Ardua
vecchiaia.* (18-022)
Quando
morì mia madre, dovetti sgomberare in fretta il suo appartamento,
per non continuare a pagare l'affitto di una casa vuota. Oltre al
trasporto e smaltimento dei suoi mobili, dovevo ridipingere i muri.
Non avevo molto denaro a disposizione e così decisi di dipingermeli
da solo. Feci fatica, ma ci riuscii. Soprattutto non dubitai mai di
poter farlo.
Ora
devo affittare o vendere il mio appartamento: e devo ridipingerlo. Il
compito mi spaventa e così ho deciso di darlo così com'è. Non ho
nessuna voglia di fare quel lavoro.
Son
passati dieci anni da allora. Allora ero ancora nella mezza età, ora
ho 72 anni e sono vecchio.
Ecco
una prova provata di che cosa significa diventare vecchi.
Non
ho più le energie per fare certi lavori. Energie fisiche, energie
psichiche.
Confesso
che l'dea di fare il lavoro faticoso di imbianchino mi impaurisce.
Dieci anni fa l'ho invece affrontato in modo baldanzoso.
La
vecchiaia è ardua perchè, perdi forze, ma sei costretto a
continuare a fare ciò che facevi prima. Perdere forze è il meno.
Perdi
soprattutto coraggio.
L'ultima
età non ci fa affrontare prove di vita più difficili; la difficoltà
è sempre quella normale del vivere. È che pian piano ti vengono
sottratti molti strumenti per farlo.
Perdi
le forze, perdi l'energia (dopo alcune ore sei stanchissimo, vedi
17-115), perdi motivazioni (chi me lo fa fare?) e aumentano i timori.
Ora
scopro che sto perdendo coraggio.
Sto
cominciando a temere la vecchiaia.
Temo
davvero di non farcela.
(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni
private:
holgar.pd@gmail.com
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