31 agosto 2017

Resoconto degli utlimi due mesi: luglio e agosto 2017 (17-134)

Resoconto degli ultimi due mesi: luglio e agosto 2017. (17-134) (31/08/17)
Ogni due mesi, cerco di fare il punto sui mesi appena trascorsi (da circa un anno). È un mezzo rapido per consultare questo diario, per vedere se vi siano cambiamenti nella mia vecchiaia oppure nuove idee su di essa. Praticamente è una riflessione sulle ultime 30 pagine.

L'analisi dei mesi di luglio e agosto, dunque, mostra che (complice il gran caldo) ho scritto molto su perdite, debolezze, mancanze che connotano la vecchiaia, da quella giovane a quella molto avanzata.
Le parole più usate (anche nei titoli delle pagine) sono state: incapacità di adattamento, inadeguatezza, calo di energie, aumento di timori, scarsità di mezzi economici, perdita di controllo sul corpo, calo di interesse per ciò che ci ha affascinato da giovani, debolezza fisica (da 17-105 a 17-110). E scrivendo della vecchiaia estrema e di come vengano meno allora le facoltà minime per sopravvivere, ho ipotizzato una sorta di mutazione antropologica di coloro che sono molto anziani: diventano quasi una specie zoologica diversa da homo sapiens (17-123).
Un paio di novità in questo cahier de doleance: ho subito per la prima volta un tentativo di raggiro in quanto vecchio (17-104); ho cominciato a essere trattato dai miei condomini, come soggetto debole, in quanto vecchio (17-127). Ho anche deciso di smettere “grandi imprese” (lo erano, per me, anche soltanto le salite su facili cime montane).

Vi sono state pagine più positive: quelle in cui mi sono chiesto se oltre che “perdere”, vecchiaia significasse anche “acquistare” (17-131). La risposta è stata affermativa, se è vero che una parte di vecchi, alla fin fine, non ritornerebbero a una età più giovanile: evidente che nella vecchiaia qualcosa di buono c'è (17-132). Per esempio, che sollievo avere la libertà di smettere di fare cose che si son fatte per molti anni, come routine (17-122). E sul piano fisico non è detto che alcuni fastidi siano irreversibili: ho scoperto che si possono eliminare (17-116).

Una novità sulla mia lotta alla IPB (prostata): mi sono convinto che la latto-albumina faccia bene (17-130) e che un altro prodotto erboristico mi possa aiutare (Euprost). Sono nove anni che cerco di venirne fuori.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

29 agosto 2017

Aggiustamenti (17-133)

Aggiustamenti. (17-133)
Quanto scritto nelle due pagine precedenti (17-132 e 17-131) ha bisogno di qualche precisazione.
Ho 71 anni (sono un vecchio giovane, dunque), la salute è discreta (non ho malattie debilitanti), la piena autonomia ce l'ho ancora. Non ho avuto gravi sofferenze, in vita. L'economia è sufficiente.
In questa situazione posso permettermi di dire: “Desiderio di tornare indietro nella mia vita non ce l'ho. Sono soddisfatto della vita vissuta. Sono soddisfatto della vecchiaia, pur perdendo qualcosa di anno in anno. La vecchiaia permette di fare conquiste che le altre età non si sognano neppure.”
Come sarebbe invece se: fossi ammalato, dipendessi molto dagli altri, avessi vissuto una vita di dolore, avessi (soprattutto) 81 anni o addirittura 91 anni?
Sarei ancora in grado di cogliere i buoni frutti della vecchiaia?
Per rispondere dovranno passare almeno altri dieci anni.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
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27 agosto 2017

Tornare indietro (17-132)

Tornare indietro. (17-132)
Di tanto in tanto io e la mia compagna ci chiediamo: “Torneresti indietro nel tempo? In una fase della vita di dieci, venti o anche trenta anni fa?”
La risposta di entrambi è senza incertezze: “Sicuramente no!”
Per entrambi (e per qualche altro vecchio), tornare indietro a ripercorrere fasi della vita della giovinezza o della mezza età, non è un desiderio.
Significa allora che la vecchiaia per qualcuno è gradevole?
Altri vecchi rispondono: “Sì, tornerei volentieri indietro, ma con la testa di adesso!”
Poichè è impossibile, la risposta equivale a un no.
Si preferisce restar vecchi.

La giustificazione tradizionale (letteraria) è che per qualcuno l'acquisto della saggezza è impagabile.
Saggezza oggi andrebbe tradotta con consapevolezza. 
Diventare coscienti della propria vita, comprendere di più (molto di più) di quando si era giovani è una conquista irrinunciabile, anche a costo di finir prima la vita, di essere più vicini alla morte.
Che significa, nel profondo?

Da una parte fatiche, incertezze, errori della gioventù pesano come macigni: non si ha voglia di ripercorrerli. Da un'altra parte essere giunti alla vecchiaia ha il senso del compimento di un'impresa (la vita): e quando si è al termine di un progetto anche la sua fine è gradevole.
 
Infine ciò significa che in qualche modo si è soddisfatti della vita vissuta e tale soddisfazione è dovuta dalla somma di tutte le parti dell'esistenza, compresa (e necessaria) la vecchiaia.


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
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26 agosto 2017

Unificare (17-131)

Unificare. (17-131) 
Ho una formazione scientifica. 
Sono sempre stato affascinato dalla scienza sperimentale regina e cioè la fisica. E della fisica apprezzo il tentativo di unificare tutte le descrizioni della realtà sotto un'unica teoria.
Il desiderio di unificare sotto un unico tetto vari aspetti della vita mi ha portato a far lo stesso anche con la vecchiaia.
 
Fin dalle prime pagine di questo diario (anno 2012) ho cercato parole chiave, classi di concetti per dare una descrizione della vecchiaia più compatta e meno episodica, meno cronachistica. Ho provato con la categoria del “diminuire”, poi con quella degli “indicatori certi” di vecchiaia. Mi è sempre rimasto però il desiderio di trovare una parola e una sola per descriverla.
Forse questa parola è “perdere”.
In vecchiaia si continuano a perdere abilità fisiche, capacità psichiche, piaceri, entusiasmi, energie, salute.
Interpretandola così, la vecchiaia diventa deprimente.

Pensando all'intero arco della vita è curioso che l'uomo impieghi due decenni per conquistare appieno tutte le facoltà di uomo adulto, ma negli ultimi due cominci a perderle, restando con molto poco.
Ci si consola dicendo che però si acquista la saggezza (!).
Sembra un debole escamotage per consolarsi delle perdite.
È proprio così?

Dei bambini sappiamo che conquistano pian piano tutte le abilità di un adulto e ce ne rallegriamo, ma dimentichiamo presto (o ricordiamo raramente con nostalgia) che cosa hanno perso diventando adulti: la freschezza, l'ingenuità, la fiducia, il gioco, l'imprevedibilità.
Per simmetria è probabile che anche gli anziani pur perdendo molto guadagnino qualcosa. Resta da identificare che cosa si guadagna (realmente e non per consolazione) invecchiando.

Da approfondire.



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25 agosto 2017

Che fare con la prostata? (17-130)

Che fare con la prostata? (17-130)
Ritorno sulla mia malattia. È un mio cruccio. Rappresenta la mia sconfitta.
Con i miei metodi di cura alternativi, non sono riuscito a controllarla.

Ho provato con la trasformazione progressiva della mia alimentazione, fino a diventare vegano crudista. Ho provato con prodotti erboristici (Euprost della Biogroup, prodotto italiano), poi ancora con la alfa-latto-albumina (prodotto: Serplus Complex) e infine con il maca peruviano. Mi sono anche controllato la vit. D3 e visto che ne ero carente, ora nei mesi invernali la assumo.
Tutto inutile.
Anzi, con il maca mi è parso perfino di essere peggiorato.
Però ...

Sono ormai 10 anni che ho l'ipeplasia prostatica benigna. Qualche analisi sono in grado di farla. Dimenticando per un momento il volume alto della prostata e l'aumento del PSA di quest'anno, un risultato l'ho ottenuto, anzi, due: urinare non è più difficile da almeno un anno. Negli anni urinare era diventato sempre più penoso e più lento. Ora questa lentezza si è fermata, anzi è migliorata.
Non basta: anche l'urgenza di dover urinare (pena farsela addosso) è passata. Fino a un anno fa aspettavo con ansia l'ecografia addominale annuale, per preparare la quale bisognava bere molto fino a un'ora prima dell'esame: giungevo all'esame solo con un grande sforzo per trattenermi dall'orinare.
D'improvviso un anno e mezzo fa ho cominciato a migliorare. Allora stavo prendendo la alfa-latto-albumina, però contemporaneamente ero diventato vegano crudista.

Altro risultato. Negli anni iniziali il mio geriatra mi aveva consigliato un prodotto erboristico (Euprost citato sopra) che ho preso per alcuni anni. Ma siccome lentamente peggioravo l'ho smesso. Mi chiedo: e se fosse stato quel prodotto a rallentare il peggioramento?

Per concludere: ho preso la decisione di riprendere il Serplus Complex (alfa latto albumina) anche sulla scorta delle ricerche di Catarina Svamborg sulla sua efficacia nell'arrestare la proliferazione delle cellule tumorali (progetto HAMLET).
E di riprendere anche Euprost.

Venderò cara la pelle, anzi la prostata!



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23 agosto 2017

Vacanze (17-129)

Vacanze. (17-129)
In questi giorni la città si è svuotata; traffico inesistente, poca gente per strada.
Vecchi, però tanti.
Perchè le cosiddette vacanze le fanno giovani e mezz'età, cioè coloro che appartengono al mondo produttivo. I vecchi, che ne sono tagliati fuori, non le fanno.
Spesso per economie fragili.
Più spesso perchè anche la vacanza è un impegno, che i grandi vecchi non si sentono più di affrontare.
Vacanza implica spostamenti, valige, cambio di abitudini (di letto!), talvolta anche disagi. 
Sono in giovani che hanno l'energia per fare le vacanze.
Hanno anche grosse motivazioni (per esempio, visita di luoghi esotici) e grandi aspettative.
I vecchi tutto questo l'hanno già vissuto, sono già stati delusi più e più volte.
La vacanza per i grandi vecchi non ha più alcun fascino.

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20 agosto 2017

Su questo diario (17-128)

Su questo diario. (17-128)
La mia compagna mi critica: ”Non mi ritrovo in quello che scrivi sulla vecchiaia.”
E anche: ”Ultimamente scrivi pagine tristi, che riguardano vecchiaia molto avanzata e la morte.”
Mi sono riletto le ultime dieci pagine ed effettivamente è così.
Ma questo sono io, questi i miei pensieri, i miei sentimenti, le mie paure.
Non scrivo questo diario andando alla ricerca di pagine di altri, magari più alte, più profonde (a volte sì, ma è più raro). No, scrivo solo quello che mi passa per la testa.
E in questo momento mi interessa di più la vecchiaia avanzata, la prossimità alla morte.
Forse ho un animo più dolente, ora.
Non pretendo che quello che vivo io sia comune a tutti. 
Posso dare testimonianza di me e solo di me.
Ma è l'unica cosa vera che posso scrivere.
Vera perchè è su di me, l'unico vecchio che conosco a fondo.

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19 agosto 2017

In condominio (17-127)

In condominio. (17-127)
Vivo in un buon condominio, nel quale non ci si ignora, ma si è partecipi (un poco) della vita degli altri.
Le due persone che abitano al mio stesso piano sono molto anziani (89 anni).
Sia la mia famiglia che altre si premurano di chiedere loro di tanto in tanto se hanno bisogno di qualche servizio: una spesa, un accompagnamento eccetera.
Soprattutto una coppia di mezz'età del primo piano è con loro particolarmente sollecita, in specie con servigi di tipo tecnico-artigianale. 
 
Ieri il marito della coppia di mezz'età mi ha chiamato per avvisarmi che una ruota della mia auto era bucata. Sono subito sceso e ho constatato che era vero: dovevo sostituirla.
Così ho cominciato a farlo.
Mentre armeggiavo con martinetto, bulloni e ruota di scorta il signore che mi aveva avvisato è comparso in strada chiedendomi se avevo bisogno d'aiuto, magari anche solo per gonfiare la gomma con un compressore.
Ho declinato l'aiuto perchè nella mia vita ho cambiato le ruote più volte e la ruota di scorta era gonfia.

Ripensandoci non ho potuto fare a meno di notare la gentilezza di quel tipo, che mi è parsa molto simile a quella che mostra nei confronti dei due novantenni.
Inutile farsi illusioni: anch'io sono entrato nell'età in cui gli altri si prendono cura di me.
Del resto il più vecchio del condominio dopo i due ottuagenari sono io!

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17 agosto 2017

Il mio vecchio cane (17-126)

Il mio vecchio cane. (17-126)
Fra circa un mese il mio cane compirà 16 anni. Tradotti in anni umani fanno novanta.
Da almeno un anno, quando sale o scende le scale, lo fa gradino per gradino, molto lentamente. Soprattutto durante la salita è in difficoltà. Talvolta gli scivolano le zampe anteriori (le più valide per altro) e si accascia sui gradini. Resta così finchè lo rimetto in piedi e lo aiuto a riprendere la salita.
Col gran caldo la sua sofferenza cardiaca si è accentuata. Ansima facilmente.
Nelle ultime settimane, dopo una passeggiata abbastanza lunga, si inchioda all'inizio della scala e non vuol saperne di salire. 
Evidentemente è stanco e la salita al terzo piano è troppo faticosa.
Comunque lo sprono a salire e talvolta risponde ai miei incitamenti e si cimenta.
Ma da qualche giorno non lo faccio più. 
Perchè farlo penare?
Così lo prendo in braccio e gli evito la fatica.
Con la vecchiaia avanzata i muscoli perdono potenza e ciò che si faceva da giovani, non è più possibile farlo (come per esempio piegarsi sulle ginocchia e rialzarsi in piedi).
Si diventa più deboli.
Una persona, da molto vecchia, diventa letteralmente un altro individuo.
Che non può fare ciò che la gente normale fa naturalmente.



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16 agosto 2017

Capitolo chiuso (17-125)

Capitolo chiuso. (17-125)
Da molti anni, d'estate, passo una settimana col mio amico a camminare in montagna.
Quasi fin dall'inizio delle nostre camminate il mio amico aveva detto che a un certo punto avremmo dovuto ridimensionare le nostre escursioni, a causa dell'età. Ascoltavo queste sue considerazioni con un poco di fastidio: mi sembravano premature.
Però negli ultimi anni avevamo deciso di fare uscite più morbide, evitando le grandi fatiche: zaini più leggeri, mete meno ambiziose, meno smania di salire in vetta.
Fino all'anno scorso; quando per la prima volta mi sono accorto di temere le mete che ci davamo: temevo la fatica, gli imprevisti, avevo meno motivazioni per andare avanti.

Quest'anno non siamo andati, per altri motivi. 
Ma già nella preparazione ero io a volere mete più facili, percorsi meno impegnativi e battagliavo col mio amico che invece desiderava vedere tutte le meraviglie del nuovo sito nel quale avremmo camminato.
Per quel che mi riguarda sono sceso di un gradino: nelle escursioni e nella vecchiaia.
Il capitolo delle grandi imprese (grandi per noi) è chiuso.

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13 agosto 2017

Prevedere la propria morte (17-124)

Prevedere la propria morte. (17-124)
In questi giorni di gran caldo, mia zia ultranovantenne perde colpi: non si vuol muovere, non vuol mangiare e beve a fatica. La sua badante cerca in tutti i modi perchè faccia il minimo per sopravvivere, ma la zia non ne vuol sapere. La badante ha messo in atto molte strategie, una delle quali è stata quella di dirle che se andava avanti così la morte era vicina.
La zia sorprendentemente le ha risposto:”Non è ancora il momento.”
Frase scaramantica o effettiva previsione della propria fine?

Anche sua madre verso la fine aveva detto alla figlia:”Non vedi che sto morendo?” e dopo tre giorni effettivamente morì.
Ricordo che Giorgio Albertazzi, morto qualche tempo fa, e che pure aveva calcato le scene fino a poco tempo fa, in un'intervista rilasciata due settimane prima della morte, aveva detto:
”E' chiaro che sto per morire.”

Quando si è molto avanti con l'età, la morte naturale si può prevedere.
Del resto succede anche agli animali, che verso la fine si ritirano per morire.

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11 agosto 2017

Verso la fine (17-123)

Verso la fine. (17-123)
Ho scritto (vedi 17-121) di una mia zia molto anziana (94 anni) che mi sono recato a trovare qualche giorno fa. Ho scritto che l'ho trovata peggiorata rispetto a sei mesi prima. Soprattutto perchè non vuole più camminare.
E cessare di muoversi è il primo passo verso la fine.

Il giorno dopo della mia visita mi ha telefonato suo figlio, mio cugino, che si trova all'estero. 
Mi ha comunicato che era preoccupato per la madre perchè non voleva più mangiare e perfino bere. E mi ha chiesto di essere disponibile in caso di eventi più gravi, perchè può rientrare solo fra una settimana.
Ho dato la mia disponibilità. E sono ritornato dalla zia, cercando di convincerla almeno a bere. Le ho servito un bicchiere d'acqua del tipo molto leggero, che idrata di più. Ma si è limitata a uno, due sorsi. Di fronte alle mie osservazioni sull'importanza di bere, lei acconsentiva, ma poi non dava seguito con un comportamento adeguato: bere di più.

Rifiutarsi di mangiare è sicuramente un secondo passo verso la fine.
Ma rifiutarsi di bere è il colpo di grazia.
E vale poco spiegarlo agli ultra anziani: è come se diventassero ottusi rispetto ai ragionamenti e alla razionalità e al buon senso.
L'aspetto decisivo dell'ultima fase della vita è il venir meno di quelle facoltà mentali minime che permettono la pura sopravvivenza.
È come se il corpo tutto insieme smettesse di voler vivere.

Così si muore.

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09 agosto 2017

Saltare un anno. (17-122)

Saltare un anno. (17-122)
Un conoscente mi invita ogni anno alla festa per il suo compleanno. 
A lui piace così.
Quest'anno l'ha fatta nel suo nuovo appartamento e così la festa è stata duplice: per la casa nuova e per il genetliaco. Quest'anno segnava anche il suo ingresso nella vecchiaia.
Saranno state le fatiche del trasloco, o il gran caldo, o gli anni che sono di più, ma ci ha accolto tutti ripetendo: l'anno prossimo passo (cioè l'anno prossimo non farò la festa).
Gli ho consigliato di festeggiare i passaggi di lustro e non più quelli di un singolo anno, la stessa cosa che mi sono proposto io a 65 anni  (vedi n. 43).
Salvo che poi arrivato a settanta, ho deciso di non festeggiare più nulla.

Che sia una stanchezza comune di tutti i vecchi?
In vecchiaia ci si stanca di quelle azioni ripetute per 50, 60 anni (natale, compleanno, capodanno). Se ne fa a meno.
Che sollievo!

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08 agosto 2017

Vecchiaie avanzate (17-121)

Vecchiaie avanzate. (17-121)
Sono stato a trovare mia zia, 94 anni.
La vedo un paio di volte all'anno. Così da una volta all'altra faccio dei confronti.
Questa volta l'ho trovata scesa di un gradino.
La voce era più flebile dell'ultima visita; era abbandonata sulla poltrona più del solito; ha mostrato meno interesse per la mia presenza.
Tutti segni di un progressivo avvio verso la fine.
La sua badante si è lamentata con me perchè non vuol più camminare. Lei la sforza molto, ma dopo pochi passi la zia desidera tornare a sedersi.
Le ho spiegato che senza movimento si muore.

Il mio vicino ottantanovenne ha bussato alla mia porta e mi ha fatto omaggio di un vasetto di origano, da lui seccato e sfogliato. È un uomo grande e grosso che fatica a camminare. Cionostante una o due volte alla settimana esce e va a fare la spesa, nonostante abiti come me al terzo piano senza ascensore. E fare le scale gli costa fatica.

Al compleanno di un conoscente, appena entrato nella vecchiaia, era presente il suocero, 86 anni. Forma fisica molto buona, lucidità mentale alta, vive da solo.
Ma quest'uomo ha un orto grande, che cura interamente da solo, quasi senza macchine. Tutti i giorni in orto, dunque. Sforzo fisico quotidiano. Sudore, movimenti, magari lenti, piegamenti sulle ginocchia, per la cura manuale delle piante coltivate.
Penso proprio che fra qualche anno mi affitterò un orto.

Bisogna che me lo ricordi: senza movimento c'è la fine.
 

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06 agosto 2017

Un'altra prospettiva. Poesia di W. Szymborska (17-120)

Un'altra prospettiva. Poesia di W. Szymborska.(17-120)

Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
È così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
È troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L’inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.
La protesta contro di esso
noi la chiamiamo anima.
E questa è l’unica voce
che manca all’inventario.
Wislawa Szymborska, da “La fine e l’inizio” (1993)

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05 agosto 2017

Gran caldo (e ricordi) (17-119)

Gran caldo (e ricordi). (17-119)
Gran caldo in Italia, in questi giorni. Con massime inconsuete: anche 40 gradi e più, nella mia città (nord Italia).
Ho 71 anni, posso fare dei confronti.
Nella mia gioventù, non ricordo temperature simili in estate, ma allora non le misuravo.
Comunque allora il caldo era gradito, non temuto. Era occasionale, non duraturo.

Aria condizionata: quest'anno la sto usando tutti i giorni e talvolta sia di giorno che di notte.
Quindici anni fa, la accendevo solo pochi giorni in estate.
È vero che sono diventato più vecchio e che la mia termoregolazione è più difettosa, ma la sensazione netta è che effettivamente le temperature massime siano cresciute, anno dopo anno, nell'ultima decade.

Un anno molto caldo è stato il 2003. Dai primi di maggio alla fine d'agosto le massime hanno sempre superato i 30 gradi (centigradi). Lo ricordo bene perchè avevo un'attività senza aria condizionata e si pativa. Oggi è impensabile non avere aria condizionata in un ristorante o in un bar (allora si poteva ancora).
Eppure in quell'anno non si arrivava mai a superare i 32-33 gradi.
Altro che gli attuali 37-40!

Sono ricordi.
Si possono fare confronti.
Talvolta, parlando con gente giovane, mi stupisco che non abbiano questi ricordi.
Per forza, hanno vissuto poco!


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04 agosto 2017

Voler controllare (17-118)

Voler controllare. (17-118)
La mia incapacità di controllare l'affezione alla prostata (vedi ieri), mi ributta dentro la vecchiaia. Perchè “vecchiaia” è perdita progressiva del controllo sul proprio corpo. 
Sulla propria vita. 
La vita si conclude con la morte e se si muore significa che si ha perso il controllo sulla vita.
Così ho la netta impressione di essere impotente.
Non posso controllare la mia esistenza, perchè sto fallendo (inevitabilmente) nel tentativo di controllare il mio corpo (con le mie idee e con i miei mezzi).
Eppure non mi do per vinto. Vista la situazione (71 anni), gli anni che mi restano li vivrò nel tentativo di conservare il controllo su di me. E' più forte di me. 
Ma ora ho finalmente la coscienza che sarà inutile (la ragione già me lo diceva).
E' una battaglia persa.

L'ho già scritto: invecchiare significa ritardare.
Non certo invertire (il tempo e la consunzione).


(L'indice per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private:           holgar.pd@gmail.com             )

03 agosto 2017

Iperplasia prostatica benigna (17-117)

Iperplasia prostatica benigna. (17-117)
Ne soffro da nove anni. Come buona parte degli anziani occidentali. 
Ne ho scritto più volte (pagine n. 42, 85, 327, 331, 14-224, 15-174, 16-098, 16-129).
Fin dall'inizio gli urologi mi hanno prescritto il finasteride, più un altro farmaco mio-rilassante. Poiché so leggere, mi sono informato su questi farmaci e ho deciso di non assumerli, confortato anche da un geriatra che mi diceva che non vi erano farmaci in grado di guarire tale patologia.
Così in questi anni la mia prostata si è lentamente ingrossata. Però il PSA, si era mantenuto su livelli accettabili (fra 2,5 e 3,0).
L'anno scorso ho scoperto il maca rosso, un tubero della tradizione peruviana che cresce a 3500 metri d'altezza, indicato per tutte le patologie inerenti l'apparato sessuale sia maschile che femminile. Così ho cominciato ad assumerlo esattamente un anno fa e ho continuato fino a giugno di quest'anno. Degli effetti li ha avuti, perchè gli stimoli sessuali sono aumentati e anche perchè dà energia (forza vitale).
Mi aspettavo grandi cose, perchè l'anno scorso la mia prostata era cresciuta fino a 100 ml di volume, dovevo fare di tutto per interrompere la tendenza alla crescita.
Qualche giorno fa ho fatto le analisi.
La mia prostata non è calata di peso e volume. É rimasta più o meno delle stesse dimensioni (105 ml).
Quindi il maca rosso non ha fatto il miracolo.
Purtroppo però il PSA è quasi raddoppiato (da 2,75 a 4,70), gettandomi nello sconforto.

A pensarci bene, anche se il maca rosso non contiene ormoni, evidentemente agisce sul testosterone (che produce il desiderio sessuale); in qualche modo lo fa aumentare e molto testosterone (in età avanzata) produce iperplasia della prostata e probabilmente anche aumento del PSA.
Come un anno fa, non so che fare.
Comunque il maca rosso non lo prendo più.
A me non pare che abbia fatto bene.


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