16 febbraio 2018

Ardua vecchiaia* (18-022)

Ardua vecchiaia.* (18-022)
Quando morì mia madre, dovetti sgomberare in fretta il suo appartamento, per non continuare a pagare l'affitto di una casa vuota. Oltre al trasporto e smaltimento dei suoi mobili, dovevo ridipingere i muri. Non avevo molto denaro a disposizione e così decisi di dipingermeli da solo. Feci fatica, ma ci riuscii. Soprattutto non dubitai mai di poter farlo.
Ora devo affittare o vendere il mio appartamento: e devo ridipingerlo. Il compito mi spaventa e così ho deciso di darlo così com'è. Non ho nessuna voglia di fare quel lavoro.
Son passati dieci anni da allora. Allora ero ancora nella mezza età, ora ho 72 anni e sono vecchio.
Ecco una prova provata di che cosa significa diventare vecchi.
Non ho più le energie per fare certi lavori. Energie fisiche, energie psichiche.
Confesso che l'dea di fare il lavoro faticoso di imbianchino mi impaurisce. Dieci anni fa l'ho invece affrontato in modo baldanzoso.
La vecchiaia è ardua perchè, perdi forze, ma sei costretto a continuare a fare ciò che facevi prima. Perdere forze è il meno.
Perdi soprattutto coraggio.
L'ultima età non ci fa affrontare prove di vita più difficili; la difficoltà è sempre quella normale del vivere. È che pian piano ti vengono sottratti molti strumenti per farlo.
Perdi le forze, perdi l'energia (dopo alcune ore sei stanchissimo, vedi 17-115), perdi motivazioni (chi me lo fa fare?) e aumentano i timori.
Ora scopro che sto perdendo coraggio.
Sto cominciando a temere la vecchiaia.
Temo davvero di non farcela.



(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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