21 febbraio 2018

Parlo da solo (18-025)

Parlo da solo. (18-025)
Eh sì, come tutti i vecchi, parlo da solo.
Specialmente quando cammino per la strada.
Riflessioni a voce alta? Discussioni con me stesso? Dialogo interiore?
Non so.
Spesso mi dico quel che direi a qualcuno, che in quel momento è assente, ma che emotivamente mi prende. Una sorta di esercizio preventivo di quel che dirò quando incontrerò quel tale (se e quando lo dovessi incontrare).
È cosa comune fra gli anziani. Quasi una seconda vita interiore, affiancata a quella reale.
Le altre età ridono di questa abitudine. Quasi quasi la considerano una perdita di lucidità mentale, contigua alla follia. Dal di dentro posso dire che no, non siamo diventati matti noi vecchi. Diminuendo i contatti sociali, abbiamo necessità di approfondire con noi stessi certi discorsi.

Oggi non fa più specie vedere qualcuno che parla da solo per strada, anche i giovani lo fanno, perchè parlano al telefono con microfono e auricolare.
Così, quando scopro che qualcuno mi osserva mentre parlo da solo (me ne vergogno!), cambio tono e fingo di rivolgermi a un interlocutore, finchè ho superato chi mi stava osservando.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

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