Il passato. (17-049)
L'anno scorso sono
defunte alcune persone del mio passato.
Conoscenze di 20-30 anni
fa, o più.
Il mio relatore di laurea
(e poi direttore di ricerca), per esempio.
Oppure abitanti del
condominio nel quale avevo vissuto i primi anni di matrimonio.
O ancora il leader di
un'associazione nella quale avevo appreso le mie idee su cibo e
alimentazione.
Non sono andato a nessuno
dei loro funerali.
Molti anni fa appartenevo
a un gruppo di persone che si occupava di spiritualità. Avevamo un
maestro, più vecchio di tutti noi. Ricordo di avergli detto, in una
occasione: ”Quando starai per morire, verrò al tuo capezzale e ti
leggerò un certo brano spirituale importante, a tuo conforto.”
Questo gli avevo detto, per significargli il mio attaccamento, al di
là del trascorrere del tempo e delle circostanze.
Anni dopo ho preso le
distanze da quel gruppo. Ormai non lo frequento più da molto tempo.
Ebbene il maestro non è
ancora morto, ma non credo che presterò fede alla mia promessa.
Quando passano anni e
anni e anni, quella vita non ci appartiene più.
È come se fossimo
diventati delle altre persone.
Senza nessun obbligo col
nostro passato.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)