Tabù. (17-034)
Nella vita di ogni coppia
vi sono dei tabù. Degli argomenti sui quali non si deve parlare.
Anni di vita insieme ci portano a riconoscere ciò di cui il partner
non gradisce neppur sentire parlare. Ci si adegua. E si tace.
Non dovrebbe essere così.
Ma taluni lo fanno, magari per il quieto vivere.
Talvolta sono tabù che
ci si crea senza motivo. Tabù che sono solo nella nostra testa.
L'approdo alla vecchiaia,
i lunghi anni vissuti insieme possono ulteriormente cristallizzare le
situazioni di silenzio e immobilità.
Ma la vecchiaia in
qualche modo depura la vita. Fa decantare le situazioni.
Si può cambiare.
Uno dei tabù riguarda il
denaro, i beni materiali. A chi lasciare questo o quello.
Dopo la morte di una
persona gli eredi si scannano per l'eredità. E sembra uno squallido
spettacolo. In realtà i beni sono anche il segno di un legame, di un
affetto. Sono molto di più del denaro e del loro valore. Possono
essere un segno tangibile e un segnale profondo. Essere la prova
concreta che fra due persone (per esempio genitore e figlio) c'era o
non c'era un'unione, al di là della parentela.
Arrivare a tarda età
significa comprendere tutto ciò e cominciare a dare valore
ai beni che si lasciano.
Se poi i due coniugi
vengono da famiglie diverse e hanno figli diversi le cose si
complicano.
Vi è un'unica categoria
da applicare: l'equità, non far torto a nessuno.
Dare a ciascuno ciò che
gli spetta e che si aspetta.
(L'indice
per argomenti del 2013 si trova a pagina 442; quello del 2012 a
pagina 107. La sintesi del 2012 si trova alla pagina 14-41. Da
settembre-ottobre 2016, nell'ultimo giorno di un bimestre compare una
sintesi del bimestre appena concluso)
(per comunicazioni private: holgar.pd@gmail.com )
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