Tornare
indietro. (17-132)
Di tanto in tanto io e la mia compagna ci chiediamo: “Torneresti indietro nel tempo? In una fase della vita di dieci, venti o anche trenta anni fa?”
La risposta di entrambi è senza incertezze: “Sicuramente no!”
Per entrambi (e per qualche altro vecchio), tornare indietro a ripercorrere fasi della vita della giovinezza o della mezza età, non è un desiderio.
Significa allora che la vecchiaia per qualcuno è gradevole?
Altri vecchi rispondono: “Sì, tornerei volentieri indietro, ma con la testa di adesso!”
Poichè è impossibile, la risposta equivale a un no.
Si preferisce restar vecchi.
La giustificazione tradizionale (letteraria) è che per qualcuno l'acquisto della saggezza è impagabile.
Saggezza oggi andrebbe tradotta con consapevolezza.
Diventare coscienti della propria vita, comprendere di più (molto di più) di quando si era giovani è una conquista irrinunciabile, anche a costo di finir prima la vita, di essere più vicini alla morte.
Da una parte fatiche, incertezze, errori della gioventù pesano come macigni: non si ha voglia di ripercorrerli. Da un'altra parte essere giunti alla vecchiaia ha il senso del compimento di un'impresa (la vita): e quando si è al termine di un progetto anche la sua fine è gradevole.
Di tanto in tanto io e la mia compagna ci chiediamo: “Torneresti indietro nel tempo? In una fase della vita di dieci, venti o anche trenta anni fa?”
La risposta di entrambi è senza incertezze: “Sicuramente no!”
Per entrambi (e per qualche altro vecchio), tornare indietro a ripercorrere fasi della vita della giovinezza o della mezza età, non è un desiderio.
Significa allora che la vecchiaia per qualcuno è gradevole?
Altri vecchi rispondono: “Sì, tornerei volentieri indietro, ma con la testa di adesso!”
Poichè è impossibile, la risposta equivale a un no.
Si preferisce restar vecchi.
La giustificazione tradizionale (letteraria) è che per qualcuno l'acquisto della saggezza è impagabile.
Saggezza oggi andrebbe tradotta con consapevolezza.
Diventare coscienti della propria vita, comprendere di più (molto di più) di quando si era giovani è una conquista irrinunciabile, anche a costo di finir prima la vita, di essere più vicini alla morte.
Che
significa, nel profondo?
Da una parte fatiche, incertezze, errori della gioventù pesano come macigni: non si ha voglia di ripercorrerli. Da un'altra parte essere giunti alla vecchiaia ha il senso del compimento di un'impresa (la vita): e quando si è al termine di un progetto anche la sua fine è gradevole.
Infine
ciò significa che in qualche modo si è soddisfatti della vita
vissuta e tale soddisfazione è dovuta dalla somma di tutte le parti
dell'esistenza, compresa (e necessaria) la vecchiaia.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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