pesantezza di quando ero giovane di fronte a compiti ardui.
Neppure quella della mezz'età in momenti difficili della vita (quando mi sono separato da mia moglie, quando ho rischiato il fallimento in un'impresa che avevo avviato).
Quelle erano pesantezze molto ben definite, di causa certa.
La pesantezza di adesso è qualcosa di indefinito. Non è prodotta dalla stanchezza fisica che i vecchi conoscono bene. Nasce piuttosto dalla ripetitività di certe azioni, dalla noia per eventi sempre uguali, dalla mancanza di prospettive, dall'assenza di progetti.
Non è frequente, ma neppure una sensazione episodica, intervallata da ampi spazi di fervore per la vita.
La vita comincia a essere meno interessante.
Si comincia così?


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08 febbraio 2018

La perdita di massa magra (18-019)

La perdita di massa magra. (18-019)
Si chiama sarcopenia e affligge in particolare gli anziani che, progressivamente, perdono ogni anno muscoli, procedendo con l'età.
Me l'ha detto il mio medico:"Attento, se sei vegano, perchè puoi perdere massa magra, soprattutto perchè sei vecchio."
Mi sono preoccupato.
Ho analizzato vari siti che consigliano in tarda età l'assunzione di un quota aggiuntiva di proteine, naturalmente animali. Poi dicono che anche i legumi, associati ai cereali sono una buona fonte di proteine. Ma solo verso la fine, quasi a dire: perchè vuoi complicarti la vita? Mangia carne, che va bene così.
Analizzando con cura le tabelle, si scopre che il pesce sarebbe meglio della carne: ma tant'è, si preferisce consigliare carne. Non importa che l' Oms abbia sancito che la carne rossa sia probabilmente cancerogena. Non importa che C. Campbell, F. Berrino e altri nutrizionisti mettano in guardia dal superare l'8% nell'apporto di alimenti animali, pena una miriade di malattie. Non importa che la fibra (fondamentale per il buon funzionamento dell'intestino) sia contenuta soltanto nei vegetali.
Il cibo animale continua a essere considerato come il toccasana.
Eppure: basterebbe mangiare vegetali in buona varietà (compresi i semi oleosi, mandorle a esempio) per avere tutti gli amminoacidi essenziali che ci servono.
Soprattutto senza incorrere nei pericoli insiti nei cibi animali.

In questi anni di vecchiaia, ho perso massa magra?
Non so, credo di sì, nel senso che ho meno forza nei muscoli. Per esempio: se mi piego sulle ginocchia e cerco di rialzarmi in piedi, faccio un pò fatica. E così ho preso l'abitudine di appoggiarmi con una mano sul pavimento. E cerco anche di muovermi, senza cedere alla pigrizia, senza usare l'ascensore.
Penso che perdere massa magra sia uno di quei fatti fisiologici insiti nella vecchiaia.
Contrastarlo si può.
Evitarlo no.


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07 febbraio 2018

Vecchio (18-018)

Vecchio. (18-018)
Mio nipote più grande:"Nonno, tu sei vecchio?"
Prontamente sua madre lo richiama:"Non si dice vecchio, si dice anziano, perchè la parola "vecchio" può essere offensiva."
Ho cercato sul vocabolario: effettivamente una delle accezioni di vecchio ha dei connotati negativi. Ma altre hanno a che fare con aspetti positivi, come l'esperienza, l'equilibrio, la saggezza.
Conosco vecchi ai quali non piace essere chiamati così; altri che invece lo sopportano con pazienza (ma lo sopportano!). Sono pochi quelli che ne menano vanto.
Io sono tra questi ultimi.
L'essere vecchi vuol dire innanzi tutto che si è vissuto a lungo: è una fortuna o un merito piuttosto che una vergogna! E poi le qualità che si raggiungono da vecchi possono essere molto positive (come spesso ho detto in questo diario). 
Vi sono anche quelle negative, è vero: forse che l'infanzia non ne ha anch'esse? O addirittura anche l'età di mezzo forse non ne ha?

L'unico aspetto che può essere soltanto negativo è la vicinanza con la morte.
Ma anche questo dipende da come si è impostata la vita.
Se ci si crede immortali, allora la vecchiaia è una sventura, in quanto annuncia la fine.
Ma se ci si è pacificati con la natura mortale (di ogni essere vivente), allora no.


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05 febbraio 2018

Figli (18-017)

Figli. (18-017)
Ho già scritto delle delusioni che ci possono dare i figli adulti (vedi 17-022, 17-060, 17-138 e 18-006).
Ma non mi sono pacificato.
È soprattutto sulle scelte verso i nipoti che si appuntano ora le critiche a mio figlio.
In quest'anno la sua economia è molto migliorata. Avrebbe il denaro per far fare qualche visita specialistica per comprendere il ritardo che il suo primogenito manifesta. Oppure per fargli proseguire le lezioni di psicomotricità che l'anno scorso mi sono accollato io.
O ancora per migliorare il suo modo di parlare.
Avrebbe anche la possibilità di fargli frequentare una scuola migliore.
Invece il suo denaro lo spende per vestitini firmati, dal costo esorbitante. O per acquisti importanti che riguardano la famiglia (auto, smart-phone eccetera).
Me ne lamento talvolta con la mia compagna. Finchè ieri è sbottata e mi ha detto:" E' inutile che tu ti faccia illusioni. Tuo figlio non ha la tua sensibilità verso i bambini. Non ha i tuoi valori. Sarebbe ora che tu te ne rendessi conto."
E' stato un colpo al cuore.
Perchè riconosco che ha detto la verità.
Lo pensavo anch'io, ma sentirlo dire in modo così esplicito mi ha fatto male.

I figli sono diversi da noi.
Possono anche essere peggiori.


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02 febbraio 2018

Il libro contro la morte (Elias Canetti) (18-016)

Il libro contro la morte di Elias Canetti. (18-016)
Appunti e riflessioni raccolti da Canetti durante tutta la vita.
Tema: la morte, anzi il rifiuto della morte. Ne voleva fare un libro. Ma non lo fece mai.

"Il progredire dell'età come rinuncia al movimento. Dapprima viaggi in tutto il mondo. Poi ti stabilisci in una città. Di lì a qualche anno ti riduci alla tua casa, e poi alla tua stanza. E la stanza si trasforma in poltrona. Ormai decrepito, non ti alzi più dalla poltrona, e lì ti addormenti per sempre." (pag. 58, Adelphi Edizioni)

"Sarebbe più giusto se di una vita non restasse niente, niente di niente? Se la morte significasse lo spegnersi istantaneo della nostra immagine in tutti coloro che la possiedono? Non sarebbe più decoroso nei confronti di quelli che verranno dopo? Forse, infatti, tutto ciò che resta di noi è una pretesa onerosa nei loro riguardi. Forse l'uomo non è libero perchè molto, troppo, rimane in lui dei morti, e questo molto ricusa in eterno di spegnersi." (pag. 296)

"Perchè non è indifferente il luogo in cui si è sepolti?
Verranno persone, dopo, a vedere dove uno "giace".(pag. 318)

"Da qualche tempo, mentre sta parlando con qualcuno, si sorprende a dire: "Se arrivo a cent'anni". Prende dunque in considerazione tale eventualità, la ritiene plausibile, menziona persone che ha conosciuto, persone di tutto rispetto, che hanno raggiunto i novantotto, i novantasei, i novantaquattro anni, e quando lui le ha conosciute erano ancora in piena forma. Saranno i discorsi contro la morte a tenerci in vita?" (pag. 325)


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